Come la Foodification sta mangiando Firenze

  • Tempo di lettura:4minuti

Cosa succede quando un quartiere si riempie di bistrò, ristoranti e locali alla moda e si svuota di abitanti? Cosa accade quando l’economia di un luogo si paralizza unicamente sul settore gastronomico a scapito della cittadinanza? E quando queste attività commerciali avranno sostituito i beni di prima necessità, i luoghi di aggregazione gratuiti e gli spazi sociali?

Ormai da tempo Firenze sta vivendo una trasformazione unica nel suo genere. Negli ultimi anni un fenomeno in particolare ha preso piede nella città: la foodification, ovvero la crescente enfasi sulla cultura alimentare come parte essenziale dell’esperienza turistica. Ma, insieme al crescente interesse per la cucina locale, si fa sempre più pressante la problematica dell’overtourism, che sta cambiando profondamente il tessuto urbano e sociale del capoluogo toscano.

Foodification: La cucina come motore del turismo di massa.

La foodification a Firenze non è un fenomeno isolato ma una tendenza che si estende a molte località turistiche globali. La città, con la sua tradizione gastronomica secolare, sta assistendo a una crescente trasformazione dei suoi spazi pubblici e privati, dove ristoranti, caffè, mercati e negozi di alimentari stanno diventando vere e proprie attrazioni turistiche.

Molti turisti non si accontentano più di visitare solo i musei e le piazze storiche ma cercano esperienze culinarie autentiche. Passeggiare per il mercato di San Lorenzo, assaporare una bistecca alla fiorentina o partecipare a corsi di cucina tipica toscana sono attività che ormai rappresentano degli imperativi per chi visita la città. Si stima che, dal 2010 ad oggi, la spesa turistica in ambito enogastronomico a Firenze sia aumentata del 20%, con il turismo gastronomico che ora rappresenta circa il 30% dell’intero comparto economico.

L’apertura di negozi di alimentari e botteghe che propongono specialità locali, dai salumi alla pasta fatta in casa, ha registrato un’impennata, con un aumento di circa il 15% delle aperture annuali dal 2018. Tra i nuovi negozi che spuntano nel centro storico, troviamo anche spazi dedicati a degustazioni guidate, dove i turisti possono imparare a conoscere e apprezzare il Chianti o l’olio d’oliva toscano.

Mentre la foodification diventa una leva per l’economia locale, dall’altra parte della medaglia si staglia il fenomeno del sovraffollamento turistico che sta mettendo sotto pressione Firenze. La città, che nel 2019 ha registrato oltre 14 milioni di presenze, sta vivendo una forte crescita del numero di visitatori, che a volte supera le capacità reali di accoglienza. Le statistiche recenti mostrano che, durante i picchi stagionali, il numero di turisti a Firenze è pari a circa cinque volte la popolazione residente.

Questo sovraffollamento porta inevitabilmente a una serie di problematiche, tra cui il congestionamento delle principali attrazioni turistiche come il Duomo e la Galleria degli Uffizi, ma anche una progressiva gentrificazione del centro città. Alcuni quartieri storici, infatti, stanno perdendo la loro autenticità, sostituiti da negozi di souvenir e ristoranti pensati esclusivamente per i turisti. Le aree residenziali, un tempo cuore pulsante della vita quotidiana fiorentina, stanno vedendo aumentare il numero di appartamenti turistici, con una conseguente difficoltà per i residenti a trovare soluzioni abitative a prezzi accessibili.

L’impennata dei negozi di alimentari: un nuovo volto per Firenze?

Un altro aspetto della foodification che ha preso piede negli ultimi anni è l’apertura di negozi di alimentari gourmet, che vendono prodotti tipici e locali, ma spesso con un’offerta più orientata al mercato turistico che a quello locale. In zone come il centro storico o San Frediano i negozi di alimentari sono diventati punti di riferimento per chi cerca il “souvenir gastronomico” perfetto.

Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Turistico di Firenze, l’80% dei turisti che visitano la città compra almeno un prodotto alimentare tipico durante il soggiorno. Il fatturato derivante da queste vendite è aumentato significativamente, con una crescita annuale del 10% nel settore degli alimentari gourmet.

Nonostante il successo commerciale di queste attività, è necessario prendere in esame le conseguenze della foodification sul tessuto sociale, impattando sull’autenticità della cultura gastronomica locale.

Senza un piano strategico per gestire l’overtourism e sostenere le piccole realtà locali, Firenze rischia di perdere parte di ciò che la rende unica: una città che è, al contempo, moderna e profondamente legata alle proprie radici storiche e gastronomiche.

The following two tabs change content below.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *