PerUnaltracittà insieme a Salviamo Firenze ha promosso la stesura di una lettera al Comune di Firenze per ottenere trasparenza sull’operato della Commissione per il paesaggio. In questo momento la composizione della Commissione è in fase di rinnovamento. A seguire il testo della lettera, il commento di Gianni Barbacetto e il comunicato stampa.
Le inchieste sull’urbanistica di Milano hanno fatto emergere il ruolo nodale della Commissione per il paesaggio nell’iter concessorio dei progetti edilizi. Sulla composizione e sui lavori di tale struttura si rende dunque quantomai necessaria la massima trasparenza. Eppure, il Comune di Firenze, sul suo sito istituzionale, non rende fruibili né i nominativi dei membri, né i verbali delle sedute, tanto meno dedica una pagina alla Commissione per il paesaggio.
In questi giorni, proprio mentre il Comune sta procedendo al rinnovo dei componenti della Commissione per il Paesaggio, urge rivolgere l’attenzione pubblica sulla sua composizione e sulle sue competenze.
La Commissione, prevista dal Codice dei beni culturali (DM 42/2004, art. 148) e, localmente, normata dalla LRT 65/2014 (art. 153), è un organo tecnico-consultivo comunale composto da esperti in materia paesaggistica ed ambientale: tre, nel caso toscano (a Milano sono 11). Essa esprime parere obbligatorio, non vincolante, sull’impatto paesaggistico di progetti edilizi, urbanistici (piani di dettaglio) e opere stradali nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico o per le quali il PRG prevede espressamente il parere della commissione.
Il giudizio, non vincolante, in merito alle proposte di trasformazione è quindi trasmesso alla Soprintendenza che può confermare o disattendere l’opinione della commissione comunale.
Tuttavia, il parere della commissione paesaggistica, benché non sia vincolante di diritto, lo diventa nei fatti: l’eventuale rilascio dell’autorizzazione di Soprintendenza non coerente con il parere della commissione va fortemente motivato, risultando la valutazione di carattere tecnico-scientifico difficilmente sindacabile.
A fronte della generale deregolamentazione dell’urbanistica comunale, la Commissione per il paesaggio può rappresentare ancora – quando non ecceda le competenze paesaggistiche (come invece accade a Milano) e sia composta da membri indipendenti dal potere politico – un baluardo nel controllo democratico delle trasformazioni urbane e territoriali. Il caso milanese ha mostrato tuttavia che tale commissione è suscettibile di pressioni indebite di poteri economici e costruttori: per questo la trasparenza è una precondizione indispensabile per garantire l’interesse pubblico nello svolgimento dei lavori.
Noi, architetti, urbanisti, docenti universitari, professionisti e tecnici, denunciamo dunque il difetto di trasparenza in merito alla Commissione per il Paesaggio del Comune di Firenze. Chiediamo pertanto che il Comune renda facilmente fruibili sul sito istituzionale:
– i criteri di selezione;
– i nominativi dei membri della commissione;
– i curriculum vitae dei commissari;
– i rispettivi titoli di esperienza e professionalità in materia.
Si chiede infine che vengano resi fruibili i verbali completi delle sedute, come avviene ad esempio per alcuni comuni dell’area fiorentina come Lastra a Signa o San Casciano in Val di Pesa.
Firenze, 31 luglio 2025
Ilaria Agostini (urbanista, Università di Bologna)
Massimiliano Andretta (Università di Pisa)
Margherita Azzari (geografa, Università di Firenze)
Gianni Barbacetto (giornalista e saggista)
Paolo Berdini (urbanista e saggista)
Roberto Budini Gattai (urbanista, Università di Firenze)
Francesca Cavarocchi (Università di Firenze)
Elena Carrara (storica dell’arte, USA)
Fulvio Cervini (storico dell’arte, Università di Firenze)
Francesca Conti (Università di Roma “La Sapienza”)
Ornella De Zordo (Università di Firenze, laboratorio perUnaltracittà)
Alberto Di Cintio (architetto, Fondazione Italiana Bioarchitettura)
Cinzia Gandolfi (architetto, ex funzionario Regione Toscana)
Antonio Lauria (architetto, Università di Firenze)
Paolo Liverani (archeologo, direttore Dip. SAGAS, Università di Firenze)
Corrado Marcetti (architetto, ex direttore Fondazione Michelucci)
Anna Marson (urbanista, Università IUAV Venezia, ex assessore urbanistica Regione Toscana)
Tomaso Montanari (rettore Università per Stranieri di Siena)
Daniela Poli (urbanista, Università di Firenze)
Matteo Puttilli (geografo, Università di Firenze)
Leonardo Rombai (geografo, Università di Firenze, Italia Nostra Firenze)
Enzo Scandurra (urbanista, Università di Roma “La Sapienza”)
Massimo Torelli (Salviamo Firenze X Viverci)
Lucia Tozzi (giornalista e saggista)
Qui il commento di Gianni Barbacetto sul ruolo della Commissione per il paesaggio a partire dalle inchieste sull’urbanistica milanese.fkjsldakjf
Comunicato stampa: Occorre trasparenza sull’operato della Commissione per il Paesaggio. Presentazione della Lettera al Comune di Firenze di urbanisti, architetti e docenti universitari
[Firenze, 31 luglio 2025] – L’appello che presentiamo oggi inizia con queste parole:
“Le inchieste sull’urbanistica di Milano hanno fatto emergere il ruolo nodale della Commissione per il paesaggio nell’iter concessorio dei progetti edilizi. Sulla composizione e sui lavori di tale struttura si rende dunque quantomai necessaria la massima trasparenza. Eppure, il Comune di Firenze, sul suo sito istituzionale, non rende fruibili né i nominativi dei membri, né i verbali delle sedute, tanto meno dedica una pagina alla Commissione per il paesaggio.”
e si conclude con una denuncia e una richiesta:
“denunciamo dunque il difetto di trasparenza in merito alla Commissione per il Paesaggio del Comune di Firenze. Chiediamo pertanto che il Comune renda facilmente fruibili sul sito istituzionale:
– i criteri di selezione;
– i nominativi dei membri della commissione;
– i curriculum vitae dei commissari;
– i rispettivi titoli di esperienza e professionalità in materia.
Si chiede infine che vengano resi fruibili i verbali completi delle sedute”
Il merito è chiaro ed è collegato al punto centrale: la trasparenza è una precondizione indispensabile per garantire l’interesse pubblico nello svolgimento dei lavori. Ed è importante applicarla da subito, senza lo stimolo di indagini.
La lettera è promossa da 24 tra urbanisti, architetti, docenti universitari non solo fiorentini, perché ormai il tema del rapporto tra urbanistica, grandi gruppi di investimento e politica locale è un tema nazionale. Siamo lieti della sottoscrizione di Gianni Barbacetto e Lucia Tozzi che da anni, ben prima delle indagini, scrivono del Modello Milano.
CONTRIBUTI
videomessaggio di Gianni Barbacetto che non può essere con noi.
Ilaria Agostini, che è la prima redattrice del testo commenta: La Commissione per il paesaggio svolge un rilevante ruolo di controllo pubblico nel processo di trasformazione delle città e dei territori – sempre più equiparati a prodotti finanziari – mentre l’originario carattere democratico del processo pianificatorio viene eroso dall’indebolimento degli strumenti urbanistici, dalla deregolamentazione, nonché dal generale ricorso alla deroga per quanto attiene alle grandi operazioni edilizie, non di rado insistenti su proprietà già pubbliche: le operazioni, cioè, più redditizie per i grandi player, ma sulle quali viceversa si potrebbe riconfigurare una città più sociale, vivibile e desiderabile.
Rendere trasparenti i lavori della Commissione paesaggio, e la sua composizione, si dimostra perciò quantomai urgente e necessario.
Fulvio Cervini, storico dell’arte commenta: La Firenze di oggi è traumatizzata da scelte che non hanno rispettato né le sue stratificazioni storiche, né un rapporto bilanciato fra città e ambiente. Forse perché alla radice di queste scelte non c’è la coscienza storica della città, né una visione prospettica. Di conseguenza la città viene letteralmente consumata da un turismo fuori controllo e da un’imprenditoria rapace. Se vogliamo che ci sia ancora una Firenze nel futuro, ogni decisione in tema di paesaggio deve essere sostenuta da tre condizioni: la competenza di chi valuta, decide e controlla; un sistema di contrappesi tra Comune e Soprintendenza, per cui tutto quel che si decide viene controllato e motivato; e ancora trasparenza e condivisione dei processi.
Il paesaggio è troppo importante per la vita di tutti i cittadini perché essi rimangano all’oscuro di cosa è stato deciso, da chi e perché”
Anna Marson, urbanista, Iuav, già assessora della Regione Toscana ha dichiarato: “L’operato della Commissione per il paesaggio, nei Comuni con estesa presenza di beni tutelati, è fondamentale per indirizzare le trasformazioni edilizie verso esiti soddisfacenti per la collettività.
L’art. 153 della LR 65/2014 ha previsto una commissione composta da tre sole componenti, puntando su competenze e assenze di interessi particolari. Le delibere di nomina devono essere corredate dai curricula e dagli esiti motivati della valutazione comparativa che attesti l’idoneità; nelle sedute, è previsto che ciascun componente abbia diritto a far verbalizzare le motivazioni del proprio voto.
Stupisce pertanto che il Comune di Firenze, per dimensioni, rilevanza dei beni tutelati e numero dei procedimenti il più rappresentativo della Toscana, non renda accessibile alla cittadinanza la documentazione relativa al funzionamento di quest’organo pubblico, come previsto peraltro dalla Convenzione di Aahrus, entrata in vigore nel 2001. Auspico che l’attuale Sindaca, visto anche il recente avviso pubblico per il rinnovo dei componenti della Commissione, intenda porvi rimedio.”
Infine Massimo Torelli, della campagna Salviamo Firenze X Viverci: “Il paesaggio e la bellezza sono un bene comune gratuito. Per questo quando vediamo alcuni interventi ci domandiamo come è stato possibile autorizzarlo? Certamente una ragione ci sarà ma non è comunicata. E da lì parte la ricerca ai documenti, davvero sfinente.
Salendo al Forte Belvedere, uno vede la collina di Costa Scarpuccia sbancata e se lo chiede, arriva al Forte Belvedere e vede la piscina sotto le mura e se lo chiede, guarda dal forte la città e vede sbucare sopra i lungarni la copertura dell’ex Teatro Comunale e se lo chiede. Poi legge le cronache dell’indagine milanese e vede nomi di gruppi di investimento speculativi attivi anche a Firenze come Hines alla Manifattura e all’Ex Comunale. Ci vuole trasparenza e informazione alla cittadinanza.”
perUnaltracittà
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Bravi, ottimo lavoro
alberto di cintio
Ottima iniziativa. Ovviamente non basta assolutamente. L’esperienza milanese insegna: pressioni ripetute ed esposti a una magistratura molto meno inerte (o peggio: vedasi la buffonata delle note fatture) di quella fiorentina.
Raccogliamo volonterosi cittadini ed esperti architetti urbanisti per ripetute segnalazioni, esposti e denunce, se il caso lo richiede.
Sono disponibile a sottoscrivere e sostenere future incisive iniziative.