Tra saggi, sceneggiature e trasmissioni televisive, Carlo Lucarelli ci propone un romanzo integrante, con il quale confrontarsi per capire dov’è il confine tra realtà ed immaginazione.
Anzi, possiamo dire che ci troviamo di fronte ad un incubo che non auguriamo a nessuno.
Si parte dal campanello di casa che suona all’alba, e siamo già immersi nelle pagine che ci aspettano, l’incubo è già lì. Apparentemente ci pare di leggere di un rapporto di coppia andato in crisi, un dramma familiare determinato da accadimenti indipendenti dal volere di uno dei due coniugi. Ma… Vittorio e Paola si separano dopo un alternarsi di accuse reciproche, e in quel momento entra in gioco la psicologa del gruppo di sostegno per genitori che hanno perso una figlia, e l’avvocatessa che ha già preso in considerazione un caso analogo in Francia.
E poi, come potrebbe Lucarelli non agganciarsi a ciò che accade oggi? E quindi eccolo indagare sulla droga dello stupro, la ketamina, ma soprattutto ritrarre un padre che deve rapportarsi con la morte della figlia e la messa in discussione delle certezze acquisite su quanto avvenuto.
Carlo Lucarelli, Almeno tu, Einaudi, Torino 2025, euro 18, pp 176
Edoardo Todaro
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