Sciopero in biblioteca, i precari incrociano le braccia

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Dopo mesi di richieste di chiarimenti e tentativi di dialogo andati a vuoto, i Biblioprecari, le lavoratrici e i lavoratori delle biblioteche e dell’Archivio Storico del Comune di Firenze, hanno dichiarato lo sciopero per la giornata di martedì 8 febbraio.  A tre mesi dalla scadenza dell’attuale bando di gara, l’amministrazione ha deciso di tagliare di circa 500 mila euro annui le risorse da destinare al prossimo appalto, mettendo a serio rischio la tenuta occupazionale e contrattuale dei dipendenti attualmente impiegati. Per questo motivo, già dallo scorso dicembre, l’assemblea dei lavoratori aveva proclamato lo stato di agitazione: il successivo tentativo di conciliazione tra le parti, audite dal Prefetto, ha avuto esito negativo, visto che l’amministrazione comunale non si è presentata all’incontro. L’ultimo tavolo tecnico tra sindacati e amministrazione di inizio gennaio ha, poi, definitivamente confermato il taglio ingente che potrebbe avere ripercussioni sui servizi alla cittadinanza, oltreché sugli stessi lavoratori.

«Uno sciopero – recita il comunicato stampa – contro il taglio delle risorse e per l’inserimento nella documentazione di gara del prossimo appalto di tutte le garanzie a tutela delle condizioni contrattuali e occupazionali previste dalla vigente normativa:

– individuazione del CCNL leader o di riferimento;

– inclusione della clausola sociale per il riassorbimento del personale attualmente impiegato;

– determinazione, in base alle tabelle ministeriali, dell’effettivo costo della manodopera e la possibilità di dare all’offerta tecnica un punteggio decisamente superiore rispetto a quella economica, per evitare aggiudicazioni determinate da ribassi.

Inoltre, viste le già annunciate intenzioni da parte del Comune di una progressiva reinternalizzazione dei servizi bibliotecari e archivistici, si chiede a gran voce di iniziare un percorso condiviso mirante a trovare le migliori soluzioni che tutelino integralmente sia la professionalità che la tenuta occupazionale del personale da anni impegnato nelle biblioteche comunali e nell’archivio, servizi essenziali da sempre ritenuti fiore all’occhiello dell’offerta culturale cittadina.»

Non si lascia attendere la risposta piccata dell’assessore al Personale Alessandro Martini, che già in uno dei consigli comunali dello scorso mese di novembre, aveva avuto modo di liquidare la situazione, affermando che il Comune di Firenze deve occuparsi dei propri dipendenti e che i lavoratori in appalto non sono dipendenti del Comune. Risposta facilmente smontata con argomentazioni puntuali dai Biblioprecari. “Innanzitutto, al contrario di quanto afferma l’assessore, è necessario ricordare che, durante il periodo di chiusura per la pandemia, l’amministrazione decise di lasciare a casa in cassa integrazione i lavoratori in appalto, di riaprire a maggio 2020 a servizi e orari ridotti una sola biblioteca per quartiere e con il solo personale comunale. Martini forse ha dimenticato che il movimento dei Biblioprecari, supportato da gran parte della cittadinanza che ha firmato la petizione per far ripartire integralmente i servizi bibliotecari e archivistici, fu ricevuto finanche in consiglio comunale per depositare le oltre seimila firme ricevute.

Riguardo al taglio ora negato a mezzo stampa, nell’ultimo tavolo tecnico di inizio gennaio – in cui era presente lo stesso assessore Martini – è stata purtroppo confermata una diminuzione di 500mila euro annui rispetto alle risorse inizialmente preventivate per i servizi bibliotecari e archivistici, tanto che – se per il bilancio preventivo di fine marzo 2022 non si troveranno risorse aggiuntive – partiranno solo i servizi ritenuti “necessari”. Peccato che, dietro quei servizi ritenuti aggiuntivi, ci siano delle lavoratrici e dei lavoratori che rischiano seriamente di rimanere a casa, oltre che dei servizi essenziali tagliati alla città. Nel medesimo tavolo, l’assessore si era impegnato personalmente con le organizzazioni sindacali a convocare un nuovo tavolo tecnico specifico sui prossimi concorsi con le RSU del Comune di Firenze – appuntamento ancora in sospeso. Inoltre, delle trenta nuove assunzioni di cui parla l’assessore non c’è menzione nell’ultimo piano assunzionale 2022-2024 pubblicato sul sito del Comune di Firenze: forse fa riferimento alle figure di istruttori amministrativi? In questo caso, però, si tratterebbe di personale – che va tra l’altro a coprire solo parzialmente il turn over dei dipendenti comunali andati in pensione – che dovrà appunto svolgere funzioni amministrative e che non ha competenze bibliotecarie e archivistiche specifiche. Competenze e formazione che, invece, hanno eccome i lavoratori che da oltre 15 anni garantiscono questi servizi essenziali, nonostante non sia mai stato loro riconosciuto il giusto contratto e si ritrovino sempre di fronte a condizioni peggiori a ogni cambio d’appalto.
L’assessore Martini forse farebbe bene a spiegare come questi tagli andranno invece a incidere sui servizi resi alla cittadinanza. Se la candidatura di Firenze  a capitale italiana del libro 2023, annunciata qualche mese fa dal sindaco, non vuol essere solo uno spot, l’amministrazione dovrebbe partire dalla valorizzazione delle risorse e del capitale umano già impiegato sui tanti servizi culturali con poche tutele e sotto il giogo di appalti al ribasso.

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Biblio-precari Firenze

Biblio-precari, collettivo di lavoratrici e lavoratori precari delle biblioteche comunali fiorentine.

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