La superperizia su Castello finisce alla Corte dei Conti

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2010-01-26 09:19:04

>[La Nazione Firenze, 26/01/10]<br />Esposto dei sindaci revisori di Palazzo Vecchio. <br />«Non risulta un parere di congruità economica» e «non è dimostrata l’inesistenza di competenze interne» che giustifichino l’affidamento esterno di una consulenza così importante. Per questi due motivi i sindaci revisori del comune di Firenze hanno presentato un esposto alla Corte dei conti denunciando la superperizia che Palazzo Vecchio ha affidato all’avvocato genovese Giuseppe Pericu. Venti giorni di lavoro per un compenso di 24.480 euro, più di mille euro ogni 24 ore per studiare e risolvere la vicenda dell’area di Castello e della famosa cittadella viola. Tanti per non scatenare polemiche politiche, troppi per non stuzzicare l’attenzione di un organo chiamato a verificare la regolare tenuta delle scritture contabili e lo stato di cassa del Comune. <br />ALL’ESAME dei tecnici sono finiti, oltre all’ammontare della cifra corrisposta all’ex sindaco di Genova, anche i criteri di scelta del perito e la procedura adottata dal Comune. Il Collegio, composto da tre professionisti fiorentini, ha esaminato il provvedimento di incarico della consulenza e ha chiesto chiarimenti alla direzione urbanistica del Comune. In merito alla scelta di Pericu, Palazzo Vecchio ha fatto sapere di non aver rispettato la disciplina regolamentare vigente e di essersi rivolto a un esterno soprattutto per due motivi. Il Comune lamenta l’inesistenza, in seno alla sua struttura operativa, di una figura che sia in possesso della qualifica di professore universitario, di un puro esperto di diritto amministrativo al quale sottoporre l’esame, sotto il profilo tecnico-giuridico, della complessa procedura del piano urbanistico esecutivo che riguarda la piana di Castello. Il Comune giustifica la sua scelta anche per la necessità di avvalersi della professionalità di un soggetto terzo all’Ente che fosse in grado di orientare il riavvio del complesso procedimento amministrativo nell’area di Castello, anche alla luce delle vicende giudiziarie che hanno interessato i proprietari dell’area. Quanto all’ammontare della consulenza, la direzione urbanistica di Palazzo Vecchio parla di un incarico di importo inferiore ai 20mila euro e tiene a sottolineare che, proprio in virtù dell’entità della somma, è possibile procedere al conferimento dell’incarico a un esperto esterno senza un esperimento di procedura comparativa. Dalla lettera che i sindaci revisori hanno inviato alla sezione regionale della Corte dei conti emerge però un orientamento diverso: «Il Collegio ritiene che non risulta dalla determina un parere di congruità economica. Peraltro si osserva che, a fronte di un atto a cui è stata data esecutività in data 31 dicembre, è stato imputato all’esercizio 2009 oltre il 50 per cento dell’importo. Nell’esposto si legge inoltre che «non è dimostrata l’inesistenza di competenze interne, per le quali non si può fare riferimento a un titolo, bensì alla effettiva capacità delle direzioni di supporto di esprimersi in materia, anche se non è da sottovalutare l’esigenza di terzietà espressa dalla direzione competente». <br />In sostanza il Collegio dei sindaci revisori ritiene che l’operato del Comune sia censurabile sia per la procedura adottata per il conferimento dell’incarico, sia per la scelta di rivolgersi a un professionista esterno. L’unico punto a favore del Comune è la necessità, riconosciuta dagli stessi sindaci, di ottenere il parere di un soggetto terzo, lontano da Firenze e completamente estraneo al dibattito sull’affare Castello. Restano però la sproporzione fra la durata della consulenza e la cifra corrisposta e la presunta inesistenza in Comune di figure professionali idonee all’incarico. Ma su queste questioni sarà la Corte dei conti a pronunciarsi. <br />Cosimo Zetti

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