Poche ma utili cose da sapere sul nuovo aeroporto di Firenze. A questo link l’Infografica di perUnaltracittà
1) Il nuovo aeroporto di Firenze è affare di un’impresa sostanzialmente privata. Questi gli azionisti della “Toscana Aeroporti”, società di gestione degli aeroporti di Firenze e Pisa, presieduta da Marco Carrai, sodale del presidente del consiglio: l’argentina Corporacion America Italia Spa rappresenta il 51,13%, Ente Cassa di Risparmio di Firenze 6,58%, So.Gim. Spa 5,79%, “altri” 31,5%; infine, dopo la svendita di Rossi agli argentini, un misero 5% della Regione Toscana.
2) La nuova pista subparallela all’autostrada, lunga 2400 metri (anziché i 2000 indicati dalla variante al PIT), non sarà unidirezionale come promettono i proponenti: lo ha dichiarato ufficialmente l’Enac. Il “Rapporto ambientale” approvato dalla Regione Toscana prevede il sorvolo a bassa quota di Firenze, con aerei intercontinentali, a un tiro di schioppo dalla Cupola: Rovezzano, Stadio, Le Cure, Rifredi, Firenze Nova.
3) Il nuovo orientamento della pista innalza il rischio idraulico della Piana. Per consentire l’inserimento della pista, il complesso sistema di drenaggio dovrà essere ridisegnato: le residue aree umide scompariranno, per aggirare la pista il Fosso reale sarà deviato, stessa cosa per il Collettore delle acque basse; mancherà lo spazio per le casse di espansione del polo universitario.
4) Non esiste alcun serio studio di fattibilità dei lavori propedeutici alla costruzione della pista. Il nuovo assetto idraulico è vagamente tratteggiato: il Fosso reale può veramente passare in discarica quando, viceversa, la normativa ambientale impedisce che le discariche ricadano in aree esondabili (DL 36/2003, all. 1, p. 1.1)?
5) Malgrado l’avvio dei lavori previsto entro l’agosto 2015, del nuovo aeroporto non esiste un progetto esecutivo. In assenza di studi che dimostrino l’effettiva necessità di un aeroporto interno all’area urbana, il Master plan del proponente «è assunto al pari del progetto preliminare/definitivo».
6) Comunque sia, il progetto non sarà sottoposto a una valutazione ambientale propriamente detta. Lo stratagemma del progetto “preliminare/definitivo” consente infatti un aggiramento delle regole, per cui entra nella valutazione come preliminare e ne esce come definitivo, dopo contrattazione tra commissione Via ed enti interessati, che hanno espresso pesanti riserve sui contenuti del progetto e dello Studio di Impatto Ambientale allegato: infrastrutture viarie non conformi col PIT, criticità sanitarie segnalate da ASL e ARPAT, rischio idraulico. Però il parere è positivo.
7) In fondo, è la stessa storia della TAV in Mugello. Come in quel caso, il progetto fiorentino è stato approvato rimandando alle «prossime fasi autorizzative» la verifica delle criticità segnalate in sede di conferenza dei servizi, dove si indicano «prescrizioni realizzative» la cui attuazione non sarà mai verificata. Ma a verbale l’Enac afferma: è «prassi consolidata».
8) Il procedimento che porterà all’esecuzione dell’aeroporto non è democratico. Secondo la normativa europea, un progetto di questa portata deve essere sottoposto a un processo di partecipazione. Nella variante al PIT, la Regione si era impegnata a sottoporre il progetto a dibattito pubblico, come prevede la stessa legge toscana. Eppure questo non sta avvenendo.
9) L’aeroporto (privato) lo pagheremo con soldi pubblici. I costi per l’ampliamento saranno essere a carico del proponente. Tuttavia i costi per il riassetto idraulico della piana e per il riassetto della mobilità ricadranno sui contribuenti. Dal momento che i 50 milioni stanziati dallo Sblocca Italia per l’impresa fiorentina violano le regole europee sulla concorrenza, Renzi ricorre alla soluzione emergenziale proponendo Firenze come città ospite del G8 nel 2017.
10) La “grande opera aeroporto” condanna ogni possibile alternativa di riscatto per la Piana. In una situazione urbana già congestionata, e nella quale si prevede una pesante presenza di cantieri (linea 2 della tramvia, nuovo svincolo di Peretola, nuovo stadio, inceneritore a Campi e, forse, terza corsia autostradale), si aggiunge il carico di inquinamento aeroportuale: polveri, carburanti, solventi/antigelo per la pista, inquinamento luminoso, rumore etc.
Condivido ogni parola, Ilaria. Aggiungerei l’incompatibilità del nuovo aeroporto (privato) con il Polo scientifico e le sue delicatissime apparecchiature, che saranno sottoposte a vibrazioni, rumori, aria sporca, ecc ed insisterei sul danno economico, sia quello all’investimento (pubblico) già effettuato, sia quello relativo al mancato sviluppo. In linea generale, mi piacerebbe lanciare un confronto economico-finanziario fra il Vespucci allargato e lo sviluppo del Galilei con gli opportuni collegamenti + il parco della piana senza aeroporto (sport, spettacolo, natura e aumento dei valori immobiliari al contorno…) . Lavoriamoci. Ho firmato questa petizione
https://www.change.org/p/vogliamo-uno-studio-indipendente-sul-progetto-del-nuovo-aeroporto-di-firenze
Ciao Vittorio
Caro Vittorio,
ti ringrazio per la condivisione dell’assunto. È questo il momento per la comunità degli urbanisti, degli esperti “critici” e di tutti coloro che si interessano delle sorti del territorio, di far sentire la propria voce per evitare un’inutile, dannosa e nociva grande opera.
A presto,
i
Meno male che è una urbanista, ed è pure riuscita a pubblicare questo piccolo decalogo su Repubblica, Strizza un pò troppo l’occhio ai comitati di NO all’aeroporto, NO a tutto…
Una volta che si vuole fare un’opera pubblica, in tempi brevi, la si vuole boicottare in tutti i modi. Si al nuovo aeroporto che porterà nuovi posti di lavoro ed importanti ricadute economiche per Firenze (turismo, indotto servizi aeroportuali).
Per quanto riguarda la VIA, la fanno, ma sono proprio le varie VIA, che in tutta Italia rallentano e penalizzano le opere e lo sviluppo del paese, basti pensare che l’intera autostrada A1 è stata costruita negli anni 60 in 8 anni, per fare la variante di valico, tra ambientalisti contrari, VIA e quant’altro 30anni ed ancora non siamo al termine, In Italia ci vuole lo sviluppo, infrastrutture e lavoro, non si può dire NO a tutto.
Gentile lettrice o lettore,
la letteratura alla quale può riferirsi per trovare risposte convincenti e scientificamente fondate alle sue perplessità, è ampia: l’ultima enciclica – la può trovare anche al supermercato – è solo il testo più recentemente edito in questo filone di riflessione che delinea modelli di sviluppo alternativi a quelli imposti dall’economia finanziarizzata e dal pensiero unico.
A vent’anni dalla morte di Alexander Langer mi corre l’obbligo inoltre di invitarla a sfogliare il “Viaggiatore leggero”, editore Sellerio, più volte ripubblicato. Lì troverà molti spunti per cominciare a orientarsi criticamente in quell’atteggiamento che lei chiama genericamente e riduttivamente “il no a tutto”.
Le auguro buona lettura,
Ilaria Agostini
Anche gl’antichi romani costruivano la via Traiana (da Roma a Brindisi) in 2 anni…
gli argomenti di Ilaria Agostini sono molto più convincenti dei tuoi, mi dispiace per te. Quel progetto è sbagliato. C’è Pisa a 60km, basta fare collegamenti decenti e ci arrivi in 30 min.
Il fatto che per costruire la variante sono occorsi trent’anni non è certo dovuto ai VIA ma alla corruzione endemica che la degenerazione della partitocrazia ha imposto a questo disgraziato Paese. Negli anni 60 il faro era il bene pubblico. L’ Italia e la ricostruzione compatibile il fine. E’ superfluo spiegare cosa siamo diventati.
Mi compiaccio di queste notizie, non per la loro positività che è totalmente negativa dai vari punti di vista elencati, bensì per sana e disincantata critica che li accompagna che come si vede e come dimostrano sono alla portata di chiunque non sia accecato dalla logica degli affari – i soliti privati – e di chi li favorisce – i soliti cialtroneschi politici alla Rossi e Renzi e c. al loro servizio.
Il Marco Carrai è una persona di valore ma è cinico e opportunista. Come imprenditore mi fiderei, come Cittadino lo giudico pericoloso per Firenze. E’ per questo che ritengo inconciliabile la sua vicinanza alla politica e all’amministrazione. E’ il male dei nostri tempi. E’ il “sistema” partitico, finanziario, clientelare, familiare, amicale, elitista ed elitario. Manca di grandezza morale e di statura etica. La politica non controlla e regola più niente: è parte del disegno. Si ritengono eredi di La Pira, pensate un po’……..
Sono fiorentino di nascita , campigiano di adozione e onestamente non sento proprio la necessità di un aeroporto più grande a Firenze, visto che
abbiamo 2 aeroporti (internazionali) nel raggio di 100km .