Parco fluviale Firenze sud, manca una visione d’insieme

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Estate 2015: viene colpita e devastata da un nubifragio un’area verde importante per la città di Firenze qual’è il parco fluviale “Anconella-Albereta a Bellariva”

Il 13 febbraio alla Palazzina Reale, presso la sede dell’Ordine degli Architetti, viene presentato il “Masterplan Parco fluviale Firenze-sud”. Il progetto, a firma di 42 professionisti, è stato consegnato al Comune di Firenze dagli Ordini degli Architetti e dei Dottori Agronomi e Forestali come contributo progettuale per la ricostruzione delle due aree verdi.

20160326_085611Il progetto finale sviluppa alcuni spunti presenti in ognuno dei 6 iniziali masterplan, riuscendo a far dialogare i diversi progetti in un’unica proposta accogliendo anche le osservazioni e le richieste poste ai progettisti durante i Consigli di Quartiere e in particolare all’assemblea pubblica del Quartiere 3.

Viene sviluppata l’idea del parco che entra in città, ridisegnando l’intera via di Villamagna, per poter moderare, in quel tratto di strada, la velocità a protezione del  parco, e contemporaneamente evidenziare  i suoi quattro accessi.

Le funzioni all’interno si diversificano tenendo conto delle diverse fragilità dei singoli utenti e delle varie fasce di età: gli orti e gli spazi didattici si raggruppano ma vengono ridimensionati. A questi viene destinata solo l’area tra il campo da calcio e la duna verso l’Arno, dando più spazio al semplice prato. Si sviluppano meglio i percorsi pedonali e ciclabili lungo le sponde dell’Arno. È stata accolta anche molto bene l’osservazione di garantire non solo l’accessibilità ma, cosa ancor più importante, la fruibilità da parte di tutti, anche da chi ha difficoltà motorie, in tutta l’area dei luoghi di sosta e di relazione come gli stessi orti didattici e sociali.

Gli interventi architettonici di nuova realizzazione si limitano ad una sola terrazza sull’Arno a Bellariva e, nel rispetto del vincolo idrogeologico, IMG_3865spariscono tutti gli interventi sulle sponde e all’interno del fiume, compresi i due ponti a livello acqua che non tenevano conto di una realtà molto forte, come il passaggio delle canoe in quel tratto del fiume. Nel progetto finale rimane solo una passerella pedonale e ciclabile che collegherà i due quartieri a sud di Firenze.

La vegetazione di alberi autoctoni, tra cui anche il leccio che potrà creare delle belle ombreggiature, si ridistribuisce non solo a filare ma anche a grappolo creando delle aree ombrose e aree a semplice prato. Gli alberi da frutto e le rosacee da fiore sono previsti in vicinanza degli orti e delle aree didattiche, e su entrambe le rive un corridoio di vegetazione di sponda.

L’amministrazione ha ora a disposizione un progetto interessante e di qualità per la riqualificazione delle due aree verdi e ci auguriamo che si riesca a finanziare questo progetto donato al Comune. Speriamo anche che si possano fare tutti quegli interventi a monte di Firenze per la messa in sicurezza dell’Arno regalando alla città il fiume come elemento vitale e di collegamento e non come un’interruzione del tessuto urbano. Contemporaneamente l’Amministrazione ha predisposto un primo intervento di rimpianto di alberi, costituendo un Comitato dedicato alla gestione e ricerca di fondi e proponendo insieme a varie realtà presenti nel quartiere iniziative a sostegno della ricostruzione del parco.

IMG_3866Marzo 2016: sentori di un’altra estate, e inizio della messa a dimora dei primi 150 alberi all’Anconella.

All‘Albereta ancora non sono previsti interventi sulle alberature, dato che l’Amministrazione ha privilegiato l’Anconella, più devastata dal nubifragio e luogo di maggiore aggregazione e flusso di persone. E tuttavia, perché non si è previsto di piantare alcuni alberi anche nella zona dell’Albereta dove un po’ d’ombra è necessaria per affrontare il caldo della prossima estate e favorire un rilancio della piccola economia del bar e dei campetti “Albereta 2000”? Questa è una zona del parco troppo spesso trascurata, mentre per posizione e per le diverse attività presenti è quella di immediata fruizione da parte della città a ovest del parco e da parte di un’utenza diversa rispetto a quella dell’Anconella dedicata ai più piccoli. Albereta e Anconella, va ricordato, sono di fatto un unico parco. Una posizione, questa, già espressa più volte, quando si è richiesto che nel Piano delle nuove alberature gli interventi siano distribuiti a macchia su tutto il territorio.

Nel percorre il parco si notano subito quei Pioppi bianchi (Populus alba) detti anche Gattici, che hanno resistito agli eventi del 2015 e a quello di settembre 2014. Sono alti, IMG_3867molto alti. Alcuni di loro sono ancora senza gemme, presentano tagli di una potatura importante, sembrano per forma e colore degli scheletri inanimati. Per fortuna questo tipo di pianta, i pioppi, è molto resistente anche a tagli eseguiti su rami di sezione già ampia come quelle che si notano. Questa presenza è la testimonianza della politica adottata in questi anni che ha fatto troppo poca manutenzione al suo patrimonio arboreo, realizzando spesso potature pesanti o radicali e non ha previsto un programma di  sostituzione alternata e continua delle piante.  Per fortuna invece non sono stati ancora eseguiti tagli all’erba e questa primavera può regalarci una ricca fioritura spontanea e una varietà di toni di verde che appaga l’olfatto e la vista e le api e gli insetti ringraziano.

Gli interventi svolti in questi mesi al parco fluviale sono stati tanti, ma lungo le recinzioni in ferro che delimitano gli impianti di Publiacqua sono rimasti gli squarci creati dal nubifragio, squarci pericolosi. È così possibile accedere all’area di Publiacqua con estrema facilità. Un pericolo evidente, sotto gli occhi di tutti, anche dei tanti ragazzi che affollano i prati.  Di fronte a questa situazione di evidente pericolo, l’Amministrazione deve imporre la sistemazione immediata della recinzione dell’area dell’impianto di  Publiacqua, prima di aprire il parco pubblico alla popolazione.

IMG_3868Purtroppo sono ancora presenti all’Anconella varie discariche a cielo aperto sia all’interno di zona interdette alla popolazione e chiuse da recinzione, sia anche nelle zone agibili, mentre fervono i lavori per il primo intervento programmato dall’Amministrazione Comunale per piantare i nuovi alberi. E’ stata prevista la sostituzione dei vecchi Pini domestici (Pinus pinea) dei due viali perimetrali agli impianti sportivi con un viale, lato via di Villamagna, di Platanus hybrida (Platano)  e di Quercus ilex (Leccio) e uno, lato Arno, di Tigli (Tilia europea) e Perastri (Pyrus calleriana) alternati. Le piante sono abbastanza piccole e questo ci aiuta a sperare che tutte possano attecchire.

Il parco di Rusciano, l’Albereta e l’Anconella, sono soggetti a vincolo paesaggistico in forza del decreto ministeriale pubblicato sulla G.U. 218/1953, motivato dallo “spettacolo di rara bellezza” costituito da “un complesso di cose immobili che compongono un caratteristico ambiente avente valore estetico e tradizionale, costituendo inoltre una successione di quadri naturali e di punti di vista accessibili al pubblico”.

Oggi per ragioni di sicurezza, vengono escluse le specie più vulnerabili alle condizioni meteorologiche estreme. Ma la scelta delle rosacee arboree e in particolare il Pyrus Calleriana, albero non autoctono e a chioma stretta, non ci ha convinto. La motivazione espressa a difesa, oltre a quella della sicurezza, è stata la scarsa manutenzione necessaria, e l’alternanza cromatica nel corso delle stagioni del Pyrus Calleriana. Il dottore forestale Dr. Paolo Degli Antoni sottolinea in alcuni suoi articoli che è una scelta “…..tipica [della] espressione della progettazione del verde degli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo, quando i cataloghi dei vivaisti si proponevano non solo come listini di vendita, ma anche come manuali ricchi di tabelle facilitanti l’individuazione delle sequenze stagionali delle fioriture e delle colorazioni autunnali;….. piante, ridotte a meri arredi vegetali, era [infatti] richiesta una funzione decorativa.” 

Ci chiediamo perché allora non far ricadere la scelta sul Pyrus communis dalle caratteristiche di resistenza simili e chioma slanciata e arrotondata che cresce spontaneo nellemappa prog Fi nostre regioni? Perché non scegliere cultivar comprese nella Banca Regionale del Germoplasma?

Questo intervento limitato alla ricostruzione dei viali lungo gli impianti sportivi non interagisce con le aree di gioco, sosta e svago che  rimangono spoglie  di alberi. La risposta che  più volte mi è stata data era: tenendo presente il piccolissimo lasso di tempo che sarebbe stato a disposizione per piantare gli alberi, si è voluto concentrare l’intervento sui viali, in quanto essendo la zona sotto tutela a vincolo paesaggistico, si poteva solamente sostituire gli alberi caduti esattamente nella loro vecchia collocazione.

Credo invece che si sia persa l’occasione di individuare, insieme agli architetti e agli agronomi che si sono dati disponibili, interventi parziali su una nuova idea progettuale dell’intera area verde.

La stessa occasione è stata persa con il piccolo edificio accanto alla copia della cupola del Brunelleschi. L’edifico è stato restaurato al suo esterno, ovvero sono stati eseguiti i lavori di ricostruzione della copertura lignea in buona parte andata distrutta, mentre ancora niente è stato fatto all’interno. L’interno non è accessibile, e l’attività che viene svolta nell’edificio deve subire inevitabilmente un ritardo sull’apertura. Anche i servizi igienici sono chiusi, e questi ultimi sono indispensabili in un parco pubblico molto frequentato con una forte presenza di bambini. L’edificio risulta inadeguato per dimensione e destinazioni d’uso dei locali interni. Servizi igienici più adeguati per dimensione e numero sono una priorità più volte richiesta.

consorzio pistoiaForse al momento del restauro dell’edificio si poteva pensare invece a un intervento più complesso e organico in funzione proprio di un nuovo volto e servizio da dare al parco. Forse poteva essere non restaurato ma ristrutturato o ridisegnato per il nuovo parco.

Manca sempre una visione di insieme, un’idea progettuale, anche se realizzata a stralci, con più interventi secondo le risorse economie possibili dell’Amministrazione, ma all’interno di una visione generale; quella di un parco fluviale, un parco a disposizione della città che interagisca con tutto il tessuto urbano.

*Giovanna Sesti

 

 

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Giovanna Sesti

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2 commenti su “Parco fluviale Firenze sud, manca una visione d’insieme”

  1. Giovanni Falaschi

    L’Albereta è la zona che io amo di più perché è quasi selvaggia. La potatura dei gattici è stata bestiale e irrazionale. Purtroppo il silenzio è disturbato dalla violenza della “musica” – chiamiamola così – che proviene dai ristoranti dell’altra sponda, ai quali dovrebbe essere vietato di emettere frastuono. Tanto la gente ci andrebbe lo stesso e magari parlerebbe un po’ di più. All’Anconella ci sono per i bambini anche i gonfiabili, che normalmente si trovano al chiuso. Sono stupidi e antieducatibvi, tanto più in un luogo dove la natura “si vede”. In generale io detesto il cosiddetto “verde attrezzato”; meno attrezzi ci sono e più natura è, e meglio è. In fondo non c’è nulla di più bello di erba rami alberi; e di foglie: zigrinature o meno delle foglie, venature, forma, colore diverso nelle varie stagioni…ma che si vuole di più? Basta saper vedere. Capisco che ci vuole anche l’attrezzatura, ma al minimo. D’accordo con l’articolo che è molto stimolante e concreto. E grazie a chi l’ha scritto.

    1. Concordo con le osservazioni. Ci si può divertire con molto poco in un’area verde e lungo un fiume così vissuto in questo tratto. E quel poco dovrebbe essere il più’ naturale possibile che si confonda nell’ambiente. Sono per tanti piccoli luoghi di aggregazione, di confronto, di condivisione, come anche un valore e una risposta in alternativa alle tante videocamere di sorveglianza che presto il Comune installerà nei nostri luoghi e beni comuni, grazie G.S.

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