320 ettari del nostro territorio stanno per finire nelle mani di un unico soggetto privato.
Il personaggio in questione si chiama Eduardo Eurnekian, magnate argentino presidente della Corporaciòn America (2 miliardi di dollari di fatturato l’anno), e ora azionista di controllo dell’aeroporto Vespucci, oltre a circa 50 aeroporti in giro per il mondo. Qualche dato su di lui? Potente imprenditore introdotto anche in Italia nei giri giusti e legato ad ambienti di destra, già a processo a Vicenza con altri dieci imputati per la bancarotta della compagnia aerea Volare, di cui era azionista. Nel 2005 voleva la Sea, poi Comiso, Genova, Ancona-Falconara, Bologna, Palermo. Ci ha provato con Il Barajas di Barcellona e con gli aeroporti portoghesi, senza successo. Alla fine ha preso il 23 per cento dell’aeroporto di Pisa e da F2i (Fondi italiani per le infrastrutture) il 34 per cento dell’Aeroporto di Firenze. Suo grande sponsor è stato Vito Riggio, da oltre dieci anni inamovibile padre-padrone dell’Enac, l’ente di controllo sull’aviazione civile. Confessa di avere un sogno: realizzare un tunnel di 52 km sotto le Ande (Bioceanico Aconcagua corridor, costo stimato 3 miliardi di dollari) per collegare l’Argentina al Pacifico. E potremmo continuare, ma ci basta.
L’area di cui parliamo è quella della Piana tra Castello e Novoli, dove dovrebbe essere realizzato il nuovo aeroporto, e dove, secondo la proposta di nuovo Piano Urbanistico Esecutivo dell’area di Castello, sono a disposizione più di 200.000 mq edificabili. Non tocchiamo qui gli aspetti ambientali e urbanistici che richiederebbero la salvaguardia del territorio della Piana tra Firenze, Prato e Pistoia, e sui quali siamo intervenuti più volte nel corso degli ultimi anni. Restiamo sulla megaoperazione economica che Eurnekian sta portando avanti e che contrasta appunto con l’esigenza di risanamento di una delle aree più inquinate e non solo d’Italia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Un affare coi fiocchi se un’unica proprietà potrà avere voce in capitolo sia sull’area intorno all’aeroporto sia sulla lottizzazione di Castello. Consideriamo che lì alcune strutture sono già state preannunciate: la Mercafir che dovrebbe lasciare l’attuale spazio di Novoli per far posto al nuovo stadio, un albergo a 5 stelle con ristorante dello stesso livello per oltre 8.000 mq di strutture commerciali, ma soprattutto molto altro cemento da contrattare con il Comune di Firenze, nella migliore tradizione di quell’urbanistica contrattata ben conosciuta ormai in Italia in cui sull’interesse pubblico prevalgono sempre gli interessi dei costruttori privati.
Le mire espansionistiche di Eurnekian sono esplicitate senza alcuna ambiguità da Roberto Naldi, vicepresidente esecutivo di Toscana Aeroporti e braccio operativo di Eurnekian in Italia (leggi anche qui). Nelle dichiarazioni rilasciate annuncia l’intenzione di annettere terreni che sono oggi di varie proprietà: la parte principale di 168 ettari è l’area di Castello attualmente di Unipol, il resto sono terreni nei comuni di Sesto e di Campi, procedendo anche con l’esproprio dei terreni che rientrano nel masterplan del nuovo aeroporto.
Un’operazione enorme che di fatto consegnerebbe un intero pezzo di città in mano a speculatori potentissimi. In un’area come quella della Piana che è rimasta l’unico corridoio non cementificato e luogo deputato per le prossime trasformazioni urbane: si dà ad un unico proprietario la chiave per tracciare i caratteri della Firenze futura, con buona pace dell’interesse collettivo, della guida pubblica delle trasformazioni, del controllo democratico.
E’ questo che il sindaco Nardella – nonché dominus della città metropolitana – intende per “governo della città”? E’ così che il governatore Rossi declina il suo “socialismo”? A noi pare l’ennesima, colossale, resa ai potentati economici, agli interessi forti, al grande capitale internazionale.
Cosa hanno da dire i nostri amministratori su questa Eurnekian City che si va profilando a nord-ovest? Sono d’accordo nel far giocare al discusso e spregiudicato magnate un ruolo vincente in una partita in cui spartirsi Firenze e la Piana? Si è parlato tanto di consumo di suolo, un concetto che almeno a parole dovrebbe essere entrato anche nella testa dei nostri amministratori, ma sulla proprietà dei suoli e sul monopòlio che uscirebbe da questo Monòpoli, nessuno di loro ha da eccepire? Anche su questo ci sarebbe molto da sapere, è un fenomeno noto e contrastato in tutto il mondo, si chiama land grabbing.
Certo qui non siamo a Helsinki, il cui consiglio comunale ha di recente rifiutato di costruire, e pagare, una filiale del museo Guggenheim perché “troppo cara per la città, richiede troppo denaro pubblico, occupa un sito di proprietà pubblica troppo pregiato per regalarlo a dei privati!”.
Gli unici che hanno a cuore la salvaguardia dei loro territori risultano essere gli abitanti e gli attivisti della Piana che, mentre i pezzi del grande gioco venivano sistemati sul tavolo, hanno fatto controproposte per il futuro dell’area della Piana, hanno organizzato manifestazioni con migliaia di partecipanti, si sono riuniti in assemblee e comitati, e hanno realizzato un Presidio, un luogo dove condividere attività e progettualità e realizzare un ‘laboratorio delle alternative’ alle politiche scellerate in un territorio già aggredito da troppe nocività. Meno male che ci sono!
*Ornella De Zordo
Ornella De Zordo
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….. ottimo articolo, Ornella, ottimo. ho l’impressione – queste cose le sento nell’aria primaverile che ci circonda – che da un po’ ti sia spostata ancor più a sinistra. per me, figurati, continua…..
grazie Roberto, credo che i 10 anni passati a fare opposizione in consiglio comunale e a stretto contatto con realtà in lotta abbiano in effetti agito…hanno lavorato su una base che, a dirla tutta, era già ben predisposta…
Ciao, Ornella. E grazie. Non so dove infilare, a commento di quale articolo, questa mia constatazione: sta ritornando alla ribalta l’ipotesi della tramvia accanto al Battistero (vedi l’intervitsa alla piddina Elisa Simoni sulla Repubblica di qualche giorno fa. Perché non intervenite su questo? Perché non rilasci tu un’i9ntervista in contrapposizione alla sua? Scusa. Grazie dell’attenzione e, spero, a presto.
Giovanni
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