Da Venezia: No alle Grandi Navi

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A Venezia il 23 e 24 settembre in molti hanno partecipato alle giornate per la difesa dei territori, la giustizi ambientale e la democrazia. Il Movimento contro le Grandi Navi di Venezia ha organizzato una due giorni presso i “saloni” (gli ex magazzini del sale) in cui si sono confrontate molte esperienze non solo italiane, ma europee.

Presenti dalla Germania i gruppi “Ende Gelände” che lottano contro l’uso folle dei combustibili fossili, i gruppi da Amburgo che lottano perché i cittadini possano riprendersi il porto, una volta parte integrante della città, i comitati di Stoccarda contro un devastante progetto ferroviario; dalla Francia gli oppositori all’aeroporto di Notre Dames de Landes; dalla Catalogna il comitato in lotta per la casa; dall’Italia molti comitati dal nord al sud sui più vari temi.

In primo piano il problema delle grandi navi, colossi enormi e inquinanti che portano i loro clienti a Venezia per una fugace occhiata lasciando in città solo l’inquinamento dei loro motori e una laguna sempre più fragile. Sullo sfondo il mostro del MOSE, quel faraonico apparato che dovrebbe difendere la laguna dall’acqua alta, ma che si sta sempre più dimostrando un pozzo senza fondo per le risorse economiche che divora e un’opera dai problemi tecnici irrisolvibili; la notizia che solo la manutenzione ordinaria del mastodonte sarà di 90 milioni annui dà la misura di un progetto nato solo per garantire profitti senza risolvere i problemi.

Il pomeriggio del 23 settembre ha visto il confronto tra le tante esperienze che hanno individuato, per nella molteplicità dei temi, i motivi di fondo dell’attacco ai territori, all’ambiente, alle città: il profitto come dogma indiscutibile del capitalismo che oggi si rivolge all’estrazione furiosa di ricchezza. Grandi opere inutili, turismo massificato e industrializzato, speculazione fondiaria e immobiliare, gentrificazione delle città, abuso delle risorse.

Il dibattito è stato davvero ampio e vario, ma sempre attento alle connessioni tra i vari temi e i vari problemi, tanto da poter delineare un quadro complessivo dell’attacco all’ambiente e ai suoi abitanti. In particolare è emerso un tema che nei movimenti ha preso piede ultimamente: quello del turismo. Presente un compagno catalano da Barcellona, esponente dei Comitati per la casa, che ha raccontato di come la speculazione sta favorendo un turismo predatorio che sta trasformando la città, facendo impazzire la rendita, scacciando i cittadini, soprattutto le fasce economicamente più deboli, rendendo difficile la vita a tutti.

Il tema è particolarmente sentito a Venezia, come anche a Firenze e sono nate proposte di collaborazione reciproco che potrebbero dare frutti molto positivi.

La domenica 24 grande manifestazione/festa alle Fondamenta Zattere, davanti all’isola della Giudecca, sul canale omonimo dove passano le enormi navi da crociera che portano davanti al Palazzo Ducale i turisti, vittime a loro volta di un turismo cialtrone e industrializzato.

Manifestazione ovviamente molto scenografica, nonostante un tempo cupo e piovoso, con decine di barche di militanti dei comitati veneziani che hanno invaso il canale della Giudecca mentre su un palco galleggiante si teneva un concerto intervallato da interventi.

Nel tardo pomeriggio diverse barche sono salpate verso la stazione Marittima per impedire alle grandi navi da crociera ormeggiate di ripartire, mentre alle Zattere in centinaia manifestavano contro l’ingresso delle navi nelle bocche del porto. Le grandi navi che dovevano ripartire nel pomeriggio sono state ritardate a notte fonda per impedire che i turisti vedessero che c’è qualcuno che contesta un simile modo di viaggiare.

Queste giornate sono quanto mai utili perché fanno emergere come le singole lotte stiano in un quadro generale, dove il sistema economico è l’unico motore di questi disastri. Le vicende locali sono perfettamente inserite nella lotta globale per una vera democrazia in cui gli interessi degli esseri umani e dell’ambiente devono essere al primo posto.

*Tiziano Cardosi

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Tiziano Cardosi

Obiettore di coscienza negli anni ‘70, attivista contro le guerre, già capostazione delle FS, oggi si occupa soprattutto di mobilità e del fenomeno delle “grandi opere inutili”, tra I fondatori del comitato No Tunnel TAV di Firenze. Attivista di perUnaltracittà.

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