Da Córdoba a Firenze: il cemento di Eurnekian cancella il Parco della Piana e la Memoria dei desaparecidos

Soffocare comunque e ovunque con colate di asfalto e cemento le potenzialità ecologiche di siti naturalistici, calpestare la memoria storica dei luoghi, ignorare le mobilitazioni e le proposte delle comunità locali, è il modo di operare solito delle attuali holding immobiliari, complici amministrazioni pubbliche acquiescenti. L’estrazione del profitto innanzitutto, al diavolo tutto il resto!
Tra queste, la multinazionale Corporación América SA, che fa capo al tanto discusso miliardario argentino Eduardo Eurnekian, si distingue in maniera particolare.

In Italia, come sappiamo, tramite Toscana Aeroporti s.p.a., controllata al 62,28% da Corporación América Italia s.p.a., è sotto attacco il sistema naturalistico della Piana Firenze – Prato – Pistoia in seguito alla paventata costruzione dell’aeroporto intercontinentale che si sovrappone al Parco agricolo della Piana, affossandone definitivamente la realizzazione a danno della non più rinunciabile riconversione ecosistemica dell’intero habitat, già fortemente compromesso. A tal punto, da essere considerato una delle aree più inquinate d’Europa.

Ad oggi il progetto è stato bloccato dalla recente sentenza del TAR, in seguito ai ricorsi dei sindaci della Piana, dei cittadini e delle associazioni che a questo devastante progetto si oppongono. 

In Argentina, a Córdoba, su segnalazione della “Red Ambiental Córdoba”, con cui da tempo siamo in contatto, la Corporación América Inmobiliaria, che fa capo al solito Eurnekian, è al centro di uno degli accordi urbani più criticati negli ultimi anni: la lottizzazione immobiliare di uno dei rari parchi della città, paradossalmente denominata “Eco District Las Artes”, più noto come “Ex Battalion 141”. In quest’area di circa 23 ettari, aveva sede, durante la brutale dittatura militare, il più importante Centro di spionaggio del Terzo Corpo d’Armata, denominato infatti Battalion 141, alle dirette dipendenze del famigerato generale Menendez, noto anche come “La iena”.

Qui venivano coordinati i compiti di intelligence per il rapimento e la tortura di centinaia di dissidenti politici di Córdoba che erano fatti sparire (30.000 i desaparecidos durante quel periodo) o deportati nelle carceri militari della città. Significativa la deposizione di un testimone relativa alle atrocità commesse nel centro di detenzione segreto de “La Ribera” ad opera di appartenenti al Battalion 141: “Siamo stati mandati a La Ribera per periodi di circa venti giorni, sempre accompagnati da ufficiali della Gendarmeria. … Ci sono stato sei volte e ho visto una trentina di prigionieri, uomini e donne, alloggiati in un isolato. I membri del 141° Battaglione di intelligence venivano tutti i giorni. Quando venivano di notte portavano solitamente ‘pacchi’, come venivano spesso chiamati i prigionieri. Quando li hanno portati per essere interrogati, a volte ci hanno ordinato di ‘ammorbidirli’, il che significava sottoporli a punizione crudele su un tratto di terra vicino al fiume.   (Testimonianza del poliziotto Carlos Beltrán, fascicolo n. 4213)”.  

Martín Fresneda, avvocato, attivo nella denuncia dei crimini contro l’umanità commessi dalla giunta militare argentina, fondatore di HIJOS, l’associazione che si batte in difesa dei diritti umani e per il riconoscimento dei bambini desaparecidos affidati ai torturatori militari, denuncia che nel sito “Non c’erano solo persone arrestate (…) ma era qui che si decideva chi poteva vivere e chi doveva morire”.

Il poeta argentino Gastón Sironi si chiede “come si può costruire lì un polo abitativo privato, come se non fosse successo nulla? Come può la nostra società permettere che accada una cosa del genere? I nostri bambini andranno a giocare nella nuova Plaza de Armas? I nostri nonni gireranno nello stesso posto in cui sono stati organizzati rapimenti, torture, sparizioni? I nuovi vicini costruiranno nei loro giardini nuovi gazebo ignorando la vicinanza con l’orrore?”.

Ed è ciò che le amministrazioni pubbliche locali e Corporación América Inmobiliaria perseguono, con evidente disprezzo della memoria storica del luogo, mostrando invece attenzione soltanto al previsto business immobiliare.

Nell’area sono previsti ben 3.421 alloggi, oltre a supermercati, centri commerciali, alberghi, ristoranti, centro congressi per una superficie utile di circa 447 mila metri quadrati in cui saranno addensati circa 14.000 abitanti. La densità abitativa è da formicaio urbano, ben 627 abitani ad ettaro. Molto pesante il carico urbanistico e ambientale dell’area. Approvvigionamento idrico, scarichi fognari, mobilità e qualità ambientale dell’area saranno destinati a collassare.

Come apprendiamo da un documento dell’Universidad Nacional de Villa Maria, la società immobiliare acquista l’area militare dalla Provincia di Córdoba nel 2007, ad un prezzo considerato molto basso, pari a circa 134 dollari al metro quadro. I successivi cambiamenti della destinazione d’uso dell’area, gestiti dall’amministrazione comunale, sono stati determinanti nel processo di valorizzazione immobiliare dell’investimento. Nello stesso anno l’area viene destinata a “Riserva verde” della città, per poi essere trasformata in Area edificabile con l’Accordo urbano del dicembre 2012 stipulato tra la società immobiliare che fa capo a Eurnekian e il Comune di Córdoba. Questo è il momento chiave della valorizzazione dell’area. Chi controlla e determina le destinazioni d’uso delle aree, controlla le trasformazioni della città e dichiara da che parte si schiera, se dalla parte dei cittadini e delle fasce deboli della popolazione o dalla parte degli speculatori immobiliari.

Nello stesso periodo la Giustizia Federale ratifica una misura precauzionale per sospendere il progetto speculativo “a causa del sospetto che vi siano stati commessi crimini contro l’umanità durante il Conintes Plan degli anni ‘60”, ossia durante il governo Frondizi, precedente la dittatura militare del 1976. Naturalmente, dopo alcuni mesi, questa misura viene puntualmente revocata. Può iniziare quindi il processo di occupazione immobiliare dell’area, una delle poche aree verdi della città, ormai così densamente edificata.

Numerose sono le voci di protesta contro questa ulteriore sopraffazione dei beni comuni urbani e della memoria collettiva. Numerosi cittadini e associazioni, tra cui il Forum Ambientale di Córdoba e la Rete di cittadini di Córdoba, si mobilitano per vedere realizzato nell’area il Parco della Memoria, che rendesse giustizia alle vittime del Battalion 141 e della Giunta militare di Videla. In questo senso significativa la mobilitazione dell’Università Provinciale di Córdoba che ha organizzato il Parco dei ricordi cinetici “Ex 141”, un tour di opere d’arte che sono esposte per ricordare ciò che è accaduto sul sito occupato dal Battaglione 141

La proposta è di integrare il Parco dell’Ex Battalion 141 con il vicino Parco del Sarmiento e l’adiacente area della Città universitaria per definire un ampio polmone di verde pubblico urbano, forse l’unico in grado di riqualificare gli asfittici quartieri meridionali di Córdoba.

La Fondazione Córdoba de Todos ha presentato una petizione per chiedere la risoluzione del contratto con Corporación America: “Proponiamo che sia un parco pubblico, con accesso per tutti … Il Comune ha i poteri legali per farlo e le leggi nazionali e provinciali che lo proteggono. Il proprietario sta violando il contratto. La decisione del Comune di Córdoba è sempre stata favorevole all’imprenditore che ha acquistato i locali del Battaglione 141. La Corporación America si era impegnata a realizzare lavori, ad esempio fognature e una sistematizzazione stradale, ma non avanzarono in nulla “.

Il muro di gomma dell’amministrazione comunale e dell’immobiliare fino ad ora è riuscito ad arginare questa ricchezza propositiva delle comunità locali.

In Italia come in Argentina, a Firenze come a Córdoba, vediamo all’opera processi di “Accumulazione capitalistica per spossessione”, o per meglio dire per “spoliazione dei beni comuni urbani”. Come afferma Julieta Capdevielle dell’Universidad Nacional de Córdoba, privatizzazione degli spazi pubblici, privatizzazione della città ed espropriazione e distruzione dei beni comuni (Privatización y despojo: los procesos de acumulación por desposesión), sono l’attuale doppio movimento dell’accumulazione capitalistica neoliberista.

In Italia come in Argentina, a Firenze come a Córdoba, il conflitto tra interessi contrastanti, tra quelli del profitto economico di pochi e quelli del benessere reale delle popolazioni, degli sfruttati, degli emarginati, dei senza casa e dei senza terra, è attivamente all’opera.

Un mondo nuovo si sta delineando all’orizzonte?

*Presidio NO Inceneritori NO Aeroporto – Alterpiana