Coronavirus. Le richieste del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua

Il perdurare dell’emergenza igienico-sanitaria e l’aggravarsi di una crisi economica senza precedenti impongono decisioni ancora più importanti a sostegno del milione e trecentomila nuclei familiari toscani. Tra queste, le scelte che attengono al ruolo di indirizzo e al potere di intervento dei Sindaci nelle società di gestione del servizio idrico, quali soci di maggioranza delle stesse.

Le recenti stime sui consumi idrici elaborate dai ricercatori dell’ENEA evidenziano che in questi mesi di epidemia i consumi domestici di acqua sono aumentati mediamente del 53%, considerata l’obbligata permanenza in casa e le evidenti ragioni di carattere igienico.

Per questi motivi, oltre alla non applicazione di oneri o interessi passivi sui posticipi di pagamento delle bollette in scadenza durante tutto il periodo dell’emergenza COVID, chiediamo che i Sindaci impongano:

• la tariffa di quarantena, ossia l’applicazione della tariffa agevolata per tutti i consumi delle utenze domestiche, fino al termine della crisi; evitando quindi che le famiglie si trovino a dover pagare adesso bollette più elevate a causa della forzata permanenza a casa o, domani, salati conguagli
• l’obbligo di riallacciare tutte le utenze domestiche disalimentate e ancora adesso prive di accesso alla fornitura d’acqua
• l’esenzione del pagamento per gli utenti che abbiano perso reddito da lavoro, con un ampliamento dei criteri già previsti dalla disciplina del Bonus idrico

E’ inoltre necessario che i Sindaci intervengano sull’Ente di Governo d’Ambito toscano (A.I.T.) e prima ancora sull’Autorità nazionale competente (A.R.E.R.A) perché vengano adottati specifici provvedimenti atti ad escludere che, nelle tariffe dell’anno prossimo o di quello successivo, i gestori possano computare importi per conguagli, attribuibili ai minori volumi fatturati nel corso del 2020, causa i mancati consumi da parte delle imprese, ferme dall’inizio della quarantena.

In effetti è molto probabile che ciò determini significativi scostamenti tra i ricavi predeterminati e quelli effettivamente riscossi attraverso le bollette. Come noto, l’iniquo sistema tariffario introdotto da ARERA, allora AEEG, nel 2012 – dopo che il Governo Monti l’ebbe investita di potere normativo in materia di tariffe dell’acqua per inficiare l’esito dei Referendum sull’acqua del 2011 – è fondato su una fissazione predeterminata dei ricavi garantiti al singolo gestore, il c.d. vincolo dei ricavi garantiti. Il VRG assicura di poter ricavare ogni anno quanto ricavato l’anno prima, aggiungendo un tot di inflazione programmata; e consente quindi di recuperare l’eventuale differenza a mezzo di conguagli in bolletta.

Come più volte denunciato, tale meccanismo è palesemente iniquo, volto esclusivamente a garantire corposi profitti alle aziende idriche (80 Milioni di euro l’utile netto annuo dei gestori toscani), e contrario agli interessi degli utenti che, per assurdo, se anche consumassero meno acqua non risparmierebbero un bel niente ma si troverebbero a dover pagare gli stessi importi di quando ne consumavano di più.

Se è vergognosa l’applicazione di un simile meccanismo in tempi “normali”, diventa assolutamente inaccettabile in tempi di crisi, quali gli attuali. Quindi, nessun conguaglio futuro per eventuali minori volumi fatturati quest’anno.

I gestori riducano il margine di utile e, se necessario, attingano alle centinaia di milioni di euro di Riserve Straordinarie che negli anni hanno accumulato gestendo la nostra acqua.

*Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua