Come il liberismo d’assalto si nutre del voto di emergenza

  • Tempo di lettura:4minuti
image_pdfimage_print

Voterò per Tommaso Fattori alle prossime elezioni regionali. Lo farò perché, molto semplicemente, credo che sia dovere di tutti tornare a considerare il voto come una preziosa occasione di esercizio democratico, e che sia l’ora di dire basta a chi lo derubrica – per suo comodo – a perpetuo e strumentale “argine contro i barbari”, chiedendolo “a scatola chiusa” in ragione di “contingenze eccezionali”. Talmente eccezionali da ripresentarsi puntualmente ad ogni tornata elettorale.

In Toscana il Pd renziano ha un programma che trovo del tutto alternativo a quelle che sono le mie aspirazioni riguardo sanità, beni comuni, diritti, ecologia, lavoro ed opere pubbliche. Sono troppo vecchio sia per abboccare a certi maldestri tentativi di maquillage “last minute”, decisamente poco credibili in quanto pronunciati da chi fino a poche settimane fa rivendicava inceneritori difesi dai carri armati o vaneggiava riguardo un fantomatico “aeroporto green”, sia per dimenticare che questi sedicenti baluardi di civiltà con i suddetti “barbari” poi ci vanno serenamente a cena (vedi il capolavoro del senatore di Rignano in Puglia, con la candidatura di Scalfarotto contro Emiliano a favore del forzista & plurindagato Fitto). Quindi il mio voto, come è giusto che sia e con buona pace di chi vorrebbe scipparmelo per far atterrare un Boeing su di un parco naturale, andrà a Toscana a Sinistra – Fattori Presidente.

“Se poi vincerà la Ceccardi sarà colpa vostra!!!” è il mantra che risuona insieme al sempreverde “non è il momento di dividersi”. Ammetto che, almeno riguardo la seconda affermazione, ci sia un fondo di verità oggettiva. In effetti di solito per il Pd il momento di dividersi rispetto alle istanze di sinistra scatta più tardi, generalmente l’attimo successivo alla chiusura dei seggi. Nel contempo però mi piacerebbe affrontare ancora una volta la questione del “chi-fa-vincere-chi”.

Esistono a mio avviso tre categorie di “allarmati”: quelli che hanno un interesse diretto, e che in quel carrozzone difendono una sorta di rendita di posizione; alcuni ex intellettuali, che un tempo trovavano legittimo il conflitto duro e puro e che oggi invece reputano volgare e comunque fuori luogo l’esistenza stessa di una sinistra fuori dal Pd; quelli sinceramente preoccupati dalla “deriva a destra” della regione (e in generale del Paese). Non mi interessa dibattere con gli esponenti delle prime due categorie, ma mi piacerebbe farlo con chi si rivede nella terza, ponendo una semplice domanda: quanto pensate che possa durare, ancora? E soprattutto, ingoiare qualsiasi cosa sia stata servita in tavola da vent’anni unicamente in ragione del fatto del “sempre meglio che”, ha giovato?

Alessandro “Nuto” Nutini

Si parla tanto di disaffezione per la politica, di astensione crescente, di perdita di milioni di voti “d’area”: sarà mica perché l’unica linea d’orizzonte che la “sinistra di governo” propone da due decenni abbondanti è il “voto contro la destra” abbinato al goffo tentativo di imitarne le politiche “in chiave umana”? Una linea drammaticamente perdente, ma non solo: il vero lasciapassare per le destre. Leggetevi i programmi di Giani e Ceccardi, e fatevi una domanda. Quando sarà legittimo poter dire basta, e pretendere un’inversione di rotta?

Prima o poi la destra sfonderà anche in Toscana, e non certo per colpa di chi propone modelli alternativi. Non certo per colpa di chi la destra la combatte ogni giorno per davvero, anche contrastandone le politiche. Quelle politiche che il Pd evita accuratamente di rivendicare pubblicamente, preferendo riverberare all’infinito un’emergenza democratica che esiste – certamente – ma che per lor signori è tale solo in occasione delle consultazioni. Poi, incassato il voto, si torna alla normalità: liberismo d’assalto, sgomberiamo i rom con le ruspe, tagliamo la sanità pubblica, esternalizziamo i servizi, precarizziamo il lavoro, realizziamo grandi opere utili solo a far guadagnare chi le costruisce, soldi alle scuole private. Tanto di là c’è sempre di peggio.

Un giochino che, francamente, a me ha stufato. E se poi davvero vincesse la Ceccardi? Beh, a me di sicuro girerebbero, perché sono antifascista 365 giorni l’anno e non solo il 25 aprile. A chi, il 20 agosto scorso, con la Lega + andato a braccetto in Consiglio Regionale per bloccare il progetto di ripubblicizzazione dell’acqua pubblica, chissà.

*Alessandro Nutini

The following two tabs change content below.

Alessandro "Nuto" Nutini

Alessandro Nutini, fiorentino, uomo di sinistra, si è laureato in Storia della Pedagogia con una tesi intitolata "Stato fascista e Vaticano: la questione dell'educazione dai Patti Lateranensi alla crisi del ‘31". Batterista di professione, "Nuto" suona con la Bandabardò e i General Stratocuster and the Marshals.

Ultimi post di Alessandro "Nuto" Nutini (vedi tutti)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *