Le mansarde diventano abitabili

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2010-01-30 09:05:12

><p>[La Repubblica Firenze, 30/01/2009] <br />Prima di tutto misurate la mansarda. Misurate l´altezza nel centro e poi quella laterale più bassa: se la media sarà uguale o maggiore di 2 metri e 30 siete a cavallo. La nuova legge regionale approvata all´unanimità consente di classificare il sottotetto come superficie abitativa a tutti gli effetti. Niente più «volumi tecnici» o «depositi occasionali», per usare le denominazioni più usate per i sottotetti: pagando la differenza sugli oneri di urbanizzazione calcolati alla costruzione, la casa o l´appartamento potrà essere ricalcolata con una superficie più ampia e aumentare così il valore complessivo. C´è solo uno scoglio da superare: è da vedere se il Comune nel quale ricade l´immobile accetta o no di applicare la legge regionale. Perché se decidesse per il no, anche un´altezza superiore a 2,30 metri andrebbe a farsi friggere. «E´ il Comune che deve decidere se attivare o meno la legge, non c´era altra possibilità visto che la titolarità urbanistica è nelle mani delle amministrazioni locali», spiega il consigliere regionale Pd Loriano Valentini, primo firmatario della legge. Palazzo Vecchio non ha ancora deciso cosa fare: «Ne parleremo la prossima settimana». E anche la gran parte dei Comuni fiorentini non ha ancora deciso. Una volta che il Comune accetta di attivare la legge, che può essere recepita anche a zone, non resta che presentare un progetto di quel c´è già. La legge, del resto, non consente ampliamenti o aumenti di volume. Consente di riclassificare solo quello che già c´è. Un provvedimento di sanatoria dal sapore berlusconiano? «No, questo non è un condono: è piuttosto una autorizzazione», tiene a precisare Valentini. Eppure la giunta regionale quasi l´ha subita. Non solo non era entusiasta, ma in qualche momento ha pure frenato di fronte alla pressione del Consiglio. Poi però la legge è passata: «Non c´è cambio di destinazione e non c´è aumento di volumi: è solo una possibilità in più per chi ha la mansarda».<br />di Massimo Vanni</p>

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