Focus Economia, le proposte per un "buon lavoro"

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2009-05-17 13:38:00

><p style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:Arial, fantasy;">La recessione sta mettendo a nudo la carica distruttiva di un sistema economico che va profondamente cambiato. <strong>La crisi in corso è l’occasione giusta</strong>. E’ un’occasione per evitare che a pagare siano i ceti sociali più deboli. Occorre in primo luogo potenziare i servizi pubblici e programmare l’introduzione per tutti di un <strong>reddito di cittadinanza come avviene in tutta Europa</strong>.</span></p><p><span style="font-family:Arial;"> Il Comune deve saper valorizzare un’economia radicata nel territorio, favorendo il consumo di prodotti <strong>filiera corta</strong> e a “chilometri zero” con più mercati locali e <strong>reti di economia solidale</strong>.<br /> Le attività locali, le piccole imprese industriali e artigianali vanno sostenute attraverso patti fra produttori, enti pubblici e banche locali. Da questa visione nascono le nostre proposte per Firenze. Pensiamo che si debbano <strong>migliorare i rapporti fra città e ambiente circostante</strong>, proteggendo le aree verdi, il corso dei fiumi, le zone collinari, la campagna (le vere “opere utili”) e sviluppando l’agricoltura, le <strong>reti solidali fra produttori e consumatori</strong>, il turismo ambientale.<br /> Occorre sostenere la creazione di filiere produttive – oggi inesistenti – nel campo delle <strong>energie rinnovabili</strong> e nel riciclaggio di materiali di scarto, coinvolgendo università e istituti di ricerca. Il Comune può cominciare da se stesso. Può ristrutturare scuole, uffici, residenze per anziani e tutti gli edifici pubblici in modo da <strong>ridurre i consumi energetici</strong> anche grazie a piccoli impianti solari. Può indirizzare i propri acquisti per uffici e servizi verso materiali riciclati e a ridotto impatto. Un volano utile, quello pubblico, per far nascere <strong>attività locali innovative</strong>, con <strong>occupazione stabile e di lunga durata</strong>.<br /> Nelle trattative per evitare la chiusura di imprese sul territorio l’ente pubblico ha il dovere di spingere per una conversione verso produzioni utili, con basso impatto ambientale e in grado di creare occupazione stabile, anziché concedere finanziamenti a pioggia. Le esperienze di finanza critica possono essere rafforzate, creando <strong>circuiti solidali non speculativi</strong>: il microcredito può essere utile sia nell’affrontare le emergenze causate dalla crisi sia nell’impostazione di una “nuova economia”.<br /> Su questi contenuti perUnaltracittà si impegna da anni e continuerà a farlo nei prossimi, dentro le istituzioni e nella società, f<strong>acendo tesoro di tutte le esperienze di “nuova economia” già esistenti</strong>, come quelle illustrate nelle due schede qui sotto.</span></p> <p><span style="font-family:Arial;"><span style="color: rgb(51, 102, 255);"><span style="color: rgb(204, 0, 0);"><strong>Esempio 1: IL MICROCREDITO</strong></span></span></span><span style="font-family:Arial;"><br /> </span><span style="font-family:Arial;">Duecentocinquantamila euro prestati ad oltre cento tra persone, piccole imprese, commercianti, lavoratori precari che restano esclusi dal circuito bancario tradizionale. Sono questi i numeri della più concreta realtà di microcredito fiorentino ideata da Alessandro Santoro, prete alle Piagge, e dalla sua Comunità che oggi contribuisce a realizzare il progetto politico di perUnaltracittà. Il fondo si basa sulle relazioni tra chi presta e chi riceve e non sulle garanzie economiche. Un modello di economia alternativa che la lista sostiene e rilancia a Firenze e in tutta la Provincia.<br /> <br /> </span><span style="font-family:Arial;"><span style="color: rgb(51, 102, 255);"><span style="color: rgb(204, 0, 0);"><strong>Esempio 2: IL PORTA A PORTA</strong></span></span></span><span style="font-family:Arial;"><br /> </span><span style="font-family:Arial;">Alessio Ciacci – giovane assessore indipendente a Capannori, con una storia tutta dentro i movimenti (da Mani Tese alla Campagna per l’acqua pubblica) – è riuscito a differenziare il 65% dei rifiuti restituendo ai cittadini ben 2 milioni e trecentomila euro di TIA in un anno. Con la politica della raccolta “porta a porta”, alternativa al pericoloso inceneritore, ha creato inoltre 40 posti di lavoro. Una politica condotta “a fianco” dei cittadini e non “contro”, che ha permesso anche di abbattere 100mila tonnellate di anidride carbonica. Un esempio di “cultura alternativa” proposta da perUnaltracittà.</span></p>

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