2010-02-23 09:57:33
>[Il Manifesto Firenze, 23/02/10]<br />“Sull’utilizzo della pillola abortiva Ru486 si apprende che Lombardia, Toscana e Veneto hanno deliberato per il ricovero ordinario per tutta la durata dell’interruzione di gravidanza, mentre Emilia Romagna, Piemonte e Provincia autonoma di Trento hanno seguito la via del day hospital, prevedendo protocolli che consentono il monitoraggio costante della donna anche al di fuori dell’ospedale per l’arco di tempo necessario all’aborto. Ci chiediamo cosa sia successo in Toscana”. L’interrogativo arriva dalla senatrice radicale (eletta nel Pd) Donatella Poretti, che ricorda cosa era accaduto con la Ru486: “Dopo la sperimentazione del Sant’Anna di Torino, la Toscana era una tra le prime regioni che ne aveva consentito l’uso con l’importazione, e dove il day hospital era la regola e la prassi, come succede nel resto del mondo. Insomma quando era importata si seguiva la prassi medica del resto del mondo, ma ora che è in commercio in Italia si seguono altre indicazioni. Quelle del Vaticano?”. Finale politicamente – soprattutto elettoralmente – molto radical: “Nel frattempo è cambiato il ruolo dell’assessore competente in sanità Enrico Rossi, che ora è soprattutto il candidato presidente della Regione. E pur non avendo stretto alcun accordo con l’Udc, non manca di essere compiacente all’elettorato del partito di Casini”.

Redazione

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