2010-02-18 07:44:26
>[Il Manifesto, 18/02/2010] Molti speravano che con l’arresto diMario Chiesa, il 17 febbraio del 1992, l’Italia potesse voltare pagina e che «mani pulite» spazzasse via tangenti e i reati connessi. E’ stata una illusione: «il fenomeno, per quanto riguarda i reati di corruzione, concussione e abuso di ufficio – ha detto ieri il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario – continua a presentare carattere di gravità, dal momento che, pur con la difficoltà di confrontare e coordinare dati provenienti da fonti diverse, deve comunque ritenersi che il numero delle denunce per fatti di corruzione e concussione accertati nel 2009 è fortemente aumentato rispetto al 2008». Le cifre: nel periodo gennaionovembre 2009 ci sono state 221 denunce per corruzione, il 229% in più rispetto al 2008, 219 per concussione, il 153% in più rispetto all’anno precedente, e 1.714 per abuso di ufficio. E l’importo delle condanne in primo grado è stato pari a 246 milioni. Corruzione e tangenti, per Tullio Lazzaro, presidente deimagistrati contabili, non accennano a diminuire e pesano sullo sviluppo del Paese perché «si verificano nell’ambito di gare di appalti, di realizzazione di opere pubbliche e lavori, di interventi di manutenzione su beni della collettività». Lazzaro ha parlato di «una sorta di ombra o di nebbia che sovrasta e avvolge il tessuto più vitale e operoso del Paese». Per Lazzaro il controllo della corte dei conti, «purché fornito di idonei strumenti giuridici tale da farlo essere sostanziale ed efficace, può essere un’arma forte nella lotta contro fenomeni delinquenziali nel campo della finanza pubblica». E, al fine di «dare al cittadino una ragionevole certezza che la spesa pubblica sia conforme a quanto stabilito dalla legge», il controllo della Corte dovrebbe essere esteso, potenzialmente a «ogni centro di spesa ed entrata», anche in vista dell’evoluzione dello Stato verso un assetto di tipo federale. A tale assetto, ha concluso il presidente della Corte dei conti «corrisponderà un aumento degli organi aventi capacità giuridica di incidere sulla finanza pubblica e sarà perciò, imprescindibile necessità per il Parlamento avere dalla Corte ogni possibile apporto conoscitivo». Ristuccia ha anche avvertito che l’eventuale retroattività delle norme sui tempi del processo breve «porrebbe irragionevolmente portare nel nulla quei giudizi non definiti dei tempi stabiliti a causa della complessità delle questioni affrontate o della connessa necessità di particolari accertamenti istruttori». Il Pg ha anche sottolineato che «salvo casi particolari di interruzione, di sospensione del giudizio per regolamento preventivo di giurisdizione, per remissione alla Corte Costituzionale ovvero in attesa della definizione del processo penale sugli stessi fatti, la Corte non è affetta dalla lentezza che colpisce altre giurisdizioni». Alcune cifre fornite da Ristuccia sono impressionanti: sono oltre 200mila i casi di riscossioni irregolari commesse dalle società concessionarie «che hanno finora formato oggetto di contestazione in sede penale dei reati di falso, truffa e falso ideologico, con coinvolgimento di numerosi ufficiali della riscossione in procedimenti spesso conclusi con patteggiamento della pena ». Ristuccia ha ricordato che «altrettanti posizioni irregolari sono state esaminate da varie procure regionali» che hanno avviato nei confronti degli ufficiali della riscossione responsabile e dei confronti delle società concessionarie «giudizi di responsabilità amministrativa » che hanno portato a condanne per circa 30 milioni di euro». Nel corso di una conferenza stampa, Lazzaro ha anche affrontato l’argomento il tema attuale della Protezione civile: «ci dovrebbe essere un controllo reale, non solo politico». E questo perché «dove c’è controllo, c’è trasparenza sulle ordinanze della protezione civile. E al momento, non c’è un controllo della Corte dei Conti se non dopo molto tempo. Sono scelte politiche. Ai tempi di Tangentopoli si diceva che più si allarga l’area del controllo più si restringe l’area penale. <br />Roberto Tesi

Redazione

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