Primo Marzo, perUnaltracittà porta il manifesto in consiglio

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2010-03-01 11:58:31

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Ornella De Zordo consegnerà oggi ai colleghi in Consiglio Comunale una copia del manifesto programmatico della giornata “Primo Marzo, 24 ore senza di noi”, il cosiddetto sciopero degli stranieri che a Firenze culminerà in un evento in piazza Ss. Annunziata. «Ci sembra importante condividere con il Consiglio la conoscenza degli obiettivi di questa iniziativa, che unisce nuovi e vecchi cittadini all’insegna della convivenza e del rispetto dei diritti di tutte le persone immigrate – afferma De Zordo, che oggi porta un nastrino giallo in segno di adesione allo sciopero. In questi tempi di ignoranza e paura, ci uniamo al collettivo Primo Marzo 2010 nel condannare il razzismo di ogni tipo a partire da quello istituzionale. perUnaltracittà sarà dunque in piazza oggi pomeriggio per confermare il proprio no alle espulsioni, ai CIE, al reato di clandestinità, e alle altre mostruosità giuridiche partorite in questi anni in spregio dei principi della nostra Costituzione».<br /> <br />****************<br /><strong>Manifesto programmatico del movimento Primo Marzo 2010, una giornata senza di noi</strong><br /><br />Primo Marzo 2010, una giornata senza di noi è un collettivo non violento che riunisce persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico. <br /> Siamo immigrati, seconde generazioni e italiani, accomunati dal rifiuto del razzismo, dell’intolleranza e della chiusura che caratterizzano il presente italiano. <br />Siamo consapevoli dell’importanza dell’immigrazione (non solo dal punto di vista economico) e indignati per le campagne denigratorie e xenofobe che, in questi ultimi anni, hanno portato all’approvazione di leggi e ordinanze lontane dal dettato e dallo spirito della nostra Costituzione. <br /> Condanniamo e rifiutiamo gli stereotipi e i linguaggi discriminatori, il razzismo di ogni tipo e, in particolare, quello istituzionale, l’utilizzo strumentale del richiamo alle radici culturali e della religione per giustificare politiche, locali e nazionali, di rifiuto ed esclusione. <br /> Ricordiamo che il diritto a emigrare è riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che la storia umana è sempre stata storia di migrazioni: senza di esse nessun processo di civilizzazione e costruzione delle culture avrebbe avuto luogo. La violazione di questo e di altri diritti fondamentali danneggia e offende la società nel suo complesso e non solo le singole persone colpite.<br /> Vedere negli immigrati una massa informe di parassiti o un bacino inesauribile di forza lavoro a buon mercato rappresentano, a nostro avviso, impostazioni immorali, irrazionali e controproducenti. La parte preponderante degli immigrati presenti sul territorio italiano lavorano duramente e svolgono funzioni essenziali per la tenuta di una società complessa e articolata come la nostra. Sono parte integrante dell’Italia di oggi.<br /> La contrapposizione tra «noi» e «loro» , «autoctoni» e «stranieri» è destinata a cadere, lasciando il posto alla consapevolezza che oggi siamo «insieme», vecchi e nuovi cittadini impegnati a mandare avanti il Paese e a costruirne il futuro.<br /> Vogliamo che finisca, qui e ora, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell’agire delle persone. <br />Il nostro primo obiettivo è organizzare per il 1° marzo 2010 una grande manifestazione non violenta dal respiro europeo, non solo con la Francia che con la <em>Journée sans immigrés, 24h sans nous</em> ci ha ispirato, ma anche con la Spagna, la Grecia e gli altri Paesi che si stanno via via attivando. Vogliamo stimolare insieme a loro una riflessione seria su cosa davvero accadrebbe se i milioni di immigrati che vivono e lavorano in Europa decidessero di incrociare le braccia o andare via. <br /> Il 1° marzo faremo sentire la nostra voce in modi diversi, che saranno definiti, di concerto con i comitati territoriali, in base alla concreta praticabilità e all’efficacia. Non ci precludiamo nessuno strumento, ma agiremo sempre nel rispetto della legalità e della non violenza

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