2010-02-09 09:58:22
>[La Repubblica Firenze, 09/02/10]<br />Non solo favori alle imprese «più uguali delle altre» ma anche sacrifici drammatici imposti al territorio. Sono i due fronti dell’inchiesta sull’urbanistica di Barberino del Mugello nella quale è indagato, fra gli altri, l’assessore regionale Paolo Cocchi (Pd). Per quanto riguarda i sacrifici, se la valle di Bellosguardo sta per scomparire sotto un milione di metri cubi di terre di scavo delle gallerie della variante di valico per trasformarsi in un’immensa area di servizio, e se la cava di Prugnana diventerà una discarica, un’altra località un tempo amena ha già pagato a caro prezzo le decisioni di Comune, Provincia, Regione, Soprintendenza, Ministero e Società Autostrade. Si chiama Fienile. Era un pendio collinare verde che da un bosco e dall’omonimo borgo scendeva fino al fosso della Gora ed era in parte coltivato a pascolo punteggiato da ginestre e in parte terrazzato con muretti a secco e coltivato ad olivi. Qualcuno lo ricorda come un paradiso. Per sfortuna di chi lo aveva scelto per abitarvi, il pendio era segnato da una paleofrana, cioè un movimento geologico che può aver avuto origine più di 10 mila anni fa e che continua a scivolare lentissimamente verso valle. Tanto è bastato per qualificare il Fienile come area degradata e per decidere di sottoporla a «rimodellamento ambientale». COSÌ il Fienile è diventato un Prevam, che vuol dire Progetto paesaggistico di restauro e valorizzazione ambientale. L’area è stata espropriata per 5 anni e data in gestione all’impresa Toto, che sta realizzando il lotto 13 Aglio-Barberino della variante di valido e scavando la galleria Manganaccia. Sono state sradicate oltre mille piante di olivi ed è cominciato il «rimodellamento» con terre di scavo. Di fatto il Fienile è diventato una discarica. E a un primo permesso di riversare 300 mila metri cubi di terra ne è seguito un secondo che ha raddoppiato il volume del materiale utilizzabile per «risanare» l’area. Al posto del pendio, a fine lavori gli abitanti del Fienile avranno una collina alta 15 metri davanti alle loro case. Intanto da anni respirano polvere e convivono con incessanti rumori di autocarri e ruspe. Quando sulla terra argillosa proveniente dagli scavi è stata gettata calce viva hanno avuto problemi agli occhi, poi hanno visto il terreno ricoperto da reti in pvc e i fanghi scendere giù nel torrente e finire poi nella Sieve e nel lago di Bilancino. Una segnalazione dell’Arpat è stata archiviata perché la «riqualificazione ambientale » ha ricevuto le autorizzazioni necessarie. Gli abitanti però non si rassegnano, non perdonano l’amministrazione comunale per aver consentito lo scempio, continuano a chiedersi se la scelta di quei terreni non abbia fatto parte di un giro di favori. «Il territorio è stato trasformato in modo radicale, abbrutito, distrutto», scrive il professor Corrado Bogliolo. E non basta, perché ora i lavori minacciano una condotta sorgiva privata. Sul prato prospiciente le case è stata collocata una cisterna azzurra con base in cemento. La Società Autostrade ha scritto al Comune che la cisterna è stata predisposta per «approvvigionamento idrico di emergenza nel caso che l’attività di realizzazione di rimodellamento ambientale arrechi accidentalmente danni alla condotta privata». Un linguaggio «offensivo», secondo il professor Bogliolo, che ha protestato con il nuovo sindaco Carlo Zanieri: «Si parla di “rimodellamento” a dispetto della realtà: meglio sarebbe prendere atto della devastazione che è stata portata a questa serena e salubre vallata del Mugello, mentre ci si prepara a innalzare un’altra collina ». Un altro abitante del Fienile, Sergio Casagli, che ha documentato il disastro con decine e decine di foto, puntualizza: «Io non mi batto per il mio cortile. Io sostengo che ogni cortile minacciato è di tutti e che il Mugello ha subìto fin troppe violenze e ha bisogno di essere lasciato in pace». <br />Franca Selvatici

Redazione

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