2010-02-25 15:47:18
>[perUnaltracittà 24/02/2010] Per spuntare prezzi più alti si potrebbero stravolgere le destinazioni d’uso<br /><br />Se la logica delle alienazioni di pezzi importanti del patrimonio immobiliare è quella di far cassa, per ottenere la massima valorizzazione degli edifici c’è il serio rischio che si prevedano destinazioni d’uso che non tengono conto degli equilibri urbanistici, aprendo la porta alle ennesime speculazioni.<br />Rischio che si aggiunge all’allarme sui conti lanciato ieri dai Revisori del bilancio e che ci rafforza nella nostra convinzione: vendere il patrimonio immobiliare del Comune è un’operazione dal risultato incerto e una mossa sbagliata di principio.<br /><br />Come recita il detto popolare, “chi vende, non è più suo”. Il Comune si trova oggi in una situazione economica pesante a causa di anni di investimenti sbagliati, sprechi, e probabili malversazioni su cui lavora la magistratura. Se degli errori passati non ha responsabilità l’amministrazione odierna, tuttavia non è davvero il caso di perseverare in una politica miope che, pur di avere la liquidità necessaria a FARE – in nome del consenso, di un’immagine “dinamica” e di un discutibile sviluppo – svende i gioielli di famiglia.<br /><br />La lista degli immobili che potrebbero essere venduti è lunga e sorprendente per i nomi che contiene: la villa di Rusciano o le Gualchiere di Remole per un verso, l’edificio che ospita il CPA dall’altro: edifici di rilievo storico architettonico, o luoghi in cui si svolgono importanti attività sociali e culturali. E che dire della possibile vendita di Palazzo Vivarelli Colonna in via Ghibellina, oggi sede dell’Assessorato alla Cultura?<br /><br />Cosa succederebbe se un domani il Comune dovesse contrarre un mutuo? Un patrimonio impoverito potrebbe far mancare le garanzie ipotecarie.<br /><br />Per giunta, questa cessione dovrebbe servire a rendere possibile operazioni ancora fumose, come l’acquisto del Multiplex, che ieri lo stesso assessore Falchetti declassava a mera ipotesi.<br /><br />Riteniamo che sia necessario riflettere attentamente su quali interventi siano davvero imprescindibili e quale sia il loro costo, prima di mettere mano alle ricchezze più solide su cui Firenze possa contare, quelle dei propri edifici storici e monumentali, e salvaguardare quegli edifici finora ad uso pubblico che la vendita lascerebbe in mano a nuove speculazioni.

Redazione

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