2010-03-03 15:12:08
><strong><span style="font-size: x-small;">Intanto il Consiglio dovrà deliberare al buio </span></strong><br /> <br />Un fondo immobiliare in cui riversare i beni da alienare e le cui quote saranno cedute ai migliori offerenti sul mercato internazionale. Ecco la soluzione, ribadita oggi in Commissione urbanistica dall’assessore Falchetti, per far quadrare i conti del bilancio e predisporre investimenti di cui ancora si sa poco o niente. Allegato al bilancio sarà intanto presentato un elenco di immobili, oggi di proprietà del Comune e con destinazione di uso pubblico, tutti di grande rilievo: scuole, sedi di associazioni, uffici, ma anche Villa Strozzi, con annessi, scuderie e limonaia, e Villa di Rusciano – che non era affatto già alienabile come era stato detto dall’A.C. ma rientra in questa mandata; e poi ancora appartamenti, coloniche, negozi, bar… in tutto 23 immobili tra cui spiccano l’ex Meccanotessile e l’ex Mercato ortofrutticolo di Novoli. E, new entry, il Teatro Comunale, dopo che anche la seconda asta è andata deserta. E a tutti verrà tolta la destinazione a uso pubblico.<br /> <br />Ci siamo già espressi sulla scelta di impoverire il patrimonio immobiliare del Comune, e sulla poca chiarezza degli investimenti che verrebbero realizzati con il ricavato dell’operazione (a parte il discusso acquisto dell’ex Multiplex). Dopo i chiarimenti di Falchetti aggiungiamo: se il Comune si deve comportare "come un privato" che deve valorizzare al massimo le vendite del suo patrimonio, come potrà conciliare questo obiettivo, comune ad ogni azione speculativa, con il dovere dell’ente pubblico di procedere ad un governo del territorio equo e sostenibile? <br /> Come si coniuga un’operazione guidata solo da logiche di mercato – è ovvio che saranno attribuite destinazioni d’uso "appetibili" agli immobili da vendere – con una pianificazione del territorio in nome delle esigenze della collettività, che dovrebbe trovare le sue regole nel Piano Strutturale? Il quale è ancora di là da venire, come si deduce anche dall’ultimo scambio tra Comune e Regione. E in che rapporto sta il futuro P.S. con il "Piano di sviluppo del patrimonio" che, come abbiamo appreso questa mattina, la Giunta sta predisponendo?<br /> <br />Il 22 marzo, in fase di approvazione della delibera di bilancio, si chiede al Consiglio di deliberare al buio, su un elenco di beni di cui non solo ad ora si ignorano stato dei vincoli e stime, ma di cui non si può conoscere la destinazione, che – nella logica del Fondo immobiliare – sarà oggetto di contrattazione in fase di vendita. Il Consiglio viene così esautorato del ruolo di indirizzo, e non potrà neppure esercitare adeguatamente quello di controllo. <br /> <br />Rigettiamo questa visione in cui il territorio si riduce ad una proprietà privata da vendere al migliore offerente: i tecnici della finanza non possono sostituirsi agli urbanisti nella pianificazione del futuro della città, <span>e i rappresentanti eletti dai cittadini devono poter svolgere il loro ruolo consapevolmente</span>.

Redazione

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