Consulenze con il trucco, arresti nella notte.

  • Tempo di lettura:3minuti

2010-03-05 12:29:39

>[Il Corriere Fiorentino,05/03/2010]<br />La svolta dell’inchiesta fiorentina sulle grandi opere arriva nella notte. Quattro nuovi arresti ordinati dal gip Rosario Lupo su richiesta dei sostituti procuratori Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini mettono un primo punto fermo sulla vicenda della scuola marescialli di Castello. Per la procura anche quella è una «storia di ordinaria corruzione». Destinatari della misura sono Angelo Balducci, presidente del consiglio superiore delle opere pubbliche, Fabio De Santis, provveditore alle opere pubbliche della Toscana e Lazio, (loro già in carcere dal 10 febbraio scorso), l’imprenditore napoletano Francesco De Vito Piscicelli e l’avvocato amministrativista romano Guido Cerruti (ai domiciliari), entrambi interrogati lunedì e martedì dalla procura, entrambi usciti dalla procura convinti«di aver chiarito tutto». Per i quattro l’accusa è di corruzione. Nel documento di 342 pagine il giudice Rosario Lupo, lo stesso che ha firmato l’ordinanza di arresto prima di trasferire la competenza a Perugia, racconta i passaggi della complicatissima vicenda partita nel lontano 2001, quando la Baldassini Tognozzi vinse l’appalto di 456 milioni di vecchie lire. Il colosso delle costruzioni guidato da Riccardo Fusi, ora indagato per corruzione, perde l’appalto nel 2006. Quello che accade da quel momento in poi è il tentativo di riconquistare il cantiere perduto. Fusi comincia a lavorare su più fronti: quello politico, grazie all’amico di sempre Denis Verdini (anche lui indagato per concorso in corruzione) che cerca di metterlo in contatto con il ministro Altero Matteoli (del tutto estraneo alla vicenda), e poi sponsorizzando la nomina di De Santis al Provveditorato alle opere pubbliche della Toscana; ma anche quello imprenditoriale, grazie al rapporto con l’imprenditore De Vito Piscicelli, l’uomo che doveva lanciarlo nel mondo dei grandi appalti. La strada per riottenere l’appalto passa anche attraverso una consulenza. Per la Procura sono incarichi elargiti a professionisti amici che diventano il modo per fare la provvista della tangente, regolarmente fatturata, da poter poi spartire con il resto della banda. Pochi mesi di lavoro e guadagni alti: questo il meccanismo che servirebbe a «rifare il trucco » alle vecchie tangenti. Al banchetto di quell’opera infinita, è l’ipotesi degli inquirenti, devono mangiare l’imprenditore De Vito Piscicelli ma anche i due funzionari corrotti Balducci e Fabio De Santis. La tangente, ritengono gli inquirenti, probabilmente passa attraverso la consulenza affidata all’avvocato Cerruti. Nell’aprile 2009 Fusi ha la certezza che i lavori saranno tolti alla rivale Astaldi, la società che fino a maggio scorso si era aggiudicata il bando. Angelo Balducci e Fabio De Santis lo spingono ad affidarsi al legale che porterà il colosso delle costruzioni al traguardo ambito. Cerruti prende contatto con Fusi lo scorso aprile. Discutono il compenso che Fusi dovrà corrispondergli nel caso in cui la vicenda abbia un esito favorevole. L’avvocato ne parla in una conversazione con la sua collaboratrice di studio Raffaella Di Tarsia Belmonte, intercettata dai carabinieri del Ros. Lei parla dei termini dell’accordo: «In caso di raggiungimento entro il 31 dicembre 2009 dell’accordo extragiudiziale, il 2% dell’importo effettivamente incassato, poi liquidato entro 30 giorni. In caso di accordo extragiudiziale avente per oggetto la remissione nel possesso del cantiere è conferito lo 0,8% del valore dell’importo. Sono 250 milioni. Entro trenta giorni dall’accettazione sono 30 mila euro. E questi 30 mila rimangono anche se non si rag- giunge nessuno dei risultati». <br />Simone Innocenti Antonella Mollica

The following two tabs change content below.

Redazione

Il gruppo di redazione della rivista edita da perUnaltracittà