Il patto della cricca, il prezzario per le tangenti

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2010-03-06 08:29:18

><p>[La Nazione Firenze, 06/03/2010] <br />E’ per un attuale concreto pericolo di reiterazione del reato che sono state adottate le nuove quattro ordinanze di custodia cautelare, notificate all’imprenditore Francesco Piscicelli, 48 anni, all’avvocato Guido Cerruti, 66 anni, per i quali si prospetta anche un concreto pericolo di fuga. E per i funzionari pubblici Fabio De Santis e Angelo Balducci, già detenuti a San Vittore e Regina Coeli. E’ quanto si legge nella stessa misura, disposta dal gip Rosario Lupo per le indagini sulla scuola dei marescialli, eseguita l’altra notte dai carabinieri del Ros di Firenze. La procura aveva chiesto a Lupo anche l’arresto per l’imprenditore Riccardo Fusi. Per quest’ultimo però il gip non ha ritenuto «sussistere esigenze cautelari particolari». Per Balducci, De Santis e Piscicelli è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per Cerruti agli arresti domiciliari «in considerazione delle sue condizioni di salute». <br />Scrive il GIP: «La ‘mossa Cerruti’ non è altro che il modo per crearsi la provvista per il pagamento della tangente» riferendosi all’incarico che l’avvocato Guido Cerruti «su indicazione di Balducci e De Santis, richiede a Riccardo Fusi», della Baldassini Tognozzi Pontello, in merito alla vicenda della scuola marescialli dei carabinieri.<br />Illustrando la consulenza legale affidata dalla Btp a Cerruti per un contenzioso fra ministero e impresa, il gip sottolinea come sia «la controparte pubblica (Balducci e De Santis) che suggerisce a Fusi quale legale nominare», cioè Cerruti. «Balducci e De Santis – scrive il gip – hanno riservato agli amici lucrosi incarichi, che altrimenti non sarebbero stati loro conferiti; con riferimento all’incarico professionale in favore di Cerruti i pm sostengono anche che parte del compenso sarebbe dovuto andare proprio ai due pubblici funzionari e sicuramente l’inutilità dell’incarico e la sproporzione del compenso, rispetto all’effettivo contributo di Cerruti, sono indizi gravi, precisi e concordanti in tale direzione».<br />Del resto, continua il gip, «le tangenti in denaro hanno sempre una giustificazione contabile e anzi, la prassi giudiziaria insegna che spesso le provviste si ottengono attraverso false fatturazioni e false consulenze». «Ulteriore indizio circa la destinazione di parte del compenso ai pubblici funzionari è che dalle intercettazioni emerge che Cerruti, pur contrattando il compenso con Fusi, tiene al corrente De Santis di tutti i passaggi della trattativa sul punto; tale stranezza si spiega solo con il cointeresse di De Santis». Il gip definisce Cerruti «un personaggio chiave» e «un soggetto che gestisce indebitamente un potere enorme» ricordando come il suo ruolo, così come emerge dalle intercettazioni, sia «trasversale: egli, ad esempio, pilota il conferimento degli incarichi di consulenza ad opera della Camera arbitrale dei lavori pubblici di Roma».<br />Il Ministero ipotizza una corruzione continuata che vede protagonisti da un lato l’imprenditore Riccardo Fusi (unitamente al suo socio Bartolomei), in qualità di privato corruttore, e dall’altro, in qualità di pubblici funzionari corrotti Angelo Balducci e Fabio De Santis che nel periodo delle indagini hanno ricoperto vari ruoli nell’ambito di strutture pubbliche governative e non. Fusi in tale opera corruttiva si è avvalso dell’intermediazione dell’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, del suo amico onorevole Denis Verdini e di Cerruti. L’oggetto della corruzione sarebbe duplice: da un lato la reimmissione della società del Fusi, la Btp srl, nel cantiere relativo alla costruzione della Scuola Marescialli di Firenze e dall’altra l’aggiudicazione di appalti relativi alla celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. «Questa è la storia di una serie di fatti corruttivi che riguardano pubblici funzionari che operano presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. In relazione ai “grandi eventi”, sono emersi in posizione di preminenza all’interno della struttura amministrativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, tre pubblici funzionari, Guido Bertolaso, Angelo Balducci, Fabio De Santis, che, ricoprendo ruoli complementari, hanno costituito una catena di comando potentissima, omogenea, efficiente, snella, con capacità di spesa enormi».<br />L’indagine peraltro ha mostrato come la corruzione sia una costante tra i funzionari del Dipartimento ed in particolare, per la vita professionale di Balducci e De Santis. Nel gennaio 2009, con il decisivo intervento di Verdini, De Santis viene nominato Provveditore alle opere pubbliche della Toscana, dell’Umbria e delle Marche. Questa nomina – niente affatto scontata in considerazione della non adeguata qualifica professionale di De Santis – costituisce, indubbiamente, un riconoscimento in suo favore per l’apporto che egli ha fornito, e per quello che continuerà a fornire, alla causa di Fusi. Ma, è anche lo strumento per dare definitiva esecuzione al patto corruttivo.<br />Spetta, sostanzialmente, agli arrestati l’individuazione delle società cui attribuire l’appalto per la realizzazione di importanti e costose opere pubbliche; spetta a loro la scelta di progettisti, consulenti, controllori e di ogni altra figura professionale necessaria; essi sono in grado di determinare tutto l’iter procedimentale,dall’ideazione dell’opera alla realizzazione dell’evento, fino al pagamento dei corrispettivi. Con riferimento ai poteri affidati loro in relazione alle gare di appalto inerenti il Vertice G8, così si esprime De Santis: «C’abbiamo la patente per uccidere… cioè possiamo piglia’ tutto quello che ci pare …». E’ accaduto dice il gip, «che Balducci e De Santis hanno individuato una ristretta cerchia di imprenditori – Anemone, De Vito Piscicelli, Cerasi Claudio e Cerasi Emiliano, Valerio Carducci, Gaetano Ciotola ed altri – ai quali hanno assegnato, ora all’uno ora all’altro, l’appalto per la realizzazione di opere pubbliche importantissime, ricevendone in cambio autovetture, telefoni cellulari, lavori di ristrutturazione su immobili di proprietà, mobili per arredamento, soggiorni vacanza, piaceri vari per amici, viaggi, lavoratori dipendenti a disposizione, posti di lavoro per parenti e amici, prestazioni professionali varie – anche sessuali. Quello che emerge è un sistema di corruttela consolidato e collaudato, esteso ed efficiente, che coinvolge alcune decine di persone, annidato al vertice dell’organizzazione statale, all’interno della struttura amministrativa della Presidenza del Consiglio e, per ciò stesso, altamente pericoloso».  <br />di Amadora Agostini

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