2010-03-06 08:27:42
><p> [La Nazione Firenze, 06/03/2010] <br />Genesi soffertissima quella della ’Scuola Marescialli’ sull’asse Roma-Firenze. Due anni di intercettazioni e l’appalto eterno rischia di travolgere tutto e tutti: Dipartimento Infrastrutture, nella Capitale, l’onorevole Denis Verdini e il costruttore Riccardo Fusi legati da antica amicizia; il faccendiere-mediatore Francesco De Vito Piscicelli, l’avvocato Guido Cerruti, legale per conto dell’imprenditore pratese. E il Provveditore per le opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis. <br />Fusi riceve in dote il mega appalto (200 milioni) nel 2001. Nel 2006 se lo vede sfilare da Astaldi (l’appalto costa ora 260 milioni) con procedura di esecuzione in danno avviata dal Ministero a causa di un contenzioso sull’indice di sismicità da rispettare: il progetto lo fissava a 1, per l’impresa deve essere 1.4. Fusi perde, ma ingaggia un braccio di ferro con lo Stato e nel 2007 vince un lodo arbitrale da 34 milioni come indennizzo. L’8 maggio 2009 i lavori vengono sospesi per una perizia di variante; stop non condiviso dal responsabile unico del procedimento (Rup) che viene sollevato. Al suo posto Sergio Fittipaldi che — rilevano i carabinieri — «è stato coinvolto come direttore dei lavori in un’inchiesta per i lavori del parcheggio di piazza Ghiberti. Eseguiti dalla Btp». Le speranze per Fusi di tornare in sella vengono alimentate da Francesco De Vito Piscicelli un mediatore che «dopo dieci anni di buttamento di sangue» ha acquisito un credito di dubbia liceità. Conosce Fusi, si attiva, promette, lo incontra. Per il suo ’disturbo’ gli chiede un milione e 500mila euro. Una tangente. O è concussione? Ma per Fusi (e Bartolomei) — un’azienda che dà lavoro a 1000 persone, 3000 con l’indotto — la possibile svolta è datata 2009. Prima con la nomina a provveditore delle opere pubbliche della Toscana di Fabio De Santis, sembra su indicazione dell’onorevole Denis Verdini: la competenza tecnica della ’Scuola’ passa per l’appunto al Provveditorato toscano. «E perché si integri il rapporto corruttivo non c’è bisogno della bustarella, vale l’aiuto concreto in cambio di una nomina di prestigio» scrive il Gip Lupo nell’ordinanza su De Santis. In questo contesto l’avvocato romano Guido Cerruti, ritenuto organico alla ’cricca’ della Ferratella, diventa il legale di Fusi: sarà più volte intercettato al telefono con De Santis. Il legale deve seguire la transazione Bpt-Avvocatura di Stato: Fusi spiega di esser pronto a riprendere il lavoro, l’esecutività del lodo può attendere, a condizione che il ministero gli riconosca 17 milioni (la metà dei 34) e un incremento del 26% rispetto al contratto iniziale da 200 milioni.<br />Cerrui per gli investigatori «concorda con Fusi il 2% dell’importo incassato in caso di risarcimento a Bpt oppure dell’0,8% dell’appalto (250-260 milioni) in caso di riaffidamento dei lavori all’impresa». Invia una parcella in bianco a Fusi: secondo le accuse serve a creare una provvista per pagare Balducci e De Santis. «Cerruti è un personaggio chiave, un soggetto che gestisce indebitamente un potere enorme» scrive il gip che insieme ai pm ritiene Cerruti al corrente della presunta combine per restituire a Bpt l’appalto di Castello. E infatti, nonostante la nomina di una commissione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il Dipartimento Infrastrutture (chi sollecita in tale direzione?) esercita il diritto di recesso contro Astaldi — questione di varianti al progetto — con lettera della direttrice Maria Pia Pallavicini, datata 1°febbraio, 9 giorni prima dei primi 4 arresti. E’ dei giorni scorsi, infine, la notizia che Astaldi ha ricevuto l’appalto come confermato da Ottavio de Luca, segretario del sindacato Filca-Cisl. <br />giovanni spano </p>

Redazione

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