8 marzo, più denunce delle donne ma diminuiscono i soldi per aiutarle

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2010-03-09 11:02:51

>[La Repubblica Firenze, 09/03/2010]<br />Donne aggredite fisicamente  o psicologicamente, spesso  dai propri mariti, fidanzati o  ex compagni, quasi sempre tra le mura  domestiche. In Toscana sono sempre  di più coloro che chiedono aiuto,  mentre diminuiscono i fondi per i  centri anti-violenza. Soltanto a Firenze,  per il 2010, il taglio da parte del  Comune è stato di 50 mila euro. Mentre  a livello regionale rimane priva di  linee guida la legge contro la violenza  sulle donne approvata due anni fa.  A denunciare la situazione,  in occasione della  Festa della donna, è l’associazione  Artemisia, che offre assistenza  a vittime adulte e a minori  nei casi di violenza fisica, psicologica,  sessuale, economica e persecuzioni.  Secondo gli ultimi dati disponibili le richieste d’aiuto da  parte di donne in difficoltà, a Firenze  e provincia, sono state 747  nel 2009, contro le 673 del 2008 e  le 650 del 2007. In città i casi registrati  sono stati 319. Mentre nove,  con dieci bambini, sono state le  donne accolte nelle case-rifugio,  due appartamenti dall’indirizzo  anonimo riservati alle vittime  considerate più a rischio, che vi  possono rimanere fino a 6 mesi in  attesa di essere pronte a reinserirsi nella vita sociale e lavorativa.  Quanto al resto della regione, i  dati raccolti da Tosca, il Coordinamento  dei centri anti-violenza  della Toscana, a cui aderiscono  otto strutture a Firenze, Arezzo,  Prato, Montecatini, Viareggio,  Lucca, Pisa e Grosseto, quantificano  in 2041 le richieste d’aiuto, con 31 donne e 41 bambini accolti  nelle case-rifugio. Sono 13, infine,  di cui dieci attualmente in cura,  gli uomini che si sono rivolti fino  ad oggi al Cam, il Centro di  ascolto per uomini maltrattanti  realizzato lo scorso ottobre in collaborazione  con Cesvot.  «Le vittime possono contattarci  direttamente o essere indirizzate  a noi dai servizi sociali, dai  pronto soccorsi o dalla polizia»,  spiega la presidente di Artemisia  Nicoletta Livi Bacci. La quale chiarisce: «Non a tutte le richieste  d’aiuto corrisponde una denuncia  penale. A volte si tratta semplicemente  di donne che hanno  bisogno di un sostegno psicologico  perché non sanno come fare a  lasciare il partner, o a costruirsi una vita indipendente. La denuncia  diventa obbligatoria nei casi  più gravi, quando è richiesta la  protezione nelle case-rifugio, anche  perché spesso vi sono coinvolti  dei minori. Si tratta di soluzioni  limite, che adottiamo quando riteniamo che sia a rischio la  vita della vittima». «L’aumento  delle richieste – spiega poi la presidente  di Artemisia – non è necessariamente  legato a un’impennata  degli episodi di violenza,  ma ad una maggiore consapevolezza  da parte delle donne. C’è  meno paura e più informazione,  grazie anche al tam tam fra le straniere,  che rappresentano il 30 per  cento del totale e che spesso sono  le più sole, perché non trovano  solidarietà all’interno della propria comunità o della propria famiglia.  In generale, comunque, le  tante campagne di sensibilizzazione  a livello nazionale o locale  stanno funzionando».  A scarseggiare sono invece i finanziamenti.  Nel 2010, a causa  dei tagli al sociale, Artemisia riceverà  da Palazzo Vecchio soltanto  196 mila euro, contro i 245 mila  del 2009. A risentirne maggiormente  sarà l’assistenza ai minori, le cui risorse passeranno da 103  mila a 36 mila euro. E questo in un  contesto di difficoltà generalizzata:  «In Italia non esiste ancora una  legge nazionale contro la violenza  sulle donne. In Toscana abbiamo  una legge regionale, la 59 del  2007, che però rimane una dichiarazione  di intenti, priva di linee  guida e di finanziamenti specifici  », spiega Livi Bacci. «Abbiamo  avuto a disposizione minori  risorse a causa dei minori trasferimenti  da parte dello Stato, e abbiamo  cercato di spalmare il taglio  su più fronti per ridurre il danno», ribatte l’assessore comunale  alle politiche sociali Stefania  Saccardi, la quale assicura:  «Come presidente della Società  della salute mi impegno a chiedere  alla Regione un progetto ad hoc  contro la violenza sulle donne». Sempre in occasione dell’8 marzo,  il consiglio regionale ha poi  annunciato la propria adesione  alla campagna del Nobel Peace  Prize for African Women (Noppaw)  per l’attribuzione del Nobel  per la pace 2011 alle donne africane nel loro insieme.  <br />Gaia Rau

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