"Con lo stop al cantiere impossibile finire l´opera entro il 2011"

  • Tempo di lettura:2minuti

2010-03-13 08:03:09

><p>[La Repubblica Firenze, 13/03/2010]<br />E ora che succede con il Nuovo Comunale? Un altro pezzo di città finisce nelle aule dei tribunali: questa volta un tassello della Firenze del nuovo millennio. «E se per caso si dovesse fermare il cantiere, l´obiettivo di completare l´opera per il 2011, in coincidenza con i 150 anni dell´unità d´Italia salterebbe», dice il commissario governativo per il nuovo teatro Elisabetta Fabbri. <br />«Se per caso», dice Fabbri. Ma per Firenze il «caso» sarebbe un bel guaio. Nessuno che possa fornire certezze? «Attendo istruzioni, annullare gli atti di questa gara potrebbe mettere in discussione anche la realizzazione delle altre opere dei 150 anni poichè, a quanto mi risulta, tutti i bandi di gara sono stati concepiti in modo uguale». Il bello è che dal ministero dei beni culturali si dice l´esatto opposto: nessuno stop. I cantieri affidati all´impresa Sac, che secondo le (discusse) regole della gara si era presentata in abbinamento col progetto vincente dell´architetto Paolo Desideri, non subiranno interruzioni. E sarà ora il Consiglio di Stato a dover dire l´ultima parola <br />L´impresa Sac annuncia di aver già deciso di volersi immediatamente appellare al Consiglio di Stato, ancora prima di conoscere le motivazioni del Tar del Lazio. E nel frattempo fa intendere di non aver nessuna intenzione di mollare i cantieri. Ma se il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del Tar? Secondo il ministero, scatterebbero i risarcimenti ma i lavori andrebbero comunque avanti. A costo di pagare due volte il prezzo di un´opera già lievitato strada facendo, sarebbe l´impresa Sac ad ultimare i lavori. Davvero andrà così? Palazzo Vecchio intanto dovrà rivedere i tempi di vendita dell´attuale Comunale: chi comprerebbe senza avere la certezza di sapere quando il fabbricato sarà disponibile?<br />«Avevamo considerato un atteggiamento imprudente, a inchiesta in corso, la baldanza di Martini e Renzi nell´impegnare denaro per un progetto gravato da molti dubbi per i criteri di scelta e per i costi triplicati – dice Ornella de Zordo di «perUnaltracittà» – avevamo ragione». Marco Stella del Pdl chiede: «A cosa è dovuto l´aumento dei costi dagli iniziali 105 milioni agli attuali 236?» Mentre per Mario Razzanelli della Lega il problema è a monte: «L´appalto è stato bandito ed aggiudicato illegittimamente poiché il regolamento del Codice degli appalti non era ancora stato emanato».<br />di Massimo Vanni</p>

The following two tabs change content below.

Redazione

Il gruppo di redazione della rivista edita da perUnaltracittà