2010-03-13 08:05:30
><p>[La Repubblica Firenze, 13/03/2010]<br />Bagnati, infreddoliti, ma decisi a «andare avanti», come dice Masullo, metalmeccanico dell´«empolese in cassa integrazione». Avanti «anche da soli». Anche senza Cisl e Uil «che hanno approvato quell´imbroglio dell´arbitrato ideato dal governo per aggirare l´articolo 18». Avanti pure senza soldi, in cassa integrazione, licenziati. I 40 mila lavoratori, secondo il sindacato, o 10 mila secondo la questura, che ieri hanno sfilato nel centro di Firenze ci mettono un´ora e mezzo per entrare in piazza SS. Annunziata che non li contiene. Basta licenziamenti, dicono, basta con un governo senza politica economica, basta con le tasse che aumentano per i più deboli e con chi tocca l´articolo 18. «Berlusconi vai via», è il cartello più ripetuto. <br />All´aeroporto di Peretola sciopera, comunica la Cgil, il 100% e ferma 14 voli. Gli Uffizi sono chiusi, alla Coop si sentono i disagi, chiusi sportelli bancari e delle poste, aule di scuole. I dati sindacali parlano del 70% fermi nell´indotto AnsaldoBreda, il 63% nello stabilimento, il 95% nel gruppo Gucci, l´85% alla ex Answers di Pistoia. Manifesta numerosa tutta la Toscana. Molti i ragazzi e gli immigrati che chiedono il futuro che non hanno. «Una forza che sfida la crisi e chi se ne serve per il proprio interesse», è soddisfatto il segretario regionale Gramolati. <br />Ligabue canta e lo striscione rosso «Cgil Firenze» apre il corteo. C´è chi prende la tessera sindacale, ci sono i sindaci della provincia, il segretario Pd toscano Manciulli, gli striscioni dell´Anpi, del Pd, di Sel e Rifondazione. Il presidente della Provincia Barducci parla dal palco. I lavoratori Agile Eutelia di Calenzano hanno addosso il cartello: «licenziato». «Siamo da sei mesi senza stipendio – spiegano – Svaligiamo i genitori pensionati». Che sono più indietro: «Non dobbiamo più pensare solo a noi ma anche ai figli licenziati». C´è il Pignone «contro un governo che ha rifiutato di prorogare la cassa integrazione e così spedisce la gente sul lastrico». Ci sono tutte le fabbriche, GE Transportation ha paura «perché vogliono creare un centro di ingegneria e portarlo a Catania», gli operai della Seves in cassa integrazione straordinaria sono ormai sgomenti. Erika di Selex Comunications dice che «non si tollera più niente quanto a lavoro, democrazia, etica, senso civile, dignità». Dice che «bisogna avere noi, la gente, la forza di combattere. Il Pd non ce la fa». Ma ci sono anche il Teatro del Maggio, la scuola, Gucci, Ferragamo, la Malo in vendita, Esselunga, Excelsior e Grand Hotel. Una bandiera azzurra della Uil. In piazza Fuso dice: «Lo sciopero non è della Cgil, ma dei lavoratori, i pensionati». <br />di Ilaria Ciuti

Redazione

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