2010-03-10 10:52:11
>[La Repubblica,10/03/2010]<br />NON li hanno fermati freddo e neve.Ieri mattina per un’ora i lavoratori della Richard Ginori di Sesto hanno scioperato e presidiato il cancello della manifattura impedendo, per quell’ora,l’entrata e l’uscita delle merci. Con ogni probabilità oggi ripeteranno la protesta e lo faranno ancora nei giorni prossimi. Ogni mattina si ritroveranno sui cancelli all’entrata in fabbrica e decideranno sul momento cosa fare. Niente avvisi dal giorno prima. La protesta sarà articolata momento per momento. E’ nata dopo che da venerdì scorso i lavoratori hanno decretato in assemblea e in quattro ore consecutive di sciopero lo stato di agitazione. Protestano contro l’annuncio dato dalla direzione aziendale di valutare la possibilità di terziarizzare, ovvero di trasferire all’esterno, il reparto serigrafia che viene definito«strategico» per la produzione. Si tratta del reparto in cui sette persone disegnano le decalcomanie che poi, applicate sulla porcellana, producono i famosi disegni e le pregiate decorazioni Ginori.I 350 lavoratori sono in allarme da quando le rsu, in seguito alle voci che sempre più insistentemente circolavano in fabbrica, sono andati a chiedere direttamente spiegazioni all’ azienda di proprietà della Starfindi Roberto Villa. «L’azienda -racconta il delegato Giovanni Nencini – non ha negato, non ha voluto dare spiegazioni circostanziate ma ha ammesso di essere in trattativa con un altro soggetto, appunto per portare all’esterno i lavori della serigrafia. L’unica cosa che non è chiara è se Starfin intenda cederla interamente a terzi o formare una società partecipata. Ma la differenza non sarebbe molta. Quello che è grave è che si sia deciso di rompere l’unità della fabbrica». In ogni caso, società terza o società partecipata, l’uscita dallo stabilimento della serigrafia sarebbe l’inizio di quello che i lavoratori e i sindacati temono sia il futuro «spacchettamento»della storica manifattura. Oggi via la serigrafia, domani via il magazzino e avanti con tutto quello che è di servizio alla produzione verta e propria. Un indebolimento dello stabilimento e una minaccia per l’occupazione che i lavoratori non intendono accettare e contro cui hanno deciso di combattere. <br />Ilaria Ciuti

Redazione

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