2011-03-13 11:12:17
><p><br />BERLINO<br />Angela Merkel ha annunciato una verifica degli standard di sicurezza delle centrali nucleari tedesche, alla luce della catastrofe nel reattore giapponese di Fukushima. La cancelliera non poteva rimangiarsi la decisione – presa l’autunno scorso dal suo governo di centro-destra – di prolungare in media di 12 anni l’esercizio dei reattori in Germania. Ma, mentre riprende la protesta contro la sua politica filonucleare – a cominciare dal Baden-Württemberg dove incombono elezioni – Merkel ha almeno voluto lanciare un messaggio di sensibilità e di attenzione per chi del nucleare non si fida.<br />«Quanto è avvenuto in Giappone è una cesura per tutto il mondo», ha detto Merkel al termine di una riunione «di crisi», convocata in tutta fretta con i ministri dell’ambiente, degli esteri e degli interni. Se un incidente del genere può avvenire anche in un paese con i più alti criteri di sicurezza come il Giappone, «nemmeno la Germania può tornare alla normale amministrazione come se nulla fosse».<br />Di qui l’impegno a verificare la sicurezza degli impianti tedeschi. E la proposta ai governi europei di fare altrettanto in tutto il continente.<br />Poche ore prima il ministro dell’ambiente Norbert Röttgen (Cdu) aveva cercato di minimizzare, dicendo che «possono essere esclusi danni per la Germania», perché il Giappone è lontano, e il vento spinge la nube radioattiva verso il Pacifico. Ma in termini politici il fallout della catastrofe giapponese si è già riversato sulla Germania, facendo riesplodere la rivolta contro la proroga del ricorso al nucleare.<br />Ieri 60mila persone hanno formato una catena umana di 45 chilometri tra la sede del governo regionale del Baden-Württemberg, a Stoccarda, e la centrale di Neckarwestheim. Il primo dei suoi due reattori è tra i più vecchi e insicuri in Germania. La protesta era in programma da tempo, in vista delle elezioni regionali del 27 marzo, ma le notizie dal Giappone le hanno dato un peso inatteso: gli organizzatori, che aspettavano 40mila partecipanti, ne hanno contati 20mila di più.<br />Il nucleare è uno dei fattori che fanno temere alla Cdu un Gau in Baden-Württemberg, storica roccaforte democristiana. I sondaggi segnalano un pareggio tra Cdu e Fdp, che ora governano la regione, e Spd, Grüne e Linke (i verdi veleggiano attorno al 20 per cento). La nube radioattiva di Fukushima rischia di rivelarsi fatale per un politico filonucleare come il ministro-presidente Stefan Mappus (Cdu). «Chi come Merkel e Mappus prolunga l’esercizio dei reattori, riduce la durata dei suoi governi», ha chiosato Jochen Stay, uno degli organizzatori della protesta contro il reattore di Neckarwestheim.<br />Nel 2002 la coalizione rosso-verde aveva fissato un calendario per la chiusura delle centrali tedesche. Il primo blocco di Neckarwestheim, progettato negli anni ’60 e entrato in esercizio nel 1976, avrebbe dovuto essere spento entro il 2010. La riforma voluta dalla Merkel gli prolungherebbe la vita di otto anni, anche se restano da fare i conti con la corte costituzionale: pende il ricorso presentato da cinque regioni, perché Merkel ha ritenuto di non dover consultare la camera dei Länder, il Bundesrat, dove già adesso manca una maggioranza per il nucleare.</p>
<p>Per entrambi i reattori di Neckarwestheim ci sono rischi geologici e sismici. La fossa del Reno, che include Neckarwestheim, è la più attiva zona sismica tedesca, sebbene con attività non paragonabili al Giappone. Nella stessa zona ci sono altri reattori a Philippsburg e Biblis, e il reattore francese di Fessenheim.<br />Per Neckartwesthein si aggiunge una particolare conformazione geologica. Dal 1998 il geologo Hermann Behmel ha lanciato l’allarme perché sotto la centrale ci sarebbe uno strato di gesso lambito dall’acqua, che vi scava cavità sotterranee. Nel 2002 a 4,5 chilometri dal reattore si è improvvisamente aperta nel suolo una voragine profonda 18 metri. La torre di raffreddamento della centrale è sprofondata di 40 centimetri, gli interventi per consolidarne le fondamenta sono costati più di dieci milioni di euro. Il geofisico Gerhard Jentsch ha riscontrato nel suolo «fessure verticali e molteplici linee di rottura». Anche una lieve scossa lieve potrebbe provocare crolli su strati geologici così precari. Ieri mattina Merkel, ricordandosi di esser figlia di un pastore evangelico, aveva detto che «di fronte alle forze della natura siamo impotenti…Siamo tutti nelle mani di Dio». In effetti in siti come Neckarwestheim sarebbe meglio non sfidare il creatore.</p>
<p><em>dal Manifesto</em>

Redazione

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