Tante radio e tv ora rischiano grosso

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2010-03-09 11:05:32

>[Il Corriere Fiorentino, 09/03/2010]<br />La notizia, che rischia di mettere  in ginocchio il mondo delle tv e  della radio locali, è arrivata il 27  febbraio scorso. Stop a tutti i finanziamenti  dati dal Governo fino  al 2008, il 60% delle spese sostenute  dalle emittenti per abbonamenti  ad agenzie di stampa, tra  il 40 e il 50% per l’energia elettrica  e il telefono. Una norma, contenuta  nel decreto ‘‘milleproproghe’’,  che pesa come un macigno sull’universo  delle radio, circa 20 e le  tv toscane, 42, interessate dal provvedimento, e che ha che ha  valore retroattivo, vale cioè, a partire  dallo scorso anno, il 2009.  Ballano posti di lavoro ed è a rischio  la qualità dei prodotti giornalistici  di queste  emittenti, da decenni  al servizio  delle realtà locali,  spesso trascurate  dai grandi media.  «Una decisione  che non poteva  passare inosservata—  dichiara Luigi  Bardelli, membro del Comitato esecutivo Aeranti-Corallo, l’associazione  di categoria dell’emittenza  locale, presidente Corallo e direttore  di Tvl Pistoia—e cui abbiamo  deciso di opporci con oltre  100 mila spot trasmessi in tutte le  emittenti interessate, riunioni e dibattiti  dedicati al tema».  Dei soldi tagliati, infatti, le  emittenti non possono fare a meno:  «Prendiamo i dati puri e semplici—  dice Boris Mugnai, editore  di Rtv 38 — Sono circa  140-150 mila euro annui che noi  ricaviamo dalle provvidenze sull’editoria,  tolti per un motivo che  a noi sembra non lineare». Il nodo  irrisolto, infatti, è perché il Governo  abbia deciso di eliminare i  finanziamenti: «L’operazione di  taglio è stata bipartisan, attacca le  tv e le radio locali, ma salva giornali  e radio di partito — afferma Bardelli — è questo che lascia  sconcertati».  «Senza dimenticare che sono soldi che si riferiscono al 2009—  aggiunge Isabella D’Antono, direttore  di Rete 37, Italia 7, 8 Toscana  —sono cifre inserite nel bilancio  del 2009, quindi già utilizzate.  Inoltre, è il periodo a essere difficile,  con il passaggio al digitale,  che comporta ancora più uscite, e  la crisi economica in atto». Lo ribadisce  anche Maurizio Salvi, direttore  di Toscana Tv: «Sono 50 mila euro i soldi  che ci spettavano  per il 2009. Ci facevano  molto comodo, in questi tempi  difficili, ogni  euro tolto è una  perdita significativa  — precisa — e  inoltre il Governo  è già in ritardo nei finanziamenti  degli anni precedenti, ci devono  ancora pagare il 2007 e il 2008».  Tra le emittenti più grandi della  Toscana, anche Telegranducato  Livorno: «Faremo di tutto per  non toccare l’occupazione — afferma  Fabio Daddi, direttore amministrativo dell’emittente—ma  la perdita è grave. Tocca spese effettive  che una tv ha se vuole fare  informazione».  Sul fronte radio, Corecom Toscana  ne conta 62 presenti nell’intera  regione. Quelle che finora  usufruivano dei finanziamenti statali, però, sono soltanto le circa  venti che fanno informazione.  Per accedere ai fondi, infatti, bisognava  avere una linea editoriale  che prevedesse un tot di ore di  programmazione dedicate alle notizie.  Ogni anno, a ciascuna delle  emittenti sovvenzionate, arrivavano  in media 30 mila euro: c’è il caso  di Radionostalgia (terza emittente  toscana, con 53mila ascoltatori medi giornalieri, dati Audiradio  2009) che ne riceveva circa 60  mila. E c’è quello di Radio Siena  (18 mila ascoltatori) che poteva  contare su un contributo pari a  circa sette-ottomila euro. «I tagli  del governo — spiega Enrico Viviano,  direttore di Radio Toscana  (quarta emittente, con 45 mila ascoltatori medi giornalieri) —  colpiscono prima di tutto la libertà d’espressione. Noi non rispondiamo  a logiche economiche particolari,  viviamo del rapporto diretto  con l’ascoltatore. Ci arrivano  continue manifestazioni di solidarietà,  ma qual è il dato di fatto?  Che il decreto è stato votato  da tutti, destra e sinistra». «In  una situazione del genere—ammette  Marinella Pedri, amministratore  di Radionostalgia — sarebbe  ipocrita negare che sono a repentaglio anche i posti di lavoro  ». Chi non intende intervenire  sui livelli occupazionali, dovrà tagliare  altrove. Molti rinunceranno  alle agenzie di stampa. Una  speranza, tuttavia, oltre che dalla  campagna in atto contro i tagli  (con spot a ripetizione su tutte le  emittenti) arriva dagli ascoltatori. RadioWave, costola radiofonica  di Italia Wave, ha in programma  serate live per raccogliere sottoscrizioni  e abbonamenti. Controradio  (32 mila ascoltatori medi  giornalieri) può contare già su  più di mille iscritti alla propria community, disposti a versare  dai 25 ai 50 euro l’anno.  <br />Elisa Assini  Filippo Bernardi

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