2010-04-24 08:15:11
>[La Repubblica Firenze, 24/04/2010]<br /> Il 1° maggio vacilla. Se venerdì scorso era certo che Palazzo Vecchio si sarebbe opposto a qualsiasi richiesta commerciale che, in nome alla lotta alla crisi, facesse cadere uno degli ultimi tabù, ora non è più altrettanto sicuro che la festa-simbolo del lavoro resti in piedi. Perlomeno ieri, la giornata che si è svolta al capezzale del 1° maggio con ampliamento alla notte bianca del 30 aprile è stata convulsa. E in fine serata il Comune non aveva ancora deciso. Se ne riparla lunedì. Ma il no deciso di venerdì scorso a ogni ipotesi di deroga non è più così incrollabile. Causa la richiesta ufficiale di apertura, e non più a parole, delle tre associazioni dei commercianti, Confesercenti, Confcommercio e Cna. E causa l´esser venuti a conoscenza che altre città d´Italia, compresi i due Comuni di centro sinistra di Torino e Genova, il 1° maggio lo hanno già sconsacrato e restano aperti. <br />Di certo si sa che da principio il vicesindaco con delega al commercio Dario Nardella non era favorevole all´apertura. peraltro contrastata con decisione dai commessi che si ribellano a lavorare il 1° maggio. Ora però la chiusura non è più così netta. L´amministrazione ne sta discutendo. Nardella resta convinto di una cosa: «Le regole vanno rispettate. Ancora non abbiamo deciso. Ma se decidessimo la chiusura, i negozi devono restare chiusi». Si sa anche che invece il sindaco Renzi è nettamente favorevole all´apertura e considera l´obbligo di chiusura ormai superato per una città moderna vivace e ospitale, come sottolineano i commercianti.<br />La preoccupazione che ieri faceva esitare Palazzo Vecchio era soprattutto che se i negozi aprono il 1° maggio potrebbero chiudere invece la notte bianca immediatamente precedente, notte per cui l´amministrazione aveva appena chiesto ai sindacati dei commessi l´assenso all´apertura fino alle sei. In più la ribellione dei commessi si fa già sentire. «In questo modo – protesta Enrico Talenti della Filcams Cgil – si lavorerebbe due giorni di seguito senza interruzioni». Ieri, due gli incontri dell´amministrazione. Con le associazioni dei commercianti e con i sindacati dei commessi. Dice la segretaria fiorentina della Filcams Cgil, Carla Bonora: «L´unico compromesso possibile è l´apertura durante la notte bianca fino alle due del mattino invece che a mezzanotte. Fino alle sei no. E il 1° maggio chiusura assoluta». <br />I sindacati sono sul piede di guerra. «I negozi del centro – spiega Talenti – stanno già aperti 361 giorni su 365. Non sarà cancellando la festa dei lavoratori che si vincerà la crisi. Alla fine sparirà anche Natale». Altro che città aperta, secondo la Cgil. «L´unica vivacità sarebbe il consumo – continua Talenti – Non si capisce perché debbano stare aperti solo i negozi e non i servizi, gli asili, i trasporti. Chi mai si preoccupa se le donne, che sono la maggior parte dei commessi, rischiano a tornare a casa la notte senza mezzi di trasporto o se, il giorno di festa per tutti gli altri, non sanno dove lasciare i figli?».<br />di Ilaria Ciuti

Redazione
