Riposando si “salvaguarda il tessuto connettivo”

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2010-04-28 09:06:34

>[La Repubblica,28/04/2010]<br />«A lungo andare, per tenere insieme una società è molto più utile fare festa in momenti significativi come il 1° maggio, che trovare un negozio aperto a mezzanotte….».Luciano Gallino, sociologo del Lavoro, non ha dubbi: la festa del lavoro va lasciata festa a tutti gli effetti. Perché «anche se lì per lì», astenendosi dal lavorare, «sembra che si rinunci a un maggiore benessere», in realtà «si investe sull’integrazione sociale, senza la quale, prima o poi, una comunità sconta sempre dei danni gravi», nonché «costi quantificabili anche economicamente». E’ vero, ammette il sociologo, «la crisi può imporre delle valutazioni di convenienza immediata, per esempio il profitto dei negozi che restano aperti». Eppure, «le ragioni economiche ed utilitaristiche non devono far perdere di vista l’importanza di «salvaguardare il tessuto connettivo della società», di cui «riti civili come il 1° Maggio rappresentano elementi preziosi e irrinunciabili». Tanto più se, come in questo caso, «non si tratta di pure invenzioni, ma di celebrazioni con un perché spaccia per modernità un meccanismo-trappola secondo cui tutto deve essere utile per avere un valore», e «solo la liberalizzazione totale dell’offerta risponderebbe alle esigenze dello sviluppo». Mentre non è così: occorre distinguere, dice Gallino, «fra giuste esigenze di flessibilità, i bisogni, le sensibilità, le tendenze positive della società, dalle richieste biecamente utilitaristiche », ovvero «dalla liberalizzazione come feticcio», e assecondare solo i primi. E se è vero che avere orari più elastici nei negozi o più occasioni di svago può essere necessario, «guai però a rinunciare a certi momenti simbolici, che fanno salvo il senso profondo di una integrazione sociale», come appunto il 1° maggio. Che va perciò difeso, in questa sua funzione, «anche solo nel modo modesto che è chiudere un negozio». Non dimenticando mai che «a una società, come ai singoli individui, serve ogni tanto di sapersi fermare, per fare un lungo respiro senza pensare alle esigenze immediate». (m.c.c.) grande valore storico alle spalle, e che mantengono inalterata tutta la loro portata simbolica ». Sono, cioè, «rituali civili» che non ha senso delegittimare con la definizione di «ideologie »: «Sprecare questa parola in casi del genere, vuol dire non aver capito qual è la vera posta in gioco» sostiene Gallino. Lui ne è convinto: la tanto magnificata società «open 24h», «che dovrebbe rispondere alle nuove esigenze di flessibilità della domanda», è in realtà «terribilmente vecchia,

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