Sollicciano: "Ma la Giunta ha dato séguito agli indirizzi del Consiglio?"

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2010-04-26 15:58:21

>[perunaltracittà 26/04/10]<br /> <br />Tre giorni fa a Sollicciano c’è stato un altro caso di suicidio, il 21° in Italia dall’inizio dell’anno. Nelle carceri italiane la media degli ultimi anni è di almeno 50 suicidi e 600 tentativi di suicidio, oltre a innumerevoli casi di autolesionismo.<br /><br />Tutto questo in buona parte è dovuto alle condizioni di vita cui sono sottoposti i detenuti e le detenute in quasi tutte le strutture carcerarie italiane. E Sollicciano, dove è avvenuto l’ultimo suicidio, non è in situazioni migliori, come ben sanno le persone recluse e come testimoniano anche operatori e perfino guardie carcerarie, che arrivano a dire, nella persona del segretario del sindacato autonomo di Polizia penitenziaria: "E’ un carcere sovraffollato all’inverosimile". I dati parlano da sé: capienza ufficiale 463 detenuti, presenze attuali costantemente intorno alle 1.000.<br /><br />Questo è il dato più significativo, che si somma a quello altrettanto allarmante di un organico sottodimensionato per quei numeri: movimenti interni, aria, docce, mensa… tutto difficilissimo da gestire per la carenza di personale di custodia e di assistenza, e di educatori (ce ne sono 5, uno per quasi 200 persone, mentre la legge Gozzini prevede un rapporto di 1/25). <br /><br /><br />Consideriamo però la composizione della popolazione carceraria: a Sollicciano il 35% dei detenuti è tossicodipendente, quindi in buona parte potrebbe accedere alle misure alternative specifiche (affidamento in prova al SERT).<br />I detenuti in attesa di giudizio sono oltre il 58%. Fra questi il dato nazionale dice che oltre i 2/3 sono accusati di reati “minori”, e il 40% è destinato ad essere assolto.<br />Fra i detenuti condannati, il 65% (statistica nazionale) sconta pene o residui di pena inferiori a 3 anni. Questa è una soglia importante perché è il limite per accedere alle misure alternative più frequenti, la semilibertà e l’affidamento in prova ai servizi sociali.<br /><br />Tutto questo dimostra che applicando le normative vigenti si potrebbe intervenire da subito sul problema sovraffollamento, agendo sulle misure alternative. Fra l’altro uno studio del Dipartimento Amministrazione Carceraria ha rilevato che nell’arco di 7 anni dalla liberazione il tasso di recidiva di chi ha usufruito delle misure alternative è pari al 19%, mentre per chi ha scontato la pena in carcere è del 68%.<br /><br />Ma per dare la possibilità di accedere alle misure alternative bisogna che si intervenga su più fronti; e qui anche il Comune è chiamato a fare la sua parte: a questo mirava la mozione da noi presentata e poi approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale del 30 novembre 2009, che impegnava il Sindaco e la Giunta  a fare passi concreti, quali:<br />- verificare puntualmente delle condizioni igienico sanitarie della struttura, attraverso la ASL e la Società della Salute, per quanto riguarda in particolare le condizioni di vita dei detenuti e delle detenute nel rispetto delle norme contenute nel Regolamento di esecuzione dell’ordinamento Penitenziario (D.P.R. 230/2000),<br />- riferire alla IV Comm.ne lo stato di attuazione del passaggio della Sanità Penitenziaria al S.S.N.le in applicazione della legge 419/98, del d.l. 230/99 e del DPCM del 19 marzo 2008,<br />- intervenire con decisione sulle politiche di reinserimento, individuando anche strutture idonee all’accoglienza dei detenuti e delle detenute in permesso e ammessi alle misure alternative alla detenzione, come pure per sistemazioni anche temporanee al momento di fine pena.<br /><br />Non ci risulta che la Giunta abbia dato séguito a questi indirizzi del Consiglio. Ci chiediamo che cosa aspetti a fare quel che le compete per migliorare le condizioni di vita all’interno del carcere di Sollicciano.

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