Castello, ecco la clausola che blocca tutto sugli 80 ettari si può costruire solo il parco

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2010-05-05 14:12:26

>[La Repubblica,05/05/2010]<br />Secondo intralcio, i tempi invertiti: secondo la convenzione sottoscritta tra Comune e Fondiaria-Sai, il «contratto » oggi esistente, anche la consegna del parco di 80 ettari, che spetta allo stesso Ligresti realizzare a proprie spese, avviene solo a lavori finiti. A case ed uffici costruiti. Non prima. Da qui parte il parere legale di Giuseppe Pericu. Ed è qui la partita a poker sulla Cittadella viola. Una formidabile partita che Palazzo Vecchio deve giocare per forza, se non vuole prendersi la responsabilità di fermare tutto. Una partita da giocare tra due fuochi: da una parte Ligresti, il proprietario dei terreni di Castello con in mano la convenzione (e già alcuni permessi a costruire) che lo autorizza a gettare 1 milione e 200mila metri cubi di cemento, dall’altra Diego Della Valle e il suo progetto di Cittadella viola da 70-80 ettari. Per costruire il nuovo stadio Palazzo Vecchio deve prima avere la disponibilità dei terreni. E subito dopo, lanciare la gara di «project-financing» che potrebbe avere i Della Valle come promotori. L’esatto contrario di quanto previsto dalla attuale convenzione, secondo il parere Pericu. A nome dell’amministrazione, il vicesindaco con delega allo sport Dario Nardella conferma ora la data del 21 giugno: «Non per il bando ma per lo studio di fattibilità per il project-financing che presuppone la ridefinizione urbanistica di tutta l’area di Castello ». Solo che per «ridefinire» il progetto Castello si deve modificare proprio la convenzione sottoscritta da Comune e Fondiaria- Sai. E se si vuol cambiare anche solo uno dei punti-intralcio, cioè l’obbligo degli 80 ettari a verde e la consegna dei terreni solo alla fite Andrea Barducci. Anche la Regione sembra ormai pronta alla retromarcia. Col risultato che una porzione di quello che c’era adesso non c’è più. D’altra parte costruire anche un solo negozio a supporto del nuovo stadio significa sottrarre qualcosa ai volumi concessi oggi a Ligresti, dal momento che il sinne, non c’è che una cosa da fare: mettersi a sedere e riaprire la trattativa con Ligresti. Motivi in fondo ce ne sono. La Provincia, che negli anni scorsi aveva pensato di costruire lì il proprio palazzo degli uffici, adesso ci ripensa: «Stiamo valutando altre possibili soluzioni», annuncia per la prima volta il presidente Andrea Barducci. Anche la Regione sembra ormai pronta alla retromarcia. Col risultato che una porzione di quello che c’era adesso non c’è più.qualcosa ai volumi concessi oggi a Ligresti, dal momento che ilsindaco Matteo Renzi ha già detto che i volumi non si cambiano e semmai si diminuiscono. Ligresti è d’accordo? E cosa chiederà in cambio? Per il momento non ha chiesto neppure il dissequestro dei terreni, sembra in attesa di controproposte. Il bello è che anche DDV sembra in attesa. Tutto gli appare incomprensibilmente immobile. E fa intendere di aspettare risposte un po’ da tutti.Aspetta risposte dal nuovo governo della Regione, la cui programmazione commerciale ha fin qui escluso nuovi insediamenti. Ma soprattutto aspetta risposte da Palazzo Vecchio. Sarà ancora pronto a mettersi in gioco e ad investire nella Cittadella quando le risposte arriveranno? Sul serio DDV parteciperà alla gara che il sindaco considera inevitabile? Né Palazzo Vecchio né Renzi hanno certezze. Ma sono condannati a procedere come se le avessero. Marciando dritti sulla strada indicata da Pericu: prima la disponibilità dei terreni e poi la gara di «project-financing». Giusto per arrivare, come si fa nel poker, avedere le carte dell’avversario. <br />Massimo Vanni.

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