2010-05-13 07:52:47
><div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">[Il Corriere Fiorentino, 13/05/2010]</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">Università II cda ha votato. Si prepara la protesta: «Martedì manifestazione simbolica al rettorato» «Fuori i ricercatori over quaranta» Loro: ricorso al Òàã. E occupiamo Tesi: «Bisogna tenere conto delle finanze». Ma c`è il paracadute delle deroghe Sessanta in pensione prima del tempo. Ieri pomeriggio il consiglio d`amministrazione dell`Università ha deciso: i ricercatori con quarant`anni di contributi versati possono togliere il disturbo. Si tratta dell`applicazione del pacchetto Brunetta, una legge discrezionale che i vertici di piazza San Marco potevano anche decidere di non applicare. Ma i soldi sono pochi e gli stipendi, 2500 euro al mese di media, sono tanti. Così, dopo un`ora di dibattito, il Cda ha votato a maggioranza: otto favorevoli (rettore, professori, rappresentanti d`area e personale tecnico), due astenuti (gli studenti) e un solo contrario, proprio il rappresentante dei ricercatori Alberto Di Cintio. Nei prossimi giorni, nella cassetta della posta, i primi 27 ricercatori troveranno la lettera che li ringrazia per l`operato e comunica la fine del rapporto di lavoro. Poco importa se la maggior parte di loro ha meno di sessant`anni o giù di lì. Ancor meno rilevante, secondo il Cda, il fatto che i «pensionati forzati» scontino il dazio di aver riscattato la laurea, pagandola fino all`ultimo centesimo. C`è infatti da salvaguardare un bilancio, quello dell`Ateneo, le cui spese sembrano sempre più gravose. Così, dopo personale tecnico-amministrativo e docenti, la mannaia del pacchetto Brunetta (133 del 2009, art 72) si abbatte sulla componente più delicata dell`Ateneo, quella che ricopre il doppio ruolo di ricerca e insegnamento. Come è noto, infatti, sull`attività di docenza dei ricercatori si regge circa il 40% della didattica complessiva. Una percentuale nazionale che non si fa fatica ad accostare alla realtà fiorentina. Per questo, e per «molti altri motivi», anche il rettorato di piazza San Marco riceverà una lettera: la convocazione del Tar del Lazio, a cui si rivolgeranno i ricercatori in bilico: «Abbiamo già deciso — ha commentato a caldo il consigliere Di Cintio — questa delibera è inconcepibile e scriteriata, fortemente discriminatoria per una serie di motivi che il tribunale non farà fatica a riconoscere. Come prima forma di protesta faremo un presidio e occuperemo simbolicamente il rettorato martedì mattina ale 9,30». Il rettore Alberto Tesi, al termine della seduta, ha difeso la decisione, giudicandola in linea con l`operato che la sua amministrazione ha svolto sin qui: «Se vogliamo dare un futuro a questa Università non possiamo ignorare lo scenario finanziario e il contesto normativo in cui ci stiamo muovendo. Per la considerazione giustamente dovuta ai colleghi, che molto hanno contribuito alla vita dell`Ateneo, le eventuali deroghe saranno oggetto di attenta valutazone». Le deroghe di cui parla Tesi sono quelle contenute nel documento approvato poche ore prima dal Senato accademico: per salvaguardare la presenza di competenze scientifiche e didattiche specialistiche, (ma anche per garantirsi il mantenimento dei contributi ministeriali del Fondo di finanziamento ordinario), il Senato ha disposto che alcuni ricercatori siano salvati dalla ghigliottina del pensionamento anticipato. In pratica, una commissione che deve essere ancora individuata giudicherà in tempi e modi ancora sconosciuti quali saranno i ricercatori indispensabili. L`Ateneo, infatti, deve fare i conti con l`offerta formativa appena approvata: 146 corsi di laurea, cinque in meno in meno rispetto all`anno scorso. Giorgio Bernardini 60 Ricercatori prepensionati nel triennio 2009-2011 (29 l`anno scorso, 17 quest`anno e nel 2011 146 I corsi di laurea dell`Università di Firenze: 5 in meno rispetto all`anno accademico 2009-2010 Alberto Tesi rettore dell`Università di Firenze</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">Rivoluzione per l`aeroporto</div>
<div id="_mcePaste" style="position: absolute; left: -10000px; top: 0px; width: 1px; height: 1px; overflow-x: hidden; overflow-y: hidden;">[La Repubblica Firenze, 13/05/2010]</div>
<div>[Il Corriere Fiorentino, 13/05/2010] Università II cda ha votato. Si prepara la protesta: «Martedì manifestazione simbolica al rettorato» «Fuori i ricercatori over quaranta» Loro: ricorso al Òàã. E occupiamo Tesi: «Bisogna tenere conto delle finanze». Ma c`è il paracadute delle deroghe Sessanta in pensione prima del tempo. Ieri pomeriggio il consiglio d`amministrazione dell`Università ha deciso: i ricercatori con quarant`anni di contributi versati possono togliere il disturbo. Si tratta dell`applicazione del pacchetto Brunetta, una legge discrezionale che i vertici di piazza San Marco potevano anche decidere di non applicare. Ma i soldi sono pochi e gli stipendi, 2500 euro al mese di media, sono tanti. Così, dopo un`ora di dibattito, il Cda ha votato a maggioranza: otto favorevoli (rettore, professori, rappresentanti d`area e personale tecnico), due astenuti (gli studenti) e un solo contrario, proprio il rappresentante dei ricercatori Alberto Di Cintio. Nei prossimi giorni, nella cassetta della posta, i primi 27 ricercatori troveranno la lettera che li ringrazia per l`operato e comunica la fine del rapporto di lavoro. Poco importa se la maggior parte di loro ha meno di sessant`anni o giù di lì. Ancor meno rilevante, secondo il Cda, il fatto che i «pensionati forzati» scontino il dazio di aver riscattato la laurea, pagandola fino all`ultimo centesimo. C`è infatti da salvaguardare un bilancio, quello dell`Ateneo, le cui spese sembrano sempre più gravose. Così, dopo personale tecnico-amministrativo e docenti, la mannaia del pacchetto Brunetta (133 del 2009, art 72) si abbatte sulla componente più delicata dell`Ateneo, quella che ricopre il doppio ruolo di ricerca e insegnamento. Come è noto, infatti, sull`attività di docenza dei ricercatori si regge circa il 40% della didattica complessiva. Una percentuale nazionale che non si fa fatica ad accostare alla realtà fiorentina. Per questo, e per «molti altri motivi», anche il rettorato di piazza San Marco riceverà una lettera: la convocazione del Tar del Lazio, a cui si rivolgeranno i ricercatori in bilico: «Abbiamo già deciso — ha commentato a caldo il consigliere Di Cintio — questa delibera è inconcepibile e scriteriata, fortemente discriminatoria per una serie di motivi che il tribunale non farà fatica a riconoscere. Come prima forma di protesta faremo un presidio e occuperemo simbolicamente il rettorato martedì mattina ale 9,30». Il rettore Alberto Tesi, al termine della seduta, ha difeso la decisione, giudicandola in linea con l`operato che la sua amministrazione ha svolto sin qui: «Se vogliamo dare un futuro a questa Università non possiamo ignorare lo scenario finanziario e il contesto normativo in cui ci stiamo muovendo. Per la considerazione giustamente dovuta ai colleghi, che molto hanno contribuito alla vita dell`Ateneo, le eventuali deroghe saranno oggetto di attenta valutazone». Le deroghe di cui parla Tesi sono quelle contenute nel documento approvato poche ore prima dal Senato accademico: per salvaguardare la presenza di competenze scientifiche e didattiche specialistiche, (ma anche per garantirsi il mantenimento dei contributi ministeriali del Fondo di finanziamento ordinario), il Senato ha disposto che alcuni ricercatori siano salvati dalla ghigliottina del pensionamento anticipato. In pratica, una commissione che deve essere ancora individuata giudicherà in tempi e modi ancora sconosciuti quali saranno i ricercatori indispensabili. L`Ateneo, infatti, deve fare i conti con l`offerta formativa appena approvata: 146 corsi di laurea, cinque in meno in meno rispetto all`anno scorso. Giorgio Bernardini 60 Ricercatori prepensionati nel triennio 2009-2011 (29 l`anno scorso, 17 quest`anno e nel 2011 146 I corsi di laurea dell`Università di Firenze: 5 in meno rispetto all`anno accademico 2009-2010 Alberto Tesi rettore dell`Università di Firenze.</div>

Redazione

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