2010-05-17 20:54:06
>[perUnaltracittà 17/05/2010]
<p>Nella giornata mondiale contro l’omofobia – promossa dall’Unione Europea per il 17 maggio come International Day Against Homophobia – soprattutto chi siede nelle istituzioni ha il dovere, almeno in questo giorno, di pensare a cosa voglia dire essere gay, lesbiche o transgender nella nostra città. Chiediamoci se Firenze è una città che accoglie oppure ancora discrimina persone con preferenze sessuali ritenute "non conformi", se le lascia sole a essere picchiate per la strada oppure no. Domandiamoci se abbiamo lavorato perché una corretta informazione entri in tutte le famiglie, nelle scuole, nella sanità, nelle istituzioni tutte. Oppure ci siamo anche noi resi complici dell’ignoranza e della violenza, fisica e psicologica, che invece di allontanarsi sta tornando. Se ci siamo preoccupati di investire soldi e cultura perché un giorno i nostri figli e le nostre figlie omosessuali e transgender possano vivere serenamente le loro scelte, dentro una città che li riconosce, li rispetta e li protegge. Se abbiamo concretamente sostenuto il lavoro delle associazioni che di questo da anni si occupano a Firenze, rendendola più civile con le loro campagne politiche e con le loro iniziative culturali. Oggi siamo tutti/e gay, lesbiche e transgender. Non è una provocazione: è solo un modo per costruire una città migliore.

Redazione

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