2010-05-23 21:12:36
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<p style="margin-bottom: 0cm;">[Corriere fiorentino, 23/05/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Nel programma per il Maggio musicale che Paolo Fresco ha appena abbozzato ci sono scelte, certo da condividere con tutto il Cda e con la nuova sovrintendente, che marcano la differenza rispetto al passato. Il nuovo vicepresidente del consiglio di amministrazione del Comunale ha una visione da capitano d’industria. Non stupisca, dunque, se al primo posto del suo programma mette l’aumento dei ricavi, costi quel che costi, anche tirando su i prezzi dei biglietti al botteghino.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Davvero sta pensando a questa ipotesi?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«È tutto allo stato embrionale. Io sono appena entrato nel Cda del Maggio e in verità le dico che di questo teatro intendo occuparmene al meglio, ma ne so ancora poco. Devo studiare le carte, i bilanci e la situazione gestionale».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">D’accordo, ma come si arriva a far lievitare i ricavi?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Ci sono tante strade: la prima è sicuramente quella di puntare su un teatro con più alzate di sipario. Bisogna stare aperti di più, puntando quindi non solo su una scelta di qualità ma anche di quantità. E in questo ci sarà d’aiuto il nuovo Parco della Musica, che ci darà non solo una nuova sala per concerti e opere, ma una struttura a vocazione culturale grande e di forte richiamo anche internazionale». E poi? «Ho appreso dal consiglio di amministrazione di venerdì che l’orchestra ha in programma varie trasferte, in India, in Giappone: anche quelle andrebbero aumentate, perché non ci danno solo visibilità, ma anche entrate fresche».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Basterà a far crescere le entrate?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Se dovesse essere necessario l’aumento dei prezzi dei biglietti…» Ho capito bene? «Sì, anche se la cosa va letta nell’ottica più ampia di realizzare, come le dicevo prima, dei ricavi più significativi».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Pensa che questo sia sufficiente per colmare il disavanzo di 2 milioni e 300 mila euro e per rilanciare il teatro come vorrebbe il sindaco Matteo Renzi?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Certo che no, ma è un punto di partenza basilare. Guardi, io porterò al Maggio la mia esperienza da capitano d’industria. E per esperienza le posso dirle che le industrie che funzionano sono quelle in cui le uscite e le entrate sono sbilanciate a favore di queste ultime. Quindi credo che bisognerà lavorare anche sulla riduzione dei costi. Non so dove e in che ambito, perché non conosco il bilancio nel dettaglio. Ma è fondamentale vedere se ci sono sprechi ed eliminarli. Soprattutto in un momento come questo, in cui si va verso un’ulteriore sforbiciata dei fondi pubblici. Perché se è vero che ovunque nel mondo la cultura ha bisogno di fondi pubblici, è ugualmente vero che la gestione di questa deve essere improntata a criteri di efficienza».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Poi ci sono i finanziamenti privati da trovare, la sua missione dovrebbe essere un po’ questa. Come si muoverà?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Mi lasci fare una premessa, poi proverò a rispondere alla sua domanda». Prego… «Sulla questione del fund raising bisogna che la città tutta si muova coordinata da un’unica cabina di regia. Se bisogna rilanciare l’immagine di Firenze, così da attrarre capitali privati, bisogna farlo pensando a tutto quello che di appetibile questa città può offrire: c’è il Maggio, ma non solo. C’è la bellezza di una città che è unica al mondo, c’è l’arte e il lavoro pregevole che stanno facendo i musei cittadini, penso a Palazzo Pitti (che ora ospita parte della mostra su Caravaggio e i Caravaggeschi ndr). Se si rilancia l’immagine di Firenze a tutto tondo, allora diventa più facile invogliare eventuali mecenati a investire».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Sì, ma quali potrebbero essere questi eventuali mecenati?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Per prima cosa io penso che debbano essere i fiorentini a dare il buon esempio. Poi, seguendo la logica di quanto le dicevo prima e ragionando su come si sta muovendo la città in questo momento, credo che si potrebbe approfittare dell’Anno Vespucciano (nel 2012, ndr), per invogliare il mercato americano ad investire su Firenze e perché no, magari anche sul Maggio. Ma per fare questo, le ripeto bisogna che ci si muova tutti insieme, coordinati».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Lei guarda ai mercati americani, giustamente. Però se chiede all’estero di associare il nome di un teatro italiano alla lirica, tutti le parleranno della Scala. Eppure artisticamente il Comunale non ha nulla da invidiare al teatro milanese. Cosa si può fare per cambiare questo stato di cose?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Per prima cosa non contrapporre il Maggio alla Scala. Non serve e non ce n’è ragione, visto che se lei parla con intenditori di musica e d’arte, in giro per il mondo, tutti le parleranno bene del Maggio. Detto questo credo che il problema non riguardi tanto il Comunale quanto l’immagine della città nel suo complesso».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Che immagine offre di sé Firenze all’estero, secondo lei?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Un’immagine vecchia e appannata. A fronte della sua straordinaria bellezza e importanza storica e artistica, questa città soffre di un male che è quello di vivere più ripiegata nel passato che rivolta al futuro. La grandezza del Rinascimento e dell’eredità che ci ha lasciato non siano un alibi per non pensare di investire sulla modernità e sul futuro. Firenze deve darsi una mossa per non rischiare di restare un museo a cielo aperto».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E le pare che lo stia facendo?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Vedo dei segnali in questo senso. Il desiderio di rilanciare il Maggio, ma anche la programmazione della Biennale di cultura in autunno».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Torniamo al Maggio. Lei è vicepresidente del Cda. Chi glielo ha fatto fare?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Se sono qui, in primo luogo è perché me lo ha chiesto il sindaco Renzi. Non sapevo neanche che mi avrebbe proposto come vicepresidente. Ma adesso che sono lì voglio fare del mio meglio per dare una mano a questa istituzione».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Lei era presente al Cda di venerdì in cui si è votato per la nuova sovrintendente. Ci sono stati cinque sì e due astenuti, come se lo spiega?</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Premesso che io non amo parlare di quanto avviene durante i consigli di amministrazione. E premesso che io non ho il piacere di conoscere personalmente Francesca Colombo, posso dirle che piuttosto che avere un consiglio bulgaro ne preferisco uno dove si discuta e dove ciascuno esprima la sua idea e il suo punto di vista sulle cose».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Chiara Dino</p>
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Redazione

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