Inchiesta G8 · Le ammissioni dell’imprenditore: «Era un sistema»

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2010-05-11 10:30:42

>[Il Manifesto, 11/05/2010]<br />Fusi: «Matteoli mi aiutò. Sapevo dei lavori di Bondi» A metà. Sempre con l’idea in testa di salvare capra e cavoli, amici potenti e se stesso dalla galera. E magari quel famoso appalto per la scuola Marescialli. Eppure Riccardo Fusi, l’avvocato della società edile Btp di Firenze finito ai domiciliari nel marzo scorso, qualche ammissione coi pm l’ha fatta nel verbale di interrogatorio del 19 marzo depositato agli atti. Ad esempio ha parlato a lungo del pranzo del 30 luglio del 2008, quello che secondo i carabinieri del Ros ha decretato l’ingresso del coordinatore del pdl Denis Verdini nella Cricca che gestisce gli appalti italiani. Ammettendo che quel giorno si sarebbe parlato anche di lavori che interessavano il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi: «In quella occasione hanno parlato il Verdini e il Balducci di finanziamenti su opere che riguardavano Bondi… », butta lì senza ulteriormente specificare di che tipo di lavori si tratti. Non è neppure detto che c’entri qualcosa l’appalto che il ministro affiderà nel 2009 a Riccardo Micciché, ingegnere che nel curriculum ha messo anche la gestione di una società di parrucchieri e che per fratello ha il responsabile tecnico di una ditta, la Giusylenia, «sotto il controllo di Cosa nostra». Però Fusi la sua la dice, senza pensarci. Come i carabinieri del Ros hanno scritto più volte, da quel pranzo Balducci uscì raggiante per l’accordo ottenuto con Verdini: «Lui (Verdini ndr) mi ha detto: "Io sono qua per risolvere insieme a lei… insieme a chi dice lei questi problemi. Per il resto andiamo avanti come dei treni"», si vanta Balducci col braccio destro De Santis. Dopo quel pranzo, sarà proprio De Santis a togliere dai guai Riccardo Fusi e la sua società Btp sbloccando il cantiere della scuola Marescialli che fino al 2008 i fiorentini sembravano aver perso. Sul fatto che quel cantiere andava riattivato il prima possibile erano tutti d’accordo, racconta Fusi ai magistrati: «C’era una scuola di pensiero per gestire questa faccenda del lodo (sulla scuola Marescialli ndr)». E quando il pm Turco chiede a quali nomi e cognomi si riferisca, Fusi risponde: «L’avvocatura dello stato, Mastrandrea (del ministero delle infrastrutture)… Lunardi… tutti, tutti, va bene?». Non è una confessione. L’imprenditore e avvocato Riccardo Fusi cerca sempre di difendere quelli a lui più vicini. Ammette che la nomina del vice di Balducci, De Santis, a provveditore delle opere di Toscana Marche e Molise è stata decisiva per risolvere l’appalto della scuola Marescialli. Ma visto che non vuole accusare Verdini – inizialmente indagato solo per questo episodio – punta il dito contro il ministro Altero Matteoli. E persino contro il benefattore Balducci: «De Santis al provveditorato ce lo ha portato Matteoli… Matteoli ce lo ha portato ma lo ha nominato…cioè nel senso… che Balducci faccia parte del sistema è fuori discussione». E più avanti, quando il pm gli chiede se è stato De Santis a sbloccare i lavori della scuola, Fusi ripete: «Sì ma dovevo parlare sempre Matteoli… se era il contare… se… se fosse ilcontare, però poi Matteolimi delegò a Mastrandrea» Sul perché De Santis l’abbia aiutato di più non vuole dire. Però finisce per ammettere che il neo provveditore non solo l’ha aiutato ad «aggiustare» la faccenda della scuola Marescialli affidando nuovamente alla sua ditta un appalto che sembrava aver definitivamente perso. L’ha anche messo in contatto con l’avvocato Guido Cerruti, accusato dai carabinieri del Ros di essere capace di nominare uomini di proprio gradimento alla Camera arbitrale per i lavori pubblici. «Io instauro un rapporto con l’avvocato Guido Cerruti, perché me lo indica De Santis… perché il De Santis mi dice…» <br />Sara Menafra

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