2010-05-11 10:34:03
>[Il Nuovo Corriere di Firenze, 11/05/2010] <br />L`Università di Firenze "rottama" i ricercatori. Una votazione in programma domani, la mattina il Senato ed il pomeriggio il Consiglio di Amministrazione, autorizzerà il prepensionamento coatto dei ricercatori con 40 anni di contributi. Una decisione che, come previsto, non trova il gradimento dei diretti interessati. Si erano già espressi in questo senso manifestando a più riprese il proprio dissenso. E oggi parlano "di una vera e propria ingiustizia e di un atto discriminatorio e vessatorio per la figura dei ricercatori universitari". "Si prende al volo una norma peraltro transitoria facoltativa per attenuare gli insostenibili tagli di bilancio messi in atto dal Governo – dice il rappresentante dei ricercatori nel Consiglio d`Amministrazione dell`Università Alberto Di Cintio – si tratta di un`operazione puramente contabile, vergognosa per un`istituzione educativa come l`università, che non prende affatto in considerazione la ricca esperienza umana, didattica e di studio di tanti ricercatori. E` una umiliante beffa nei confronti dei più deboli, oltre che un danno per coloro che hanno pagato somme notevoli per riscattare gli anni universitari e le borse di studio". L`Ateneo si difende motivando la decisione con la necessità per di tenere in pnin`1ihrin i1 hiìanrin "L`interesse pubblico dell`Università di Firenze è rottamare i ricercatori? Ma l`Università non è un`impresa – prosegue Di Cintio – e il suo interesse pubblico dev`essere la realizzazione dei fini istituzionali, nonché l`erogazione dei servizi agli studenti, con la didattica in primo piano". La decisione dell`Università viene anche giustificata con la necessità di un ricambio generazionale: "Non ha senso inventare una inesistente contrapposizione fra ricercatori "anziani" e "giovani" – aggiunge il rappresentante dei ricercatori – e far credere che il turnover generazionale sia garantito dal prepensionamento forzato, quando, viceversa, dovrebbe essere fisiologico se solo il ritmo dei concorsi fosse sincronizzato al ritmo dei naturali pensionamenti. Non solo dei ricercatori, ma anche degli ordinari e degli associati. Non è vero che con i pensionamenti coatti si fa spazio ai giovani". E` per questo che i ricercatori rivolgono un appello al Consiglio di Amministrazione per non adottare il provvedimento: "Chiediamo agli organi di governo, ai Senatori e ai Consiglieri di non approvare la proposta di delibera sul prepensionamento". Sulla questione pende anche lo "spettro" dei ricorsi. Alcuni degli interessati lo avrebbero già annunciato anche per la possibilità che il prepensionamento crei una discriminazione nei confronti di chi è interessato da un concorso (a Firenze o altrove), con buone "chances" di successo. Un`eventuale sospensiva o revoca del provvedimento potrebbe inguaiare non poco l`Ateneo. Anche per questo alcune università hanno preferito abbandonare l`idea dei prepensionamenti. <br />Du.Tr.

Redazione

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