2010-05-05 14:09:26
>[Il Corriere Fiorentino,05/05/2010]<br />Variazioni — minime — su un unico tema: sciopero. È sciopero al Maggio. Sciopero a oltranza. Sciopero come forse non s’era mai visto in pieno Festival. Così ha deciso ieri mattina una gremitissima assemblea di lavoratori riuniti nella platea del teatro e così sarà. Due voti contrari, otto astenuti e una maggioranza di almeno 350 persone — c’è chi dice che si arrivava anche a 400 — hanno stabilito che salteranno le repliche della Donna senz’ombra di Strauss di stasera e di sabato 8. Stessa sorte per il balletto di Alarmél Valli, che avrebbe dovuto portare a Firenze le sue danze indiane al Goldoni giovedì 6 e venerdì 7, per il concerto dell’orchestra di Dresda in programma lunedì 10 con Zubin Mehta alla direzione e Rudolf Buchbinder al piano e per la prima de Il Ratto del Serraglio di Mozart fissata per venerdì 14. In tutto fanno sei giorni di astensione dal lavoro. Si cerca di salvare il salvabile provando ad aprire il teatro venerdì sera con una replica gratuita de La donna senz’ombra dedicata alla città di Firenze e con la generale de Il Ratto del serraglio, giovedì sera, anche questa a porte aperte, come proposto dalla mozione Fials presentata da Massimo Salvatori. Ma è ancora tutto appeso a un filo. A nulla è servito l’appello dell’altro-ieri di Zubin Mehta e del sovrintendente Francesco Giambrone per spingere i lavoratori a trovare altre forme di lotta. «Anche per noi si tratta di una scelta difficile — dice Massimo Vagaggini della Cgil — ma siamo costretti a muoverci in questo senso questo decreto è pesantissimo». Stessa dichiarazione arriva dalla Cisl per voce di Angelo Betti che aggiune: «un’ipotesi percorribile poteva essere quella di proclamare sciopero sino al 7, in attesa dell’incontro che i sindacati avranno il 6 con Bondi. Ma siamo uniti e va bene così. Anche se questa scelta è pesante pure per noi che l’abbiamo votataOra c’è da capire quali saranno le prossime mosse di Roma, ma non solo. Nella lunga discussione di ieri sul banco degli imputati secondo i lavoratori del Maggio non c’è solo il ministro Bondi. Il primo bersaglio è infatti Salvatore Nastasi, capo di Gabinetto del ministero della Cultura. È lui a detta di molti il vero artefice del decreto della discordia sulle Fondazioni liriche. Lo ricordano i rappresentanti di tutte le sigle sindacali. Così come in tanti chiedono al sindaco Matteo Renzi un impegno più forte nei confronti del teatro. Trahanno anche votato il blocco degli straordinari e la costituzione di una commissione permanente che tenga i contatti con le rappresentanze sindacali delle altre 13 Fondazioni. Commissione che ha occupato — e il gesto è altamente simbolico — la stanza dell’ex direttore operativo Sandro Tranchina fortemente contestato nei mesi scorsi. Il sovrintendente Giambrone, che ieri era a Roma per un impegno, è tornato a Firenze già nel primo pomeriggio e ha convocato un incontro con i sindacati per oggi: «Sono molto preoccupato per quanto sta accadendo — ha dichiarato — E soprattutto sono addolorato per il pubblico che sarà penalizzato. Ma non solo. Mi dà da pensare la situazione generale del nostro paese. Capisco le ragioni dei dipendenti del teatro ma vorrei trovare una via di mediazione. E in questo senso sono disposto a fare tutto quanto serva, anche perché il pubblico capisca. In questi giorni sto studiando il decreto: ci sono tanti punti da chiarire. Certo su due sono d’accordo con i lavoratori. Innanzi tutto mi sembra che il testo abbia un taglio troppo aziendale. Non si può valutare un’istituzione culturale solo con parametri economici. Un teatro deve investire i suoi soldi in maniera oculata, ma prima di tutto deve produrre cultura. Poi c’è un altro punto che mi lascia perplesso: il decreto tende alla precarizzazione del lavoro in teatro. A noi, invece, serve stabilità per operare al meglio». La sua posizione non è poi così lontana da quella dell’assessore regionale alla Cultura Cristina Scaletti. L’abbiamo sentita ieri per chiederle se la Regione è disposta a fare un sforzo economico in più in favore del Maggio. E lei ci ha risposto: «È tra le priorità del mio mandato. Uno Stato che non investe in cultura, nella ricerca e nelle università, come il nostro, non va da nessuna parte. Il 12 i sindacati del Maggio incontreranno Enrico Rossi. Da parte mia farò di tutto per aiutarli, per questo sensibilizzerò il presidente della Regione ancora una volta».

Redazione

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