Montedomini senza pasti a un euro, oggi si decide per il futuro

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2010-05-17 08:18:34

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<p style="margin-bottom: 0in;">[La Nazione Firenze, 17/05/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0in;">Comune e società della salute hanno deciso di tagliare a partire dal 1°giugno la mensa a 1 euro di Montedomini — il servizio di «cene fresche estive, poi pranzi e cene in amicizia» offerto a partire dal 2005, poi allargato sistematicamente anche a chi proprio indigente non è — ma oggi i vertici di Asp (Azienda pubblica di servizi alla persona) s’incontrano coi responsabili di settore di Palazzo Vecchio per «definire i risvolti operativi» del nuovo servizio che verrà, come spiega il direttore Vincenzo Cavalleri in carica da febbraio, nominato subito dopo l’insediamento di Marco Seracini al vertice del nuovo Cda aziendale. Cavalleri aveva già anticipato alla Nazione che «Stefania Saccardi, assessore alle politiche socio-sanitarie pensa di convertire la spesa di socializzazione in spesa sociale, lavorando con i quartieri affinché definiscano o ridefiniscano convenzioni, in modo da poter offrire pasti gratis. Ma a chi rientrerà in determinate fasce di reddito. Insomma: si cercherà il sistema per non cancellare con un colpo di spugna — oltre al pasto popolare — anche la solidarietà verso gli anziani, gli indigenti, le persone sole. Cioè chi ha più bisogno. Ma bisogno davvero. La circostanza infatti ha indotto alcuni degli abituali frequentatori della mensa a prendere carta e penna e a scrivere a Palazzo Vecchio, contestando il fatto di far quadrare i bilanci tagliando un servizio in maniera indiscriminata. E ’solo’ perché, da un certo punto in poi, c’è chi se ne è ‘approfittato’. Peraltro in maniera legale, sfruttando una iniziativa organizzata per un periodo di tempo limitato e quindi procrastinata sine die, però senza fissare paletti precisi. Perché il problema è nato da lì. Dal fatto che ormai alla mensa self service a 1 euro ci andavano a mangiare in troppi: oltre 420 persone, di cui solo una novantina seguite dai servizi sociali. Nata per i 65enni e gli over 65, abbienti e meno abbienti, allo scopo di favorire la socializzazione, per quanto socialmennte utile e meritevole, l’iniziativa (le «cene fresche», appunto) doveva rimanere circoscritta a un determinato periodo. Il successo decretato all’iniziativa fece decidere per la proroga. Fino a far diventare il servizio, un servizio sociale fisso. Registrazione nominativa, tessera con foto del titolare e codice a barre con somma a scalare caricata sopra: questi i soli requisiti per accedere al desco di Montedomini. Più di recente — nuova giunta comunale e nuovi vertici dell’Asp — hanno rimesso mano alla questione. Ci è accorti che la cifra stanziata dal Comune (tra i 100 e i 150mila euro) a integrazione della voce di spesa era diventata esigua rispetto anche alla sola, parziale copertura dei costi: 7 euro il prezzo reale a pasto, che diventano 6 detratto l’euro richiesto a persona. E questo alla lunga ha comportato una ricaduta sul bilancio Asp. «Questo provvedimento — aveva già spiegato l’assessore Saccardi — s’inserisce nell’azione di controllo e di verifica che abbiamo iniziato sulle persone che beneficiano di interventi sociali. «In un periodo in cui le risorse sono sempre più scarse — è ancora l’assessore a parlare — abbiamo il dovere morale di destinarle a chi ha davvero bisogno. Il denaro che verrà risparmiato tornerà nel bilancio dei servizi sociali e saranno destinati ad aiuti a chi ha bisogno. Comunque – concludeva l’assessore – chi si trova in situazione di difficoltà potrà ovviamente continuare a beneficiare della fornitura dei pasti da parte dei servizi sociali». C’è da prendere nota di critiche trasversali al provvedimento-Saccardi. Ad esempio Tea Albini, consigliera comunale del Pd ed ex assessore al bilancio ha parlato di «pasti a un euro a Montedomini che non erano solo questione di reddito, ma di solitudine o emarginazione, soprattutto in centro. Si taglia un’iniziativa utile per gli anziani soli e poveri. È importante sì far quadrare i conti. Ma anche aiutare le fasce più deboli». E di «provvedimento ingiusto» ha parlato anche il consigliere comunale del Pdl Francesco Torselli. Quanto alle associazioni che seguono gli anziani, Auser è contraria e preoccupata per le conseguenze. Ancescao invece sostiene di rendersi conto che «si vive in una situazione economica difficile, anche per le casse dei comuni». Contrario anche il sindacato pensionati della Cgil: «I pasti a 1 euro erogati da Montedomini non sono solo un aiuto economico a chi lo riceve ma anche un momento di socializzazione. E non crediamo — sottolinea lo Spi-Cgil — che la spesa per questo servizio, poco più di 100mila euro, possa rappresentare un costo non sostenibile per il bilancio del Comune».</p>
<p style="margin-bottom: 0in;">g. sp.

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