Nel mirino 56 consulenze (tutte toscane) dell’ex provveditore

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2010-05-12 10:05:07

>[Il Corriere Fiorentino, 12/05/2010]<br />La procura di Firenze sta indagando sulle consulenze affidate dal Provveditorato alle opere pubbliche della Toscana nel 2009. Gli incarichi esterni conferiti dall’ufficio diretto dall’ingegner Fabio De Santis (nella foto), arrestato dai carabinieri del Ros, sono in totale 56: in questi giorni gli investigatori—coordinati dai pm Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini — stanno cercando di capire se vi sia qualche anomalia. Nella lista delle consulenze esterne, acquisita formalmente dalla magistratura, compaiono diversi nominativi che hanno beneficiato della consulenza e che al momento risultano essere estranei all’inchiesta. Tuttavia l’attenzione degli inquirenti si appunta su nove consulenze precise che riguardano Villa Salvati. Questa struttura era già emersa durante l’inchiesta: la questione riguarda uno stralcio dei lavori, per 2,6 milioni di euro, per le centrali tecnologiche della villa fiorentina, nuova sede degli Archivi storici dell’Ue, inaugurata lo scorso 17 dicembre, alla presenza tra gli altri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Ros annota che sono stati consegnati il 22 giugno 2009 alla Eugenio Ciotola spa di Roma di Gaetano Ciotola, tra gli imprenditori che la procura classifica come quelli che formano un sistema di potere «gelatinoso» insieme ai funzionari pubblici arrestati. Ed è il provveditorato alle opere pubbliche della Toscana, diretto da Fabio De Santis dal febbraio 2009, ad assegnare i lavori alla società romana. E sempre da quel provveditorato sono stati assegnati quei nove incarichi esterni che, secondo gli inquirenti, potrebbero avere qualche collegamento con i personaggi dell’inchiesta. Un primo riscontro è stato trovato: di queste nove consulenze, due sono state riservate a uno studio di architettura dove, fino a qualche tempo fa, collaborava anche l’architetto Angelo Zampolini, il professionista che si è messo a collaborare con i pm di Perugia e che ha curato la questione della casa al Colosseo dell’ex ministro Claudio Scajola. Gli incarichi in questione riguardano la «Compilazione di 3 stralci funzionali di Villa Salviati». Parcella: 100 mila euro. Intanto proprio De Santis continua a restare in carcere, dato che lo scorso 5maggio il gip Rosario Lupo ha respinto una richiesta di domiciliari avanzata dai legali dell’ex provvedditore. E in carcere resta Angelo Balducci, finito in manette per l’appalto scuola allievi e marescialli: l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici non potrà andare ai domiciliari perché secondo il gip Lupo il «sodalizio» e la solidarietà fra gli indagati sono ancora intatti, quindi, «in considerazione dei legami profondi con soggetti di livello istituzionale elevato» permangono i pericoli di recidiva e inquinamento delle prove. Scrive Lupo che «un sistema così ben oliato e potente non si scardina certamente» con «tre mesi di detenzione». Il gip parla di «atteggiamento di totale chiusura nei confronti delle ipotesi accusatorie di tutti gli indagati » sintomo evidente «che il loro sodalizio e la loro solidarietà sono ancora intatte». Balducci ha «scarsa consapevolezza di quanto gli si contesta» e si è limitato «a difese settoriali, non tenendo conto dell’inquietante contesto che emerge dagli oltre due anni di intercettazioni». Il no ai domiciliari è legato anche al «coinvolgimento di familiari »: le mogli hanno un loro ruolo nella vicenda, anche se penalmente non rilevante. Le esigenze cautelari non possono essere tutelate dai domiciliari, «men che meno in Roma» dove «gravitano i centri di interesse e i rapporti degli indagati». <br />Simone Innocenti

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