San Salvi, comitati e architetti: «Chiarezza»

  • Tempo di lettura:2minuti

2010-06-07 07:54:28

><p style="margin-bottom: 0in;">[La Nazione Firenze, 07/06/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0in;"><span>Sull’area</span><strong> </strong>di San Salvi non sembra che, alla fine le idee siano poi così chiare. Da tempo ormai si moltiplicano le indiscrezioni sulla firma del patto fra Asl e Comune per la realizzazione di case e villette all’interno del parco che ospitava l’ex manicomio. L’Asl cederebbe tutti gli edifici finora occupati da vari uffici all’interno del parco, in cambio di 120 milioni di euro e il Comune metterebbe in cassa gli oneri di urbanizzazione. Ma è imminente anche il trasloco della direzione dell’azienda sanitaria 10, di tutti i dipartimenti sanitari e della direzione dei servizi infermieristici e tecnici (in tutto oltre un centinaio di addetti) nell’appena restaurata palazzina accanto alla scuola elementare, proprio all’inizio del parco. La data, fissata da tempo, è l’inizio di luglio. Operazione questa che mal si concilierebbe con l’annunciata lottizzazione residenziale. <br />Intanto il «Comitato San Salvi chi può» torna a far sentire la sua voce. E’ dal 2004, da quando è stato reso pubblico il Piano urbanistico esecutivo (Pue), approvato dal consiglio comunale nel 2007, che i cittadini del Quartiere 2 e il comitato denunciano come «la speculazione immobiliare prevista dal piano su una parte dell’ex ospedale psichiatrico compromette i caratteri di pregio strutturali e architettonici e l’integrità del parco storico». Da allora la, finora inascoltata richiesta, è quella di «un recupero di San Salvi coerente con la sua vocazione originaria di struttura collettiva e organicamente unitaria». Per esempio la realizzazione di «un grande complesso pubblico multifunzionale» che sia però «inserito nel parco». L’area di San Salvi, infatti, rappresenta per estensione uno dei più grandi polmoni verdi della città ed è strenuamenrte difeso dagli abitanti del quartiere 2. <br />Nulla di ufficiale è stato, fino a questo momento, dichiarato da Palazzo Vecchio e la richiesta del comitato, quindi, è prima di tutto quella della chiarezza: «La mancanza di informazioni in merito — è la protesta — è un chiaro segnale di come il coinvolgimento democratico dei cittadini, tanto vantata dal sindaco Renzi come rinnovamento politico, sia un mero espediente demagogico». Una richiesta condivisa anche dall’Ordine degli architetti. «Nel destino di San Salvi— scrivono — si può vedere il futuro di una rilevante parte di Firenze. Per questo è indispensabile che siano chiari gli obbiettivi della riqualificazione dell’area, i tempi di attuazione e le risorse in campo». L’Ordine ha deciso di dire la sua. «Un contributo — si spiega — che non entra nelle scelte del Comune, ma vuole essere un suggerimento di metodo». Quale? Un concorso per il disegno del masterplan dell’intera area: un progetto che renda facilmente comprensibili ai cittadini gli obiettivi del Comune.

The following two tabs change content below.

Redazione

Il gruppo di redazione della rivista edita da perUnaltracittà