2010-05-05 14:00:44
>[Il Corriere Fiorentino,05/05/2010]<br />L’inchiesta sulla scuola marescialli di Castello è chiusa. La Procura di Firenze ha chiesto il processo immediato per i quattro arrestati con l’accusa di corruzione: si tratta dell’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci, dell’ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis, dell’avvocato romano Guido Cerruti e dell’imprenditore napoletano Francesco Maria De Vito Piscicelli, quello che di notte rideva pensando agli affari che avrebbe fatto dopo il terremoto in Abruzzo. A decidere se ci sarà un processo immediato, saltando l’udienza preliminare, sarà il gip Rosario Lupo, lo stesso che ha firmato le prime ordinanze di custodia cautelare a febbraio, dando il via all’inchiesta sulle Grandi Opere, prima di trasferire la competenza a Perugia, e che a marzo ha firmato le nuove richieste per la scuola marescialli. Entro sabato (cinque giorni dal momento del deposito della richiesta) dovrà accogliere o respingere le richieste dei pm Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini. Se sarà un «sì», per i quattro arrestati le porte del carcere resteranno chiuse; l’ordinanza cautelare si rinnova automaticamente per altri sei mesi e questo significa che i quattro aspetteranno il processo in carcere. Per Balducci e De Santis la scarcerazione era prevista domenica, per Cerruti e Piscicelli, che si trovano ai domiciliari dal 5 marzo, la misura scade i primi di giugno. V e n g o n o stralciate invece le posizioni degli altri indagati per la scuola marescialli, fra cui il coordinatore del Popolo della Libertà Denis Verdini e l’imprenditore della Baldassini Tognozzi Pontello Riccardo Fusi, per il quale la Procura aveva chiesto l’arresto, respinto dal gip e dal tribunale del Riesame. Per loro l’inchiesta andrà avanti ma seguendo un percorso autonomo. Questo significa che potrebbero venire processati i quattro presunti corrottima resterebbe fuori il presunto corruttore, l’imprenditore Fusi intorno al quale ruota tutta la vicenda della scuola marescialli. La decisione della Procura guidata da Giuseppe Quattrocchi ha spiazzato gli avvocati difensori. Se si arriverà al processo immediato ai legali non resta altro da fare che presentare al gip nuove istanze di scarcerazioni (ma fino ad oggi sono state tutte respinte). Subito dopo avranno quindici giorni per decidere la scelta difensiva: se chiedere patteggiamento, giudizio abbreviato e chiudere in fretta la partita o andare avanti con il rito ordinario. «Si farà comunque un processo monco», dicono alcuni avvocati per niente soddisfatti di quella che viene comunque indicata come una «scelta insindacabile della Procura».Baldassini e Tognozzi vince una gara da 456 milioni di vecchie lire. Nel 2006 il colosso delle costruzioni perde l’appalto in seguito a un contenzioso amministrativo sull’indice di sismicità dell’opera. Il ministero affida i lavori al consorzio Astaldi. A quel punto, secondo la Procura, Fusi avrebbe fatto di tutto per tornare titolare dei lavori. Lavora su più fronti, sostengono i magistrati: sul fronte politico in primo luogo, con l’amico di sempre Denis Verdini che cerca di metterlo in contatto con il ministro Altero Matteoli, poi sponsorizzando la nomina di De Santis al Provveditorato alle Opere pubbliche della Toscana, pur non avendo De Santis la qualifica per occupare quel posto, infine prendendo contatti con l’imprenditore De Vito Piscicelli, l’uomo dai potenti agganci negli ambienti ministeriali e che doveva lanciarlo nel mondo dei grandi appalti. Piscicelli lo avrebbe messo in contatto con Balducci e avrebbe fatto in modo che Fusi affidasse una consulenza all’avvocato Cerruti. Il compenso, secondo una conversazione intercettata dai carabinieri del Ros, tra Cerruti e la sua collaboratrice doveva essere «pari al 2 per cento dell’importo effettivamente incassato in caso di accordo extragiudiziale, pari allo 0,8 per cento in caso Fusi avesse ottenuto il cantiere ». Quella consulenza, secondo il gip Lupo, sarebbe il modo per fare la provvista della tangente, regolarmente fatturata, da poter poi spartire con il resto della banda. In pratica un meccanismo per «rifare il trucco» alle vecchie tangenti. <br />Antonella Mollica

Redazione

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