Strangolati dalla morsa del traffico: manifestazione in centro delle associazioni ambientaliste.

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2010-05-23 21:17:48

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<p style="margin-bottom: 0cm;">[La Nazione Firenze, 23/05/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«Non rompere… i polmoni, pedala con noi». Un invito preciso, che campeggia su una delle tante magliette colorate che macchiano il nutrito gruppo dei partecipanti al No smog parade ’10, la manifestazione organizzata da numerose sigle ambientaliste che si battono per l’abbattimento dello smog in generale e delle polveri sottili, in particolare. Il micidiale Pm10 che a Firenze, dall’inizio dell’anno, ha sforato la soglia di attenzione già 56 volte. Troppe per Wwf, Terra!, Legambiente, FirenzeInBici e Perunaltracittà, ma anche per Città Ciclabile. Oltre cinquanta ’attivisti del verde’, rinforzati da una delegazione dei Genitori antismog di Milano. Dopo essersi riuniti in piazza della Repubblica, dietro tanti striscioni come ‘Non gasarti, vai in bici’, hanno percorso le princiapli vie del centro — alcuni con indosso inequivocabili maschere antigas — a bordo di qualunque tipo di mezzo non inquinante: dalla bici ai pattini, dal risciò ai velocipedi con il rimorchio per i bambini. Arrivati davanti a Palazzo Vecchio, hanno deposto in piazza palloncini con scritto ‘W la bici’e ‘No allo smog’.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Messaggi chiari, rivolti all’amministrazione comunale rea di non aver intrapreso la giusta strada per combattere l’inquinamento: ‘Renzi basta annunci’, oppure ‘Abbassa le polveri sottili sindaco, altro che inceneritore’. Messaggi chiari, inequivocabili come le affermazioni del commissario europeo per l’ambiente che ha ha ribadito come «l’inquinamento atmosferico sia la principale causa della morte di 350mila europei l’anno». Un dato tanto crudo, quando emblematico. Come quello riferito all’Italia, dove «per ogni 10 mila abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente a causa della polveri sottili». Questo il motivo che il 5 maggio ha spinto l’Unione Europea a lanciare l’avvertimento finale: se l’Italia non prenderà serie contromisure finirà anche di fronte alla Corte di Giustizia d’Europa.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Già, le contromisure. Proprio su queste hanno insistito gli organizzatori di ‘No smog parade’, come Ornella De Zordo, capogruppo in consiglio comunale di Perunaltracittà che ha ribadito come «ora più che mai ci voglia la cura del ferro che consiste nello sfruttamento di un metrò di superficie, sfruttando le linee presistenti della ferrovie, magari potenziandone alcuni rami». Non solo. Carla Lucatti, di Città Ciclabile spiega come la «riorganizzazione del servizio pubblico sia indispensabile per alleggerire il traffico che nella nostra città è diventato insostenbile. Ma per fare questo è indispensabile creare una rete di piste ciclabili nelle aree cittadine più popolose, iniziando con la realizzazione di spazi riservati alle bici ai semafori e di attraversamenti ciclabili, per garantire più sicurezza».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">E’ necessario inoltre considerare come lo smog «causi danni irreparabili anche al patrimonio di monumenti — spiegano gli organizzatori —, scatenando inarrestabili reazioni chimiche che lo disgregano inesorabilmente e distruggendo così testimonianze uniche e irripetibili della nostra identità culturale, che costituiscono anche risorse preziosissime per una larga fetta della nostra economia». Il nodo da scioglere è soprattutto il traffico dei veicoli a motore: a Firenze circolano più di 400 mila fra auto e mezzi a due rutoe a motore, più di uno per abitante, incluso i neonati. I suggerimenti, quindi, a favore di una mobilità più sostenibile non si esauriscono qui, come tiene a sottolineare Daniel Monetti di Terra!: «Ogni sforzo per mezzi alternativi, come la tramvia, è apprezzato, ma il trasporto pubblico deve essere affrontato a livello metropolitano perchè coinvolge non solo Firenze, ma anche i comuni della Piana. Bisogna investire sui mezzi elettrici privati, incentivandone l’uso».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Non una protesta, seppur colorita e dai toni comunque moderati, fine a se stessa. Ricca, invece, di suggerimenti come: creare percorsi pedonali sicuri o ampliare le zone con limiti di velocità a 30 all’ora, diffondendo anche i limitatori di velocità, magari riorganizzando l’afflusso turistico con divieto di circolazione nei centri storici ai mezzi più grossi e inquinanti. Le nuove tecnologie potrebbero venire incontro per creare un sistema informativo in tempo reale per chi deve spostarsi nella città.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Giampaolo Marchini

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