Tagli alla cultura, Toscana ko: azzerati i fondi a 33 istituzioni.

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2010-05-30 13:21:11

><p style="margin-bottom: 0cm;">[La Repubblica Firenze, 30/05/2010]</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">La scure dei tagli si abbatte sulla cultura. La manovra del governo azzera i finanziamenti statali a 231 enti, fondazioni e istituzioni, 33 dei quali toscani, ovvero uno ogni sette, il 14% del totale. Si va da piccoli soggetti a nomi altisonanti, come il Gabinetto Vieusseux di Firenze e l´Accademia Chigiana di Siena, il Museo Stibbert e l´Accademia delle arti del disegno, la Società Dantesca e la Fondazione Longhi, l´Istituto di studi sul Rinascimento e la Fondazione Spadolini, l´Accademia dei Fisiocritici e il Museo della storia della scienza. Si va da istituzioni per le quali il finanziamento statale rappresenta solo una parte del budget complessivo a soggetti che hanno l´unica fonte di sostentamento nei soldi in arrivo da Roma. Per questi ultimi la sorte sembra segnata. «Dovranno chiudere, alcuni sono animati dal volontariato ma in altri casi ci sono posti di lavoro in pericolo» dice Giulietta Oberosler, sindacalista fiorentina della funzione pubblica della Cgil.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Sono i termini e le modalità del taglio secco alla cultura, in totale una trentina di milioni, che provocano irritazione. Un colpo di scure dato in emergenza, indiscriminato, senza considerarne il valore specifico di chi lo subisce e le conseguenze. Suona brutale l´articolo 7 comma 22 della manovra del governo. Stabilisce che «lo Stato cessa di concorrere al finanziamento degli enti, istituti, fondazioni e altri organismi indicato all´allegato 3 (la lista dei 231 enti ndr) del presente decreto». Ma subito dopo la norma recupera il 30% di queste risorse per creare un fondo, «destinato all´eventuale erogazione di contributi» agli stessi soggetti dell´allegato 3 «che ne facciano documentata e motivata richiesta. L´erogazione del contributo è disposta con decreto del presidente del consiglio dei ministri di concerto con il ministro dell´economia e delle finanze». E così, subito dopo aver annientato i finanziamenti agli enti culturali, il governo regala il contentino di un budget assai ridotto che sarà discrezionalmente distribuito dal premier e dai suo uffici invece che dal ministero dei beni culturali e da suoi tecnici specializzati.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">«La bozza di decreto estromette dalla proprie competenze il ministero dei beni culturali e costringerà gli enti culturali a mettersi in fila con il piattino davanti al presidente del consiglio e al ministro dell´economia» protesta Franco Ceccuzzi, deputato senese del Pd e membro della Commissione finanze. «Il provvedimento – continua – penalizza la cultura e la musica in modo indiscriminato e non qualitativo. E´ un colpo durissimo soprattutto alla Toscana e in particolare a Firenze che sono il cuore della cultura italiana e per questo hanno un maggior numero di enti, grande qualità e superiori necessità rispetto ad altre zone del Paese».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">Voci di protesta anche dalla Regione Toscana. «Giù le mani dal Gabinetto Vieusseux e dalle altre fondazioni culturali» dice il vice presidente del consiglio regionale toscano Giuliano Fedeli. «La Toscana sarà penalizzata. L´azzeramento dei fondi per istituti come il Vieusseux, la Fondazione Rosselli, il Centro Piero Calamandrei, la Fondazione Domus Galileana ed altre, significa la chiusura di questi organismi, che sono ben amministrati e non hanno nessuna colpa del deficit dello Stato. Gli altri tagli, per oltre 10 miliardi di euro, ai bilanci di Regioni ed Enti locali, non permetteranno loro di sostituirsi allo Stato nel finanziamento degli istituti e delle fondazioni culturali. Tutti i parlamentari toscani si mobilitino».</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">I tagli dell´articolo 7 comma 22 allegato 3 della manovra potrebbero non essere l´ultima brutta sorpresa per la cultura toscana. L´allegato 2 indica anche una serie di soppressioni con accorpamento ad altri enti. Su Firenze sembra esserci solo il caso dell´Istituto di ottica applicata di Arcetri che perderà la propria soggettività giuridica e confluirà nel Cnr.</p>
<p style="margin-bottom: 0cm;">di Maurizio Bologni

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