Tutelare la libertà dei giornalisti è priorità per la democrazia

  • Tempo di lettura:3minuti

2010-05-03 15:25:31

>[perUnaltracittà 03/05/2010] 3 maggio, Giornata mondiale della Libertà di stampa<br /><br />Il 3 maggio si celebra la 19° giornata mondiale ONU per la Libertà di stampa. E proprio oggi si tiene a Firenze a Palazzo Medici Riccardi un Convegno organizzato da Information Safety and Freedom dedicato a Mafia e informazione  e intitolato: "La Mafia fa affari ma non fa notizia; infiltrazioni criminali nella società toscana ai tempi della crisi economica". Ne discutono insieme sindacati, associazioni, magistratura e istituzioni. Il tema della libertà di informazione è quanto mai attuale, a livello internazionale come in Italia: sono infatti 91 i giornalisti uccisi nel mondo e 136 imprigionati nel corso dell’ultimo anno secondo l’associazione newyorchese Committee to Protect Journalists (CPJ) nel suo ultimo rapporto Attacks on the press 2009. Numeri che parlano chiaro e che fanno dell’anno appena concluso il più nero dal 1992, da quando l’organizzazione ha cominciato a tenere il conto delle uccisioni. Peraltro già 10 sono quelli che hanno perso la vita nei primi due mesi del 2010. È la conferma di una lunga scia di sangue che da anni colpisce in tutto il mondo gli operatori dell’informazione e che non accenna ad attenuarsi. I punti più caldi appaiono oggi il Messico e le Filippine (lo scorso anno 30 giornalisti uccisi in un solo agguato, il più grave della storia della stampa mondiale), il quasi intero continente africano, mentre Paesi come Cina, Iran e Federazione Russa (300 giornalisti uccisi dal crollo dell’URSS a oggi) mantengono il primato in fatto di censura e di persecuzione dei giornalisti.<br /><br />Ma in parallelo agli episodi di violenza fisica vediamo anche leggi repressive, persecuzioni finanziarie e giudiziarie, minacce e attentati che stanno mettendo sotto pressione il mondo dell’informazione in molti paesi, ad iniziare dal nostro. In particolare da parte della criminalità organizzata, nelle sue varie forme comunemente definite mafie. E qui viene segnalato il pericolo di infiltrazione criminali in un numero sempre maggiore di regioni italiane. Essenziale che il servizio pubblico radiotelevisivo, in primo luogo, dia uno spazio informativo più ampio alle cronache di mafia rispetto allo spazio che viene dato nei palinsesti alla cronaca di alcuni delitti di violenza privata. Ma per resistere a minacce, avvertimenti, pressioni diventa essenziale il principio fondativo della categoria che si può riassumere in questa formula: nessuna notizia può restare inedita, il cronista che corre rischi per osservare questa regola deve avere il sostegno aperto e convinto degli altri giornalisti.<br /><br />A volte sono direttamente i governi a minacciare e sopprimere media e operatori dell’informazione. A volte vi sono leggi che di per sé ledono il diritto alla libera informazione. Come non pensare al Ddl Alfano sulle intercettazioni? Non a caso l’FNSI, il sindacato dei giornalisti, ha ribadito proprio alcuni giorni fa la la necessità di una forte mobilitazione contro il Ddl Alfano sulle intercettazioni, che di fatto decreta la morte del diritto di cronaca. In questo senso un importante momento di mobilitazione è stata la manifestazione indetta dalla Fnsi il 28 aprile scorso davanti al Senato, ma la battaglia sarà lunga e articolata considerato che il governo Berlusconi vuole introdurre norme che prefigurano una vera e propria censura preventiva. L’esercizio del dovere di cronaca impone invece ai giornalisti di dar conto delle notizie di pubblico interesse di cui sono a conoscenza, senza censure né autocensure.<br /><br />Infine un’ultima considerazione. Il 3 maggio, giorno della liberta di stampa, non è cronologicamente lontano dal Primo Maggio, festa dei lavoratori. E allora come non tornare all’ultimo rapporto del Committee to Protect Journalists in cui emerge come la crescita esponenziale dei giornalisti precari, senza contratti che tutelino il loro prezioso lavoro, li renda più facilmente ricattabili dal punto di vista economico e di carriera, rendendo più vulnerabile l’esercizio di un mestiere fondamentale per la vita democratica della nostra società.

The following two tabs change content below.

Redazione

Il gruppo di redazione della rivista edita da perUnaltracittà