Tutti assolti

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2010-05-18 09:37:07

>[La Repubblica Firenze, 18/05/2010]<br />Con formula giudiziaria appropriata  ma che appare beffarda nel lessico. «Perché i fatti non sussistono»  sentenziano infatti i giudici del tribunale di Firenze. In  realtà lo smog ammorba Firenze e il suo hinterland, ma gli  ex presidente della Regione Claudio Martini e sindaco di Firenze  Leonardo Domenici, altri dodici tra sindaci della piana, assessori regionali e comunali, non sono responsabili di non aver arginato  l`inquinamento dell`aria, in particolare quello insidiosissimo  da Pm 10. Tutti assolti, dunque, nel primo processo in materia che era iniziato nell`ottobre 2008 con la minaccia della difesa  di far sfilare un`infinità di testimoni illustri.  Ieri, poco  dopo le 13, puntuale la lettura del verdetto nell`aula bunker  di Santa Verdiana. Presenti il pm Giulio Monferini e uno stuolo  di avvocato difensori, non gli imputati Martini e Domenici e gli  altri finiti sotto processo per il ruolo che all`epoca rivestivano  di sindaci. La procura aveva chiesto condanne a otto mesi di reclusione  per Martini e Domenici e a cinque mesi per gli altri amministratori.  Nessun colpevole dell`inquinamento atmosferico ha però sentenziato  la corte. E il perché lo si saprà meglio entro 90 giorni, ovvero il tempo massimo che il tribunale si è riservato per depositare  la motivazione della sentenza.  La procura rimproverava a tutti  gli accusati di non aver fatto ciò che avrebbero dovuto per abbassare  i livelli di polveri fini (pm1O) e biossido di azoto. «La normativa  europea e quella nazionale impongono obblighi di risultato,  in particolare per quanto riguarda il rispetto del numero massimo di giorni di superamento del limite di sostanze inquinanti,  l`abbattimento delle polveri è un obiettivo che deve essere  raggiunto» è stata la tesi del pm Giulio Monferini. Il magistrato  aveva contestato a tutti l`omissione e anche  il getto pericoloso di cose per non aver adottato provvedimenti e misure a tutela della salute dei cittadini, nonostante il  flusso di dati di rilevamento della qualità dell`aria, imponesse,  secondo l`accusa, provvedimenti urgenti. I dati su cui si basava  l`accusa riguardavano l`inquinamento da PmIO e biossido di  azoto a partire dal 2005. Probabile che, letta la motivazione  della sentenza, la procura decida di ricorrere in appello. <br />Maurizio Bologni

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