2010-06-01 13:22:30
>[Il Giornale della Toscana, 01/06/2010] <br />I Vangeli hanno con se la sintesi: chi è senza peccato scagli la prima pietra. La donna in lacrime è la cultura; intorno la folla, fredda e lapidaria. Piangono tutti. I tagli annunciati dal Governo sconvolgeranno la vita di numerosi istituti culturali fiorentini. Ma chi veramente, mani sul cuore, può giurare di aver agito sempre nell`interesse del pubblico? Quale amministrazione si fa forte di una virtuosa gestione dei denari di tutti? In ambito culturale, la Regione certamente no. Uno su tutti gli esempi? La Casa del cinema. Ma come non citare anche il Festival della creatività (l`ultimo è costato 1 milione e 300 mila euro), o il secondo sito della regione, intoscana.it`? E ancora come non dimenticare il milionario spot della Regione Toscana (17 milioni, di cui 5,5 della Regione) con protagonista Marta Cecchetto? In ballo c`è sempre la Fondazione Sistema Toscana (appendice regionale). La quale solo un anno fa aveva chiuso il bilancio con un buco di un milione e 700mila euro. Ma la lezione non è stata assimilata da chi sta ai vertici. E di soldi ne vengono buttati tanti adesso. Ad iniziare dai 300 mila euro annui – e per i prossimi tré sicuramente – che proprio la Fondazione Sistema Toscana pagherà alla famiglia Germani proprietaria della storica sala fiorentina. Quando già da qualche mese la Regione è proprietaria di un`altra storica sala del centro, il Teatro della Compagnia (acquisito insieme a Palazzo Bastogi dalla Pirelli Rè). Tra le altre cose un bene tutelato dallo Stato e perfetto per essere proprio la Casa del cinema, essendo in passato già appartenuto a Cecchi Gori. Così la città si trova ad avere un immobile con le caratteristiche perfette per una Casa del cinema, di proprietà della stessa Regione ma con il bandone serrato e un cinema storico, di proprietà di privati e di cui si deve pagare l`affitto, con la Casa del cinema attualmente in essere. E la cosa peggiore è che su quella Casa del cinema sono stati fatti tanti pasticci. Nomine «facilitate», direttori artistici saltati e un programma inesistente. Allora i signori che piangono i tagli, perché non si ribellano anche a chi più vicino a loro avrebbe il dovere di proteggerli e non lo fa? Con quegli Enti, insomma, che come la Regione preferiscono buttare tanti soldi per mantenere lo status quo di alcuni, dimostrando così di non amare la cultura? <br />[CrisMa]

Redazione

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