Uffizi, grandi manovre sulla squadra "Bondi? Era contento, io e te gli diamo sicurezza"

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2010-05-11 10:37:41

>[La Repubblica Firenze, 11/05/2010]<br />«Bondi ha due sole ma gravi responsabilità, quella dei commissariamenti  e la scelta della squadra». Lo sostiene Gianfranco Cerasoli, segretario generale della Uil Beni e attività culturali. Una intercettazione sembra dargli ragione. E’ il 22 dicembre2009.  L`inchiesta della procura di Firenze sul «sistema gelatinoso»  è ancora segreta. Angelo Balducci, presidente del consiglio  superiore dei beni culturali, conversa con Salvo Nastasi, capo  di gabinetto del ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi.  Balducci gli racconta che il ministro lo ha ricevuto per qualche  minuto: «Pensa l`emozione, c`ho la febbre a 38». Nastasi ride  e chiede: «Ma che vi siete detti?». Balducci: «Ma due minuti…  era contento, ma soprattutto, guarda, è contentissimo del fatto che tè ed io gli diamo tanta tranquillità e sicurezza». Nastasi:  «Meno male, sono molto contento. Oggi ho presentato Mauro (Della  Giovampaola Ndr). Sugli Uffizi alla fine abbiamo fatto il punto:  Mauro soggetto attuatore, Enrico (Bentivoglio Ndr) Rup (responsabile  unico del procedimento) e Miccichè direttore dei lavori, che  mi sembra una buona squadra».  Un giudizio quanto meno azzardato,  non solo alla luce di ciò che è accaduto poche settimane più  tardi, quando Della Giovampaola è finito in carcere per corruzione, ma anche tenendo conto  dei giudizi espressi quello  stesso 23 dicembre da Bentivoglio su Della Giovampaola («lo  scaravento di sotto») e su Miccichè («credo che lo appiccicherò  al muro»). Sintetizza il provveditore alle Opere pubbliche della  Toscana Fabio De Santis: «Improvvisazione totale». Lo stesso  giorno De Santis discute con Balducci dell`«ordinanzone» sulla  Protezione Civile Spa, con il quale si pensa di "privatizzare"  anche gran parte degli interventi sui Beni Culturali. «Una follia», commenta De Santis: «Mi sono ben  guardato dal farne  accenno perché sennò qui succede la guerra punica. Ci sono  certi contenuti che mettono paura». Balducci:  «Secondo me  ci sono profili di incostituzionalità, palesi proprio». De  Santis: «Qui poi io sento il Polo Museale, le Soprintendenze, l`Archeologica stanno avvelenati con Roma, con il commissariamento,  mamma mia, c`è proprio l`astio».  Che il commissariamento,  prontamente revocato dal ministro Bondi dopo l`arresto di Mauro  Della Giovampaola, fosse tutto tranne che uno strumento per  sbloccare i lavori dei Grandi Uffizi e renderli più efficienti,  lo dimostrano altre conversazioni. Nominato direttore dei lavori sebbene sia un ingegnere e non un architetto (mentre la normativa  attribuisce la direzione dei lavori su beni di interesse storico   artistico all’esclusiva competenza degli architetti), Riccardo  Miccichè non ha mostrato di apprezzare più di tanto il nuovo  incarico, tanto che il 3 febbraio 2010 non si è neppure presentato  alla riunione indetta dal commissario Elisabetta Fabbri. Il 4 Nastasi lo rimbrotta: «Tesoro… tu là ci devi andare, eh!  Guarda, tu sai già che ci sono delle polemiche bestiali sui  giornali sulla questione del direttore dei lavori. Se poi non  ti fai manco vedere, tesoro mio». Miccichè si sfoga con l`architetto  Caterina Pofi, nominata responsabile della sicurezza, che lo consola e attribuisce la colpa al commissario Elisabetta Fabbri:  «Lei sta sputando su tutti, su me, su tè, su Enrico, su tutti.  Quindi adesso toccava a te e domani tocca a me». Poi chiede al collega:  «Ma tu che carte hai li? Perché mi dicono che c`hai tutto».  Miccichè: «Io non c`ho nemmeno il progetto». Pofi:  «Mi dicono  che il progetto c`è, il progetto sta lì a Firenze, io non saprei  proprio da dove iniziare, non conosco chi è che ha fatto il  progetto, quanto è grande, quanto costa, chi lo fa, chi lo  finanzia, cioè non so un cacchio… tu vabbè tu sei il direttore  dei lavori e quindi con le tue responsabilità, a me  m`ha  detto ieri "coordinatore per la sicurezza": ancora peggio,  perché io non so manco quanta gente sta a lavora`, se si fanno  male… vabbè ti faccio sapere qualcosa». <br />Franca Selvatici

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