Via Boccaccio edifici irregolari dove c`era un bel giardino

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2010-05-11 10:41:26

>[La Repubblica Firenze, 11/05/2010] <br />In Via Boccaccio 50, nel quartiere delle  Cure, in un piccolo piazzale alberato circondato su tré lati  da edifici, unico relitto dell`antico parco Maria Luisa, già  di proprietà della Telecom e classificato nel piano regolatore  in classe 9 (verde privato), al posto di due piccoli edifici  di un solo piano stanno sorgendo due palazzine di tré piani  più sottotetto, più parcheggio interrato: due edifici di notevole  volume, che sovrastano e tolgono luce e aria sia ai terratetto  che li fronteggiano lungo via Boccaccio, sia alle villette  sul retro, che si affacciano su via Maffei. Le nuove costruzioni  occupano gran parte del piazzale. Sono stati sacrificati diversi  alberi, fra cui una quercia. Un`altra bellissima pianta sembra soffocata dal cemento.  Lo denunciano i comitati dei cittadini  dell`area fiorentina, rilevando che, nonostante le correzioni  recentemente introdotte dalla amministrazione Renzi, «decine  di pratiche edilizie avviate con il precedente regime— Regolamento  edilizio e Norme di piano compiacenti — continuano a produrre  i loro effetti, facendo crescere sgradite escrescenze cementizie  in ogni buco».  L`intervento di via Boccaccio è stato proposto  nel lontano 2002  dalla signora Elena Morichi della società  Residenza Boccaccio e dalla signora Evelina Hay. Il progetto  è firmato dall`architetto Loris Mario Ciuffi della Astypalea,  associazione di architetti fondata nel `95 con Gaetano DiBenedetto,  socio fino al 2000 e poi dirigente dell`urbanistica del Comune  di Firenze. La pratica ottiene una prima concessione edilizia  nel 2003.1 residenti si oppongono e presentano ricorso al Tar,  che riconosce il loro interesse «nel volere far rimanere inedificata  l`area destinata a verde con essi confinante» («non c`è infatti chi non  veda come sia più salutare e godibile un`area libera che una  edificata davanti alle proprie finestre»), ma ritiene che il  progetto sia conforme al regolamento urbanistico.  Nel 2007  la proprietà ottiene il rinnovo della concessione edilizia  e un nuovo permesso di costruire. I lavori cominciano nella  primavera del 2009 evanno avanti spediti. Il 14 gennaio scorso i vigili del nucleo edilizio, chiamati dai cittadini che vedono  crescere a dismisura il nuovo complesso, eseguono un sopralluogo  e rilevano delle irregolarità. Il cantiere va avanti a ritmi  sostenuti fino al 9 febbraio, quando viene notificata la ingiunzione  di immediata sospensione dei lavori. Il Comune contesta alla  proprietà di aver demolito uno degli edifici preesistenti, un magazzino di classe 5, che poteva essere ristrutturato ma  non abbattuto.  I residenti sono convinti che, anche se il regolamento  edilizio in vigore fino a pochi mesi fa era molto elastico,  nell`ex piazzale della Telecom sia accaduto qualcosa di più  grave. A parte il fatto che il magazzino di classe 5 non poteva essere demolito, a loro giudizio l`altro modesto fabbricato  di classe 6 (che invece poteva essere abbattuto) e un terzo  edificio (un autolavaggio in parte interrato, peraltro ancora  intatto), non sommano insieme una superficie tale da giustificare  la sostituzione edilizia in atto. «Anche fatti salvi gli incrementi  attualmente concessi dal Regolamento edilizio — annotano i  comitati — sembra prodigiosa un’acquisizione in metri cubi  che a occhio e croce è almeno il doppio della situazione precedente».  I cittadini rilevano inoltre che le alberature e le sistemazioni  a verde dovevano essere mantenute a carico dei proprietari.  Il consigliere comunale Tommaso Grassi, del Gruppo Spini, ha presentato  una interrogazione, chiedendo fra l`altro se non vi sia stato  un aumento ingiustificato delle volumetrie. La amministrazione  non ha ancora risposto. <br />Franca Selvatici

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